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L’Università degli studi di San Marino oltre “quota mille” studenti

da Redazione

L’annuncio del Rettore Corrado Petrocelli in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico. La Lectio Magistralis di Ferruccio De Bortoli sulla qualità della cittadinanza e della democrazia.

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di Alessandro Carli

 

L’inaugurazione del nuovo anno accademico 2019-2020 ha vissuto i due momenti più intensi tra il lungo applauso che ha accompagnato l’annuncio del Magnifico Rettore dell’Università degli Studi della Repubblica di San Marino sui numeri raggiunti dall’Ateneo (“Dopo i circa 850 iscritti di un anno fa, quest’anno abbiamo superato quota mille studenti” ha annunciato Corrado Petrocelli) e la Lectio Magistralis del dottor Ferruccio De Bortoli, incentrata sulla “Qualità della cittadinanza, qualità della democrazia” (nella foto sopra).

Il Rettore, dopo aver spiegato che “gli obiettivi sono stati raggiunti”, ha evidenziato che “l’Ateneo sta lavorando a un nuovo piano di sviluppo”.

Nel suo escursus Corrado Petrocelli si è soffermato, tra le altre cose, anche sul corso di laurea in Comunicazione e Digital Media che “ha chiuso anticipatamente le iscrizioni per l’anno accademico 2019-2020 visto il rapido raggiungimento della quota massima di studenti ammessi, stabilito in 60 matricole e raggiunto a soli 40 giorni dall’apertura dei termini”, l’attivazione del percorso magistrale in Ingegneria Gestionale e soprattutto sulle nuove necessità dell’Università. “Serve un organico più ampio – ha detto alla numerosa platea del Centro Congressi Kursaal e agli Eccellentissimi Capitani Reggenti Luca Boschi e Mariella Mularoni (nella foto sotto) – e professionalità con competenze specifiche. Abbiamo chiesto di ripristinare il contributo statale che sino al 2013 ci veniva concesso e che dall’anno successivo si è ridotto”.

L’Università di San Marino è arrivata sino a qui grazie agli avanzi del passato ma oggi – questo è il messaggio del Rettore – servono nuove risorse. Spazio poi a una serie di flash: la crescita della biblioteca che, attraverso le ultime donazione, è arrivata ad avere un patrimonio di circa 100 mila volumi, al successo del dottorato in storia, giunto alla 14esima edizione, e alle tante domande di studenti di tutto il mondo che vorrebbero formarsi sul Monte Titano e che non vengono accettate per motivi di spazio, la sinergia con la Fondazione Gualtiero Marchesi, il padre degli chef, l’apertura della strada che porterà agli spin off dell’Ateneo. Tra i professionisti che hanno frequentato l’Università di San Marino il Rettore ha ricordato Roberto Gualtieri, Ministro dell’economia e delle finanze del Governo Conte II. Capitolo a parte, il corso di Design industriale che ogni anno fa incetta di premi internazionali non solo nel packaging ma anche nel sociale.

 

LA LECTIO MAGISTRALIS DI DE BORTOLI


Al presidente della casa editrice Longanesi ed ex direttore dei quotidiani Il Corriere della Sera e Il Sole 24 Ore l’onore della Lectio Magistralis dell’anno accademico 2019-2020. “Dalla caduta del muro di Berlino (il 9 novembre 1989, ndr) la storia è cambiata – ha esordito – grazie a un giornalista italiano che lavorava all’ANSA. Un buon giornalista deve fare domande impertinenti e coraggiose”. Ebbene, alla domanda su quando sarebbe caduto il muro, Günter Schabowski, Membro del Politburo del Partito Socialista Unitario della Germania e Ministro della Propaganda della DDR, rispose: “anche subito”. “Gli stessi cittadini che 30 anni fa volevano evadere a Berlino Ovest – ha detto alla platea – sono gli stessi che oggi tirano su i muri”. Per De Bortoli “un giornalista è un testimone privilegiato e inconsapevole” che “deve essere sempre accompagnato da un sano e laico dubbio. Bisogna conoscere e avere l’umiltà di non sapere” ha aggiunto De Bortoli, e “conservare la propria indipendenza di giudizio”.

Nel suo intervento il presidente della casa editrice Longanesi si è soffermato sui social: “Anche loro testimoniano ma ritengono di sapere tutto con uno sguardo, come se la connessione fosse una laurea. Spesso i fatti sono assenti dalla superficie degli avvenimenti. Un buon giornalista li cerca e li porta in superficie”.

Per il dottor De Bortoli occorre “investire in capitale umano e in conoscenza. In Italia purtroppo si spende di più nel debito pubblico che in istruzione e formazione”.

“Viviamo nell’epoca della vita in diretta: spesso i leader si rivolgono direttamente ai cittadini evitando i giornalisti perché rappresentano un fastidio. Con questi cattivi esempi (senza citarlo, il riferimento è a Donald Trump, Presidente degli Stati Uniti d’America, ndr) la cittadinanza torna a uno stato tribale”. Dai social, così ancora De Bortoli, “arrivano spesso informazioni parziali o false”. Qualche dubbio lo ha espresso sulla “democrazia diretta della piattaforma Rousseau del Movimento 5 Stelle: “La democrazia digitale nasconde un inganno”.

Va riscoperta la bellezza del voto, che è “un dovere civico ma anche un diritto. L’astensione – ma rimarcato – non è una forma di voto. Senza una cittadinanza di qualità non si alzano le sorti di una democrazia”.

Infine, i giovani. “Non possiamo caricare le prossime generazioni di debiti. La contestazione peggiore è l’indifferenza. Il riscatto civico passa anche dall’Università”.

 

 

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