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Editoriale: dal tavolo istituzionale un nuovo metodo di lavoro

da Redazione

Onere del prossimo Governo sarà quindi quello di formalizzare delle proposte aperte, modificabili e migliorabili attraverso un confronto che sia finalmente reale e leale.

palazzo pubblico statua

 

di Alessandro Carli

 

Il Tavolo Istituzionale ha concluso il proprio impegno con l’approvazione del Bilancio che, come era facile intuire, ha avuto un taglio decisamente “tecnico” e poco programmatico. Visto lo stallo con il Consiglio Grande e Generale e il Governo fermi ai box in attesa della tornata elettorale dell’8 dicembre, il non aver affrontato le questioni più urgenti non ci ha affatto sorpresi, anche se ci si aspettava qualcosa in più. Quello che sorprende è invece il fatto che, di fronte a tale risultato, il Tavolo Istituzionale non verrà accantonato. Nella Legge di Bilancio è stato riproposto in una versione quadripartitica, quindi con una “gamba in più”. Unico aspetto positivo di questa esperienza è che si è partiti dalla condivisione dei dati aggiornati. Più di qualche dubbio invece sul metodo messo in campo. Il Tavolo Istituzionale, comunque, ha lanciato un segnale importante, che può essere sviluppato. Partendo dalla condivisione dei dati, occorrerà però impostare un percorso più efficace per decidere dove e come intervenire. Le riunioni plenarie sono corrette solo nel momento in cui c’è un’impostazione del lavoro per un confronto preliminare sui temi – e sono davvero tanti – che si vogliono affrontare. I confronti poi dovranno essere trasferiti successivamente ai tavoli più ristretti dove approfondire tutti i dettagli di natura più tecnica. Onere del prossimo Governo sarà quindi quello di formalizzare delle proposte aperte, modificabili e migliorabili attraverso un confronto che sia finalmente reale e leale, se si vuole arrivare a una vera condivisione.

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