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“Doing Business 2020”, la Repubblica di San Marino scende dall’88° al 92° posto

da Redazione

Nel report di Banca Mondiale il Titano ha perso quattro posizioni rispetto a 12 mesi fa: migliora l’avvio di un’impresa, peggiorano l’accesso al credito e il permesso per le costruzioni.

Tabella Doing Business 2020

 

di Alessandro Carli

 

Nella classifica mondiale dei Paesi in cui c’è più “facilità nel fare impresa”, la Repubblica di San Marino in un anno è retrocessa di quattro posizioni. Il “Doing business 2020”, il report pubblicato dalla Banca Mondiale e giunto alla 17esima edizione, analizza la disciplina normativa e fiscale che si applica alle imprese durante il loro intero ciclo di vita: dall’avvio di un’attività, sino all’accesso al credito e passando per il commercio internazionale, il fisco, il registro dei titoli di proprietà e la tutela di chi investe. E su queste “voci” il Monte Titano, nel giro di 12 mesi, è scivolato dall’88esima alla 92esima posizione, alle spalle di Paesi come El Salvador (91°) e il Bhutan (89°) e subito prima di St. Lucia (93°) e Nepal (94°). Anche in Italia (58°) è più facile “fare impresa” che a San Marino. I dati del “Doing Business 2020”, segnala Banca Mondiale, sono aggiornati al 1 maggio 2019.

 

LA FOTOGRAFIA DETTAGLIATA DEL TITANO


La nota introduttiva di Banca Mondiale è sintetica ed esaustiva: “San Marino ha facilitato l’avvio di un’impresa estendendo la scadenza a depositare il capitale versato”. L’indice che ha fatto registrare il miglioramento più importante (circa 20 posizioni) è proprio quello relativo all’avvio di un’impresa: la 113esima piazza (su 190 Paesi esaminati da World Bank) del 2019 è diventata la 92esima nell’edizione 2020. Stessa posizione (92°) ma al ribasso rispetto al passato per quel che concerne i permessi per le costruzioni: nel 2019 eravamo al 72esimo posto (-20 quindi), un dato su cui riflettere e su cui si deve intervenite in quanto il comparto potrebbe ancora tornare ad essere uno dei volani dell’economia del Monte.

Peggiorano poi l’allacciamento dell’elettricità (dalla 18esima del 2019 all’attuale 26esima), la registrazione della proprietà – seppur di poco, dalla 101esima piazza a 102esima – e soprattutto l’accesso al credito: la “poco invidiabile” posizione dello scorso anno, la 144esima, oggi è diventata la 152esima. D’altronde poco o nulla è stato fatto per ristrutturare il comparto.

Crolla verticalmente invece la protezione degli investimenti che in 12 mesi è passata da 117esima a 162esima (vanno approfonditi quindi i motivi che ne hanno determinato il crollo) mentre perde, seppure di poco ma perde, la voce sul pagamento delle tasse (47° nel 2020, 42° nel 2019, una distanza siderale dal posto numero 14 del 2017).

Il rispetto dei contratti si è mantenuto più o meno sui livelli del 2019 (da 82° a 81°), così come la risoluzione delle insolvenze (da 105° dello scorso anno a 106° del 2020). Confermato infine il 20esimo posto sulle “Operazione commerciali transfrontaliere”.

Insomma, gli indici che impattano sulla competitività delle aziende – eccezion fatta per l’avvio di un’impresa – anche per il 2020 sono quasi tutti in contrazione.

 

AVVIO DI UN’IMPRESA: TEMPI, COSTI E PROCEDURE


Sul sito www.doingbusiness.org si trova la scheda di San Marino che contiene le procedure, i tempi e i costi che deve affrontare un imprenditore per avviare la sua attività. Per la “verifica del nome dell’impresa” ci si deve rivolgere a un notaio, sarà lui a effettuare una ricerca per nome presso l’Ufficio delle attività economiche (Ufficio Attività Economiche) per assicurarsi che non ci sia già una società registrata con lo stesso nome. Questo passaggio richiede un giorno e nessun addebito. Serve sempre un giorno per effettuare la registrazione degli atti dell’azienda presso l’Ufficio del Registro e delle Ipoteche. Tra imposte di bollo, certificati, notaio, registro, eccetera, i costi ammontano a circa 2 mila euro. Cinque giorni invece per la registrazione all’Ufficio Attività Economiche, due per ottenere il certificato. Il codice operatore economico – che può essere richiesto anche online – viene dato in meno di un giorno. Sempre 24 ore poi per la licenza commerciale. L’imprenditore, si legge nella scheda, deve pagare la tassa di licenza commerciale presso l’Ufficio del Registro e delle Ipoteche – Segreteria di Stato per le Finanze e il Bilancio. Il pagamento può essere effettuato di persona presso l’ufficio oppure online tramite www.pa.sm. La licenza iniziale costa 1.700 euro. Dopo il primo anno, la licenza viene rinnovata ogni anno al costo di 650 euro per una società a responsabilità limitata.

 

COSA INDICANO LE 10 “VOCI”


Starting a business: procedure, tempi, costi e capitale minimo versato per avviare un limitato società di responsabilità civile per uomini e donne.

Dealing with construction permits: procedure, tempi e costi per completare tutte le formalità per costruire un magazzino e il controllo di qualità e meccanismi di sicurezza nel sistema di permessi di costruzione.

Getting electricity: procedure, tempi e costi per collegarsi alla rete elettrica, il affidabilità dell’approvvigionamento di energia elettrica e trasparenza delle tariffe.

Registering property: procedure, tempi e costi per trasferire una proprietà e la qualità del sistema di amministrazione del territorio per uomini e donne.

Getting credits: Leggi collaterali mobili e sistemi di informazioni sul credito.

Protecting minority investors: diritti degli azionisti di minoranza nelle operazioni con parti correlate e in governo d’impresa.

Paying taxes: pagamenti, tempo e imposta totale e tasso di contribuzione per un’impresa a rispettare tutte le normative fiscali e i processi di postfilazione.

Trading across borders: tempo e costo per esportare il prodotto del vantaggio comparativo e importare i ricambi.

Enforcing contracts: tempo e costi per risolvere una controversia commerciale e la qualità di processi giudiziari per uomini e donne.

Resolving insolvency: tempo, costo, esito e tasso di recupero per insolvenza commerciale e la forza del quadro giuridico per l’insolvenza.

 

I MIGLIORI PAESI DOVE FARE AFFARI

 

I 10 migliori posti al mondo per fare affari, secondo lo studio, sono la Nuova Zelanda (con un punteggio di 86,8 su 100), Singapore (86,2), Hong Kong e Cina (85,3), Danimarca (85,3), Repubblica di Corea (84), USA (84), Georgia (83.7), Regno Unito (83.5), Norvegia (82.6) e Svezia (82). Le economie che ottengono il punteggio più alto sulla facilità di classifica aziendale condividono diverse caratteristiche comuni, incluso l’uso diffuso di sistemi elettronici. Le prime economie hanno processi di incorporazione di attività online, piattaforme di deposito fiscale elettronico e consentono procedure online relative ai trasferimenti di proprietà. Inoltre, 11 economie hanno procedure elettroniche per le autorizzazioni di costruzione. In generale, le 20 migliori performance hanno una solida regolamentazione aziendale con un alto grado di trasparenza.

 

LE ECONOMIE CHE SONO MIGLIORATE DI PIÙ

 

“Doing business” guarda anche a quali economie sono migliorate di più: in ordine sono Arabia Saudita, Giordania, Togo, Bahrain, Tagikistan, Pakistan, Kuwait, Cina, India e Nigeria.

In Arabia Saudita, le autorità hanno istituito uno sportello unico per l’incorporazione di società ed hanno eliminato l’obbligo per le donne sposate di fornire documentazione aggiuntiva al momento della richiesta di una carta d’identità nazionale.

 

NOVITÀ NELL’EDIZIONE 2021


L’edizione 2012 del “Doing Business” includerà i contratti con il governo indicatore impostato nel calcolo della facilità di fare impresa.

Il contratto gli indicatori governativi misura le procedure e i tempi per aggiudicarsi un contratto di appalto pubblico secondo un case study standardizzato focalizzato sul settore delle infrastrutture.

L’edizione del 2021, si legge nel sito ufficiale di Banca Mondiale, “valuterà anche la conformità di regolamentazione con buone pratiche riconosciute a livello internazionale. Come nel caso degli altri argomenti inclusi in Doing Business, i dati identificano le fonti di ritardo e di spreco delle risorse”.

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