Neni Rossini: “Le nostre imprese aumentano occupazione e fatturati, ma sempre con maggiore fatica”.
SAN MARINO – Si è svolta il 3 dicembre presso il Centro Congressi Kursaal l’Assemblea Generale dell’Associazione Nazionale Industria San Marino. Durante il confronto riservato ai Soci sono stati illustrati e dibattuti tutti i temi di stretta attualità, dal Bilancio dello Stato alla situazione del comparto bancario alle grandi riforme, fino a quelli che più si riflettono sull’attività delle imprese, come il mercato del lavoro, la burocrazia e gli sviluppi riguardanti l’IVA e la fatturazione elettronica. Tantissimi gli imprenditori associati presenti, a dimostrazione sia della grande attenzione verso queste tematiche, sia della compattezza di ANIS nell’affrontarle.
Conclusa la fase privata, l’Assemblea è stata aperta al pubblico: presenti quasi 200 persone tra imprenditori, professionisti e rappresentanti delle Istituzioni, dei partiti politici, delle associazioni economiche e delle organizzazioni sindacali.
Ad aprire i lavori, l’aggiornamento dell’Osservatorio ANIS sui dati di bilancio del quadriennio 2015-2018, presentato dal Dott. Simone Selva. L’analisi ha riguardato un campione significativo di aziende associate – ben 211, operanti in prevalenza nei settori Industria e Servizi – e dalle risultanze emergono molti dati positivi: sono cresciuti il fatturato complessivo, ma anche il numero dei dipendenti. Se resta alta la redditività (ROA di sistema 6,16%), è lievemente diminuita la capitalizzazione delle imprese (-15 milioni di euro) tra il 2017 e il 2018: la propensione a mantenere importanti quote di utili in azienda, che ha caratterizzato il triennio precedente, ha subito una inversione. In definitiva l’analisi conferma che il tessuto delle imprese Anis è solido, dinamico e fortemente orientato alla internazionalizzazione.
Ospite d’onore, il Prof. Mauro Marè, che ha analizzato l’attuale quadro economico internazionale e in particolare quello italiano, da cui ha preso alcuni spunti per metterlo a confronto con quello sammarinese. Su debito pubblico e sistema pensionistico, infatti, i due Paesi hanno dinamiche simili, pur facendo le dovute proporzioni. E le “ricette” sono sostanzialmente le stesse, ma “la priorità stabilizzare il debito”, ha ammonito il Prof. Marè, “perché se continua a crescere, i mercati vedono una situazione in cui i conti sono fuori controllo”. Quindi affrontare la riforma delle pensioni, “perché se diminuiscono gli attivi e aumentano i pensionati, è insostenibile”: aumentare l’età del pensionamento e passare ad un calcolo contributivo sono due spunti su cui riflettere, ad esempio. Poi c’è la fiscalità, “che non deve penalizzare la crescita”, per cui sarebbe meglio puntare sui consumi invece che su lavoro e impresa. In questa dinamica, “si inserisce anche l’IVA, che ha sicuramente molti più vantaggi che svantaggi”. Un insieme di possibili azioni, dunque, ma anche un monito alla politica, che non sempre segue ciò che la logica e i tecnici direbbero di fare: “Il rischio è che si tergiversi e si rimandino sempre gli interventi necessari”.
Quindi, l’attesa relazione del Presidente ANIS, Neni Rossini, che ha preso spunto dalle analisi dei due esperti che l’hanno preceduta, ribadendo il ruolo dell’Associazione: “Rappresentiamo l’economia reale, fatta di imprese vere che, come dimostrano i dati, investono e operano in contesti internazionali. Il manifatturiero sta trainando l’occupazione con un +9% nel 2018, quasi il doppio di quanto fatto da tutto il sistema. È questa l’economia reale che ha dimostrato di essere l’unica in grado di sostenere il Paese, come del resto sta facendo ormai da molti anni. Purtroppo, dobbiamo ammetterlo, sempre con maggiore fatica. Cosa che ci rammarica enormemente, perché come sistema avremmo tutte le carte in regola per ribaltare questa situazione e provare a crescere di più e più velocemente. Il problema vero, urgente, è la credibilità del nostro sistema Paese che, non solo da oggi, viene messa in dubbio. Per recuperarla, dobbiamo affrontare senza paura i cambiamenti necessari. La situazione è grave, ma non è impossibile”. Da qui l’appello finale: “Gli imprenditori sono consapevoli che l’unica vera ricchezza derivi dal lavoro e per San Marino non ci sono altre strade che questa: lavorare! E questo vale sia per le imprese che per i cittadini, ma soprattutto vale per la politica, che deve riuscire a essere efficace e rispondere adeguatamente alle pressanti aspettative del Paese. Ci aspettiamo dalla politica un cambio di passo, un nuovo metodo di lavoro. La complessità di questa evoluzione chiede il contributo di tutti. Serviranno anche risorse e bisogna prepararsi a questi sacrifici, purché non siano fini a sé stessi. Ci auguriamo di poter ripartire da una serie di obiettivi, pochi e chiarissimi, che rappresentino realmente le priorità del Paese: un piano strategico che contenga tutto, dai problemi da risolvere alle linee di sviluppo. Dobbiamo avere ben presente chi siamo, limiti e potenziali, e cosa possiamo fare, ma anche dove vogliamo andare, per decidere come arrivarci, da qui a cinque, dieci o venti anni”.