Home FixingFixing “L’IVA può facilitare i rapporti con i Paesi dell’Unione europea”

“L’IVA può facilitare i rapporti con i Paesi dell’Unione europea”

da Redazione

L’approfondimento del Dott. Giuliani sull’interscambio commerciale. “Tanti gli interventi al seminario, le imprese sono proiettate verso l’esterno”.

SLIDE iva

 

di Daniele Bartolucci

 

L’IVA è l’imposta sui consumi, applicata sul valore aggiunto di ogni fase della produzione, di scambio di beni e servizi, più diffusa al mondo, con oltre 150 Paesi che l’hanno scelta. In particolare in Europa: già nel 1968 divenne infatti un’imposta unionale che gradualmente è stata poi adottata da tutti i Paesi membri. Ma non dalla Repubblica di San Marino, anche se da tempo si discute di una sua introduzione per superare l’imposta monofase.

Un dibattito a cui ANIS ha sempre partecipato attivamente, portando motivazioni a favore dell’IVA basate su dati e analisi tecniche, compreso l’ultimo seminario formativo condotto dal Dottor Giampaolo Giuliani, per approfondire tecnicamente la conoscenza di questo strumento e, di conseguenza, poter fare una scelta consapevole sul passaggio all’IVA o, al contrario, sulla permanenza della monofase.

 

Lei ha parlato di preconcetti sull’IVA, ma molti degli interventi in sala hanno evidenziato anche diverse problematiche che sono invece conseguenti alla mancanza di questo strumento, in particolare per l’interscambio tra San Marino e l’Unione Europea. L’IVA renderebbe più semplice l’operatività per le imprese sammarinesi nel mercato unico?

 

“E’ indubbio che se la Repubblica di San Marino si dotasse di un’imposta più orientata a quella degli altri Paesi e di un sistema che fosse più allineato alle direttive dell’Unione Europea, avrebbe più facilità a gestire i rapporti con gli altri Paesi membri oltre all’Italia che potrebbe sfociare in un vero e proprio accordo, grazie al quale le transazioni con altri Paesi UE sarebbero simili a quelli che operano ora con l’Italia”.

 

Parlando di Unione Europea, diverse domande hanno riguardato T2 e rappresentante fiscale, può fare chiarezza su questi due aspetti?

 

“I numerosi interventi su questi temi dimostrano con molta chiarezza come le aziende sammarinesi siano proiettate verso l’esterno. Detto questo, il T2 e il rappresentante fiscale costituiscono la soluzione all’impossibilità delle imprese di San Marino di far parte del mercato unico. In particolare, il T2 è il documento per accedere ai mercati dei vari Paesi membri UE e il rappresentante fiscale è lo strumento per poter fare operazioni più articolate rispetto a una mera cessione nei confronti di residenti italiani. Sarebbe interessante capire e studiare anche altri strumenti, ma oltre agli aspetti tecnici è fondamentale che ci sia la volontà politica di introdurli. Penso a titolo d’esempio ai depositi fiscali IVA”.

 

Nel seminario ha ribadito più volte la prerogativa della politica nella scelta delle aliquote, prefigurando anche la possibilità di applicarle con diversi obiettivi.

 

“Le caratteristiche dell’IVA consentono molte possibilità, è uno strumento molto versatile. Attraverso la determinazione delle basi imponibili, l’istituzione di regimi speciali e la scelta delle aliquote, è infatti possibile: aiutare specifici settori merceologici, contrastare le frodi e semplificare l’operatività e la burocrazia alle imprese. Ma anche rappresentare con chiarezza le scelte economiche della politica: se per esempio si decidesse di aumentare l’IVA anche di pochi punti, il consumatore capirebbe benissimo cosa è successo, perché lo vedrebbe nei prezzi. La politica, in pratica, deve assumersi le proprie responsabilità e non potrà nascondere la mano che ha lanciato il sasso quando decide delle aliquote, le quali, come detto rappresentano solo una piccola componente dell’imposta. Allo stesso modo, come emerso nel seminario, anche il progetto per l’introduzione dell’IVA a San Marino deve essere collegata ad un progetto di lungo respiro: il Paese deve decidere dove vuole arrivare e come vuole arrivarci. E se si vuole sviluppare il sistema economico, si dovrà introdurre un’IVA per favorire la crescita, non per fare cassa”.

 

LE “VAT QUICK FIXES” DAL 1 GENNAIO 2020 PER RENDERE PIÙ E SICURO IL SISTEMA NELLA UE

 

La Commissione UE ha da tempo (comunicazione del 7 aprile 2016, COM 2016 148 final) rappresentato la necessità di un rinnovamento del sistema IVA introducendo una maggiore attenzione alle piccole e medie imprese quale leva per la crescita e per lo sviluppo dell’Unione Europea e, parallelamente, per intensificare la lotta all’evasione dell’imposta e il contrasto alle frodi.

Ovviamente non imponendo “tutto e subito”, ma gradualmente, “a tappe”. E la prossima scadenza è il 1 gennaio 2020, quando diventeranno efficaci le disposizioni comunitarie (Direttiva 2018/1910, Regolamenti 2018/1909 e 2018/1912) relative alle cosiddette “VAT quick fixes” (azioni rapide): quattro linee di intervento che vertono sulla prova delle cessioni intraunionali, sull’iscrizione obbligatoria al VIES, sulle operazioni di call-off stock ed, infine, sulle transazioni a catena (triangolari).

L’obiettivo è migliorare e rendere più sicuro ed efficiente l’attuale sistema, in attesa dei più incisivi interventi per l’introduzione del sistema definitivo relativo agli scambi transfrontalieri tra imprese di Stati membri.

Entrando nel dettaglio, tre delle linee d’intervento sono state introdotte apportando alcune modifiche alla direttiva n. 2006/112/CE del 28 novembre 2006, mentre per la quarta linea è stato integrato il regolamento esecutivo UE n. 282/2011 del 15 marzo 2011.

Inoltre, con la citata Direttiva UE n. 2018/1910 sono state introdotte le modifiche alla Direttiva 112/2006 in materia di numero identificativo IVA, di transazioni “a catena” e di disciplina del cosiddetto call off stock, mentre con il regolamento 2018/1912 è stato modificato il regolamento n. 282/2011, introducendo le regole in materia di prova del trasferimento dei beni oggetto di una cessione intracomunitaria.

Queste modifiche, come detto all’inizio, produrranno effetto dal 1 gennaio 2020 e, in particolare per le triangolazioni in ambito comunitario, interesseranno da vicino anche le imprese sammarinesi.

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