Home FixingFixing Anche a Natale i “nettari di Bacco” dialogano con i prodotti delle filiere CTSM

Anche a Natale i “nettari di Bacco” dialogano con i prodotti delle filiere CTSM

da Redazione

Una “gustosa guida agli abbinamenti” proposta dall’enologo Michele Margotti.

CTSM Michele Margotti

 

di Alessandro Carli

 

“Nel vino è celata la verità. La Diva Bottiglia vi ci manda: siate voi stessi interpreti della vostra scoperta”. Le parole di François Rabelais trovano forma, profumi e colori all’interno della Cantina del Consorzio Vini San Marino dove i tanti “nettari di Bacco” dialogano con i prodotti delle filiere del Consorzio Terra di San Marino. L’aria, le luci e le scatole appoggiate sui tavoli di legno parlano già del Natale. I “reali nobili” di fine anno – il panettone Moscato con uvetta, quello con mandorle e pere ma anche il torrone, tutti a marchio CTSM – aspettano di essere accolti nelle case.

Ci viene incontro l’enologo Michele Margotti, Direttore del Consorzio Vini San Marino. Una telefonata interrompe il suo cammino: un’azienda lo ha contattato per i “cesti” da regalare ai dipendenti o ai propri clienti.

Sorride, Michele. “Tutti i prodotti presenti nella Cantina rispecchiano la nostra filosofia, quella cioè di lavorare con il ‘locale’. Più che a ‘km 0’, direi addirittura ‘sottocasa’ viste le dimensioni contenute del Monte”.

Dietro a lui si mettono in bella mostra le bottiglie di vino, tutte allineate lungo la parete opposta alla vetrata. Ognuna con il suo nome.

La domanda nasce spontanea come un tappo che “salta”: per le festività di fine anno quali sono le etichette più richieste o indicate? “La ‘bolla’ è sempre richiesta, soprattutto a Natale, sia secca che dolce. Ma non solo: anche i rossi importanti e i bianchi di corpo. In questo periodo dell’anno le persone sono disposte a spendere qualcosa in più per fare un regalo o regalarsi un buon vino per la sera del 24 dicembre, il pranzo del giorno dopo o per San Silvestro”.

Dal Caldese all’Oro dei Goti, passando per il Tessano e lo Sterpeto, la scelta è davvero ampia.

Ci affidiamo alla tradizione e gli chiediamo qualche consiglio da abbinare ai piatti che verranno portati in tavola.

“Se per la vigilia si opta per il pesce, il Caldese è un ottimo abbinamento. Parliamo di un bel bianco che fermenta e affina per 12 mesi in grandi botti di rovere francese. È un blend di Chardonnay e Ribolla e che unisce idealmente in Nord e il Sud. Mi spiego: San Marino ubicato in una zona tendenzialmente calda ma che, per le sue caratteristiche geomorfologiche, ha alcuni aspetti che richiamano alle regioni settentrionali: alcuni vigneti sono posizionati tra i 300 e i 400 metri sul livello del mare. L’acidità del Caldese ricorda così quella di alcuni bianchi nel Nord, mentre la gradazione alcolica invece si avvicina a quella dei vini del Sud”.

L’Oro dei Goti rappresenta quasi un unicum, come spiega Michele: “Rispetto alle uve di tanti altri passiti che ‘maturano’ nelle cassette, le nostre appassiscono sulla pianta. Per noi è sempre un dilemma perché non sappiamo mai cosa accadrà, se il tempo sarà clemente oppure no. Mentre il Moscato normalmente si raccoglie a fine agosto, le uve per l’Oro dei Goti rimangono altri due mesi in campagna, si vendemmiano quindi tra la fine di ottobre e i primi di novembre. Due mesi di ‘rischi’ e di dubbi. Anche per questo la soddisfazione è sempre massima: parliamo di un prodotto a tiratura limitata che viene affinato in piccole botti di rovere per tre anni e che possiede un patrimonio aromatico decisamente complesso”. Un vino che si sposa con i biscotti, con il torrone, con il panettone ma anche, afferma l’enologo, “con i formaggi erborinati”.

Bianco, ambrato e… mancano i rossi.

Colore intenso e profondo, rubino vivace con margini granata; profumo ampio e avvolgente, fine, delicato. Così si presenta il Tessano. “un Sangiovese in purezza, prodotto solo nelle migliori annate, è un vino che, come si dice, ‘ti dà da fare’ perché l’uva è molto esigente: vuole la pioggia al momento giusto e soffre sia il caldo che il freddo. Un vino difficile ma che dà grandi soddisfazioni, piuttosto strutturato, ottimo per piatti soprattutto complessi di selvaggina, carni rosse e formaggi stagionati”.

Lo Sterpeto, anch’esso un rosso che “fa gradi”, quest’anno compie 10 anni. Colore rosso rubino con riflessi granato, profumo fine e intenso di frutti rossi con sentori di vaniglia e liquirizia, di grande struttura e complessità, giusto equilibrio acido-tannico e lunga persistenza.

“A differenza del Tessano – conclude Michele Margotti -, viene fatto con uve Merlot e Cabernet. È un vino dalla struttura possente, in cui i tannini sono morbidi e vellutati”.

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