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Comites: infermieri sammarinesi “confinati” entro il confine

da Redazione

SAN MARINO – Nel panorama complesso e in continua evoluzione della sanità sammarinese ci sono figure che svolgono una funzione imprescindibile nell’attività di assistenza dei malati ed alle quali vengono richieste competenze sempre maggiori. Tra queste figure c’è sicuramente quella dell’infermiere che affiancandosi a quella del medico svolge un’attività terapeutica, palliativa, riabilitativa, educativa e preventiva rivolta all’individuo. L’infermiere, in qualità di responsabile della pianificazione e gestione del processo assistenziale, diviene garante della corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico-terapeutiche, collaborando con tutte le altre figure professionali impegnate nel trattamento dei pazienti ricoverati presso l’Istituto di Sicurezza Sociale.

Il punto di osservazione dell’infermiere professionale è senza dubbio privilegiato rispetto a quello degli altri componenti dell’équipe sanitaria, essendo maggiormente a contatto con il paziente durante tutto l’arco della giornata; dal risveglio, all’addormentamento. Sicuramente un’attività complessa la sua, considerato che opera in una moltitudine di contesti e ruoli diversi, dai blocchi operatori ai reparti, dalle aree critiche come pronto soccorso e sala operatoria ai servizi sul territorio come l’assistenza domiciliare.

Alle complessità che caratterizzano l’attività infermieristica si aggiungono gli ostacoli burocratici con cui attualmente devono fare i conti gli infermieri. Uno di questi è dato dall’impossibilità per gli infermieri sammarinesi di lavorare, specializzarsi, partecipare a concorsi pubblici ed ampliare le loro competenze lavorative in Italia.

Dal 2014 i collegi degli infermieri delle province italiane, nel frattempo trasformatisi in Ordini, in base a una direttiva del Ministero della Salute, non possono più iscrivere all’Albo professionale gli infermieri che non hanno un domicilio/residenza nel territorio di competenza. L’iscrizione all’Albo, in Italia, è requisito indispensabile per svolgere, sia nel pubblico che nel privato, la professione di infermiere e partecipare a Master di specializzazione.

San Marino, dal canto suo, non prevede un albo professionale degli infermieri, di conseguenza risulta loro preclusa la possibilità di lavorare in Italia.

Del rischio che la sanità sammarinese possa perdere queste importanti professionalità se ne è parlato all’incontro avvenuto la settimana scorsa tra Alessandro Amadei, vicepresidente del Comites San Marino e Laura Garavini, capogruppo al senato di Italia Viva la quale si è detta preoccupata del fatto che il problema stia interessando anche tanti infermieri cittadini italiani residenti sul Titano che svolgono la professione presso l’Istituto di Sicurezza Sociale. Da qui la necessità, secondo la senatrice Garavini, che il Governo Italiano si attivi quanto prima per siglare con San Marino uno specifico accordo sulla materia che consenta di superare l’impasse.

 

Comites San Marino

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