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ANIS, Neni Rossini: “Dobbiamo affrontare senza paura i cambiamenti”

da Redazione

La Presidente sferza i politici presenti: “E’ urgente recuperare credibilità. Per farlo, serve un piano strategico”.

neni

 

di Daniele Bartolucci

 

“Le nostre imprese aumentano occupazione e fatturati, ma sempre con maggiore fatica. Il Paese deve recuperare credibilità e tutti insieme dobbiamo affrontare senza paura i cambiamenti necessari. Noi imprenditori abbiamo reagito, anche la politica deve reagire e raccogliere la sfida per il futuro”. Questo l’appello lanciato dal palco dalla Presidente ANIS, Neni Rossini, nell’Assemblea Generale del 3 dicembre svoltasi al Centro Congressi Kursaal, a pochi giorni dalle elezioni e quindi in un momento estremamente delicato per il Paese, ma anche di maggiore attenzione ai problemi e alle possibili soluzioni. E’ infatti questo lo spirito promosso da ANIS, di consapevolezza delle cose che non funzionano e delle criticità, ma anche delle eccellenze e delle grandi risorse umane e imprenditoriali che San Marino può mettere in campo per superare di slancio i problemi che l’affliggono. Senza abbattersi, quindi, e nemmeno senza paura dei cambiamenti che saranno necessari.

 

IL CONFRONTO TRA I SOCI SUI TEMI PIÙ ATTUALI


Durante il confronto riservato ai Soci sono stati illustrati e dibattuti tutti i temi di stretta attualità, dal Bilancio dello Stato alla situazione del comparto bancario alle grandi riforme, fino a quelli che più si riflettono sull’attività delle imprese, come il mercato del lavoro, la burocrazia e gli sviluppi riguardanti l’IVA e la fatturazione elettronica. Tantissimi gli imprenditori associati presenti, a dimostrazione sia della grande attenzione verso queste tematiche, sia della compattezza di ANIS nell’affrontarle.

 

“CRESCONO I FATTURATI MA CON SEMPRE PIÙ FATICA”


Conclusa la fase privata, l’Assemblea è stata aperta al pubblico: presenti quasi 200 persone tra imprenditori, professionisti e rappresentanti delle Istituzioni, dei partiti politici, delle associazioni economiche e delle organizzazioni sindacali. Ad aprire i lavori, l’aggiornamento dell’Osservatorio ANIS sui dati di bilancio del quadriennio 2015-2018, presentato dal Dott. Simone Selva. A seguire, l’intervento del Prof. Mauro Marè, ospite d’onore dell’Assemblea Generale 2019. L’attesa relazione del Presidente ANIS, Neni Rossini, intervenuta subito dopo, ha preso spunto proprio dalle analisi dei due esperti che l’hanno preceduta, ribadendo il ruolo dell’Associazione: “Rappresentiamo l’economia reale, fatta di imprese vere che, come dimostrano i dati, investono e operano in contesti internazionali. Il manifatturiero sta trainando l’occupazione con un +9% nel 2018, quasi il doppio di quanto fatto da tutto il sistema. È questa l’economia reale che ha dimostrato di essere l’unica in grado di sostenere il Paese, come del resto sta facendo ormai da molti anni. Purtroppo, dobbiamo ammetterlo, sempre con maggiore fatica. Cosa che ci rammarica enormemente, perché come sistema avremmo tutte le carte in regola per ribaltare questa situazione e provare a crescere di più e più velocemente”. Lo slancio positivo e propositivo – più volte ribadito dalla Presidente Rossini – è di fatto lo spirito con cui ANIS ha chiesto alla politica e ai suoi rappresentanti di affrontare l’immediato futuro: “E’ difficile ma non impossibile. Noi però siamo certi che ci si potrà riuscire solo se tutti avremo la volontà di remare nella stessa direzione. D’altra parte siamo imprenditori e non possiamo non essere ottimisti. Ottimisti ma realisti”. “Gli imprenditori sono consapevoli che l’unica vera ricchezza derivi dal lavoro e per San Marino non ci sono altre strade che questa: lavorare! E questo vale per le imprese, che devono continuare a farlo sempre meglio, per offrire sempre nuove opportunità occupazionali. E vale per i cittadini, che hanno il diritto al lavoro e il dovere, insieme agli imprenditori, di contribuire al sostentamento dello Stato. Ma soprattutto vale per la politica, che deve riuscire a essere efficace e rispondere adeguatamente, con i fatti e con puntualità, alle pressanti aspettative del Paese. La fiducia dei cittadini nella politica è in caduta libera di fronte allo spettacolo scoraggiante di interminabili e inefficaci sedute consiliari dove, su questioni importanti e urgenti, si versano fiumi di parole e non si prendono invece – come si dovrebbe e sarebbe interesse prioritario fare – decisioni tempestive e appropriate. In questa fase emergenziale serve uno sforzo collettivo, enorme e straordinario, e ognuno è chiamato a svolgere il proprio ruolo con coscienza e consapevolezza”.

 

“E’ URGENTE RECUPERARE CREDIBILITÀ”


“Il problema vero, urgente”, ha spiegato quindi la Presidente, “è la credibilità del nostro sistema Paese che, non solo da oggi, viene messa in dubbio. Per recuperarla, dobbiamo affrontare senza paura i cambiamenti necessari. La situazione è grave, ma non è impossibile”. Da qui l’appello finale: “Gli imprenditori sono consapevoli che l’unica vera ricchezza derivi dal lavoro e per San Marino non ci sono altre strade che questa: lavorare! E questo vale sia per le imprese che per i cittadini, ma soprattutto vale per la politica, che deve riuscire a essere efficace e rispondere adeguatamente alle pressanti aspettative del Paese. Ci aspettiamo dalla politica un cambio di passo, un nuovo metodo di lavoro. La complessità di questa evoluzione chiede il contributo di tutti, e come imprenditori siamo più che consapevoli che serviranno anche risorse. Ciò significa che bisogna prepararsi a questi sacrifici. Purché non siano fini a sé stessi, sia chiaro! Non ha senso chiedere più tasse a cittadini e imprese solo per ripagare un debito che dilaga ogni giorno di più. Non ha senso fare patrimoniali per mantenere una spesa corrente sproporzionata al suo contesto economico e sociale. È la caratura dell’obiettivo finale che determina simmetricamente il grado di sacrificio che la società sarà disposa a fare. Se l’obiettivo è salvare il Paese, restituire sicurezza economica e sociale, ridare competitività alle imprese perché possano crescere e garantire investimenti e occupazione, allora sì, nessuno potrà tirarsi indietro, nessuno potrà difendere il proprio orticello e tutti daranno il loro contributo affinché l’obiettivo sia raggiunto il più velocemente possibile”. E rivolgendosi ipoteticamente al futuro Governo, ma anche a tutte le altre parti sociali (tutte rappresentate in platea), la Presidente Neni Rossini ha tracciato una rotta su cui coinvolgerli tutti: “Ci auguriamo di poter ripartire da una serie di obiettivi, pochi e chiarissimi, che rappresentino realmente le priorità del Paese: un piano strategico che contenga tutto, dai problemi da risolvere alle linee di sviluppo. Dobbiamo avere ben presente chi siamo, limiti e potenziali, e cosa possiamo fare, ma anche dove vogliamo andare, per decidere come arrivarci, da qui a cinque, dieci o venti anni. E nessuno deve sentirsi chiamato fuori da questa sfida che ci coinvolge tutti, dalle più alte istituzioni e poteri dello Stato, fino al più semplice cittadino”.

 

LA PRIORITÀ


La priorità è la messa in sicurezza e rilancio del settore bancario. Su questo punto la Presidente Neni Rossini non ha dubbi: “Il Fondo Monetario Internazionale ha voluto incontrare nella sala del Consiglio Grande e Generale tutti i rappresentanti dei partiti e delle forze sociali per renderli edotti – dati alla mano – della grave situazione di difficoltà, puntando il dito sulla particolare vulnerabilità del sistema bancario generata dalla fuoriuscita di capitali e dal peso così elevato degli NPL che non ha eguali in nessun altro Paese. Il drenaggio persistente e massivo di risorse pubbliche da parte del sistema bancario”, ha spiegato Neni Rossini, “ha innescato una crisi di liquidità senza precedenti e insieme una crescita incontrollata del debito pubblico. La priorità è fermare l’emorragia e impedire il riacutizzarsi dello stato di sofferenza di quel settore bancario che, in questo passaggio tormentato, non riesce più a sostenere il mondo imprenditoriale come invece la sua stessa natura gli imporrebbe di fare. La difficoltà di accesso al credito nuoce agli investimenti e all’economia ma, come una slavina, trascina nella sua corsa anche il bilancio dello Stato. La maggior parte del debito pubblico infatti è assorbito dalle crisi delle banche, a iniziare da Cassa di Risparmio. La più grande e importante banca di San Marino, la cosiddetta ‘banca di sistema’, è oggi di proprietà pubblica: è stata salvata, ma non è affatto in salute. E poiché si tratta di un’azienda a carico della collettività ci permettiamo di sollecitare considerazioni che per qualsiasi azienda sarebbero basilari”. Per questo “occorre una profonda ristrutturazione dell’istituto. Da un lato è necessario riequilibrare le spese, che oggi superano le entrate rendendo insostenibile la gestione. Per farlo occorre razionalizzare senza indugio i costi di struttura e puntare con fermezza a obiettivi più ambiziosi di efficienza e competitività. Dall’altro è necessario identificare nuove tipologie di business per permettere alla banca di rilanciarsi e di offrire nuovi e più remunerativi servizi sul mercato sammarinese e su quello estero, che deve essere aperto. È il momento di reagire e di prendere decisioni difficili, con azioni forti all’interno dell’istituto e azioni legislative altrettanto determinate per adeguare le normative, introdurne di nuove e siglare gli opportuni accordi internazionali. La sfida è epocale e richiede misure straordinarie sostenute da una coerente, coesa e ferma volontà politica: indispensabile è l’istituzione di una specifica ‘unità di crisi’ per mettere in campo tempestivamente gli interventi più idonei affinché le nostre banche possano tornare a essere uno dei pilastri fondamentali di sostegno alle imprese e alle famiglie”.

 

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