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Le richieste della Consulta per l’Informazione alle forze politiche

da Redazione

SAN MARINO – Da quando la Legge n.211 del 5 dicembre 2014 l’ha istituita, la Consulta per l’Informazione opera nell’alveo tracciato dalla legge stessa, una norma che fin da subito ha mostrato limiti piuttosto evidenti sia nei concetti espressi, che nelle procedure adottate. Dopo una fase di studio e dopo i primi inevitabili inciampi, a cominciare dalla stroncatura da parte del Commissario Europeo per i Diritti Umani, è stato chiaro a tutti come a questa legge vada messa mano con una certa urgenza. Abbiamo sensibilizzato la politica ricevendo, ad onor del vero, aperture formali che ci avevano illuso fossimo sulla buona strada. Avevamo dato piena disponibilità – e la ribadiamo oggi – a collaborare qualora il legislatore ritenesse di avvalersi dell’esperienza di chi fa informazione tutti i giorni, per mestiere; di chi quotidianamente si affanna nel tentativo di garantire al contempo indipendenza degli operatori dell’informazione e rispetto pieno di una legge dello Stato nella quale, lo diciamo senza timori, il peso della politica è sbilanciato e pericoloso. Dal “nullo assoluto” al “tutto assoluto” abbiamo una Consulta nella quale convivono giornalisti ed editori, registri comuni per professionalità diverse, abbiamo un organo disciplinare la cui nomina politica impedisce all’Ordine dei Giornalisti italiano il mutuo riconoscimento. Abbiamo perso un sacco di tempo, ma vogliamo guardare avanti. E con queste poche e appassionate righe siamo a chiedere in quale punto del vostro programma elettorale compaia “l’informazione” e quale priorità abbia la revisione della legge in vigore. Abbiamo avuto per troppo tempo l’impressione di dover guidare una macchina col motore ingolfato e vorremmo che chi guarda la televisione, legge un giornale o consulta un portale fosse garantito da professionisti del settore in possesso di requisiti certi per svolgere le mansioni liberi da condizionamenti. Una informazione di tutti garantisce la libertà di tutto il Paese. L’occasione ci è propizia per ricordare che la Consulta per l’Informazione segue con preoccupata attenzione i purtroppo non rari attacchi alla libertà di stampa e ai giornalisti e non mancherà di adoperarsi, per quanto di propria competenza, nella tutela degli operatori dell’informazione. Certi di una vostra attenzione, ribadiamo l’emergenza ma anche la piena disponibilità a collaborare come sempre gratuitamente per migliorare le cose.

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