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Repubblica di San Marino, cresce l’utilizzo dei pagamenti elettronici

da Redazione

Carte di debito e di credito, nel 2018 “spesi” 330 milioni di euro, nel 2017 invece 297 milioni. Tetto ai contanti, sul Titano si può prelevare più che in Italia.

pagamenti elettronici RSM

 

di Alessandro Carli

 

Le discussioni sul “tetto al contante tra privati” che sta accendendo gli animi in Italia – la proposta del Decreto Fiscale (che fa riferimento alla Legge di Bilancio 2020) è quella di abbassare la soglia dagli attuali 3 mila euro a 1.000 euro nel 2022 – e le difficoltà che han a prendere piede l’utilizzo delle carte al posto dei soldi “materici” (su questo argomento il sottosegretario al ministero dell’Economia e delle Finanze Pier Paolo Baretta a Radio 24 ha affermato che “stiamo discutendo con l’Associazione bancaria italiana” sulla possibilità di una “riduzione delle commissioni per favorire i commercianti nell’utilizzo del POS” e che “anche la riduzione dell’uso del contante deve essere accompagnata da una facilitazione dell’uso della moneta elettronica” per cui “chiediamo alle banche riduzione delle commissioni per l’uso del bancomat”) – vengono osservate con il giusto interesse anche da San Marino e ci offrono lo spunto per approfondire la realtà locale.

Quali sono i “limiti” per i cittadini della Repubblica? E, viste le tendenze in crescita dell’utilizzo delle carte al posto dei contanti soprattutto nel Nord dell’Europa – ci sono Paesi che vantano indici di pagamenti elettronici altissimi (nel “Cashless society index Ambrosetti 2019” si legge che in “Svezia l’84,6% del totale dei pagamenti viene effettuato con e-card” e che “entro il 2023 il paese punta a diventare la prima nazione cashless del mondo, con un’economia 100% digitale”) -, quali sono i flussi (e le abitudini) degli abitanti del Titano? Partiamo dalla prima domanda: a San Marino la “soglia” è di 10 mila euro.

 

ANCHE SUL MONTE SI RIDUCE IL CONTANTE

 

La “Relazione Consuntiva 2018” della Banca Centrale della Repubblica di San Marino affronta l’argomento in maniera piuttosto esaustiva. Anche nel sistema bancario sammarinese si conferma la riduzione dell’utilizzo del contante da parte della clientela, benché in misura più contenuta rispetto al passato. Tale riduzione è confermata dall’indicatore del turnover del contante (ottenuto rapportando la media trimestrale dei prelievi allo sportello, prelievi da sportelli automatici e versamenti allo sportello rispetto alla media trimestrale dei debiti verso clientela, dato che approssima la parte di raccolta utilizzabile con funzione monetaria), che presenta valori in calo dal 7,3% del 2017 al 6,7% del 2018. Tale fenomeno – rimarca la “Relazione Consuntiva del 2018” – è spiegato dalla “riduzione della media trimestrale dei prelievi e versamenti di contante” ma anche “dall’aumento della media trimestrale dei debiti verso clientela”. In dettaglio, tra il 2017 e il 2018 i prelevamenti di contante hanno subito una diminuzione di 18 milioni (5,4%), mentre i versamenti di contante, nello stesso periodo, si sono ridotti di 9 milioni di euro (-2,9%). Nell’anno in esame (2018) il totale dei prelievi è risultato pari a euro 305 milioni, di cui 112 milioni di euro eseguiti tramite sportelli automatici (pressoché invariati rispetto al 2017) a fronte di versamenti che, nello stesso periodo, sono stati pari a euro 287 milioni di euro. L’aggregato dei prelievi allo sportello (esclusi ATM, gli “Automated Teller Machine” ovvero gli “sportelli automatici”, ndr) è passato da euro 131 milioni del primo trimestre 2012 a euro 51 milioni nel quarto trimestre 2018 con una riduzione del 61,1%. L’aggregato costituito dai versamenti di contante, è passato da euro 111 milioni del primo trimestre 2012 a euro 72 milioni del quarto trimestre 2018 registrando una diminuzione del 35%.

L’esame della ripartizione per residenza e quella per settori di attività economica conferma, anche per il 2018, la flessione dei prelievi di contante da parte di famiglie con residenza in Italia, attestatisi a 20 milioni, contro i 23 milioni nel 2017 (-14,9%) e delle famiglie con residenza nella Repubblica di San Marino, pari a 142 milioni (153 milioni a fine 2017, -7,2%). Con riguardo alle operazioni di versamento contante, si rileva la diminuzione dei versamenti di contante da parte di famiglie con residenza sul Monte Titano, attestatisi a 70 milioni, contro i 74 milioni nel 2017 (-6,3%).

 

I PAGAMENTI TRAMITE LE CARTE

 

Interessanti sono anche i volumi di pagamento tramite carte di credito e di debito al 31 dicembre 2018. Per quanto riguarda le carte di credito, ce ne erano in circolazione 13.306; il numero di operazioni eseguite è stato di 1.144.787 per un importo di 93.445.504 euro. Nel 2017 invece circilavano 12.168 cvarte di credito; l’importo delle operazioni di credito è stato di 71 milioni e 978 mila euro.

Numeri più alti invece per le carte di credito: erano 35.481 quelle in circolazione (sempre nel 2018) con le quali sono state fatte 2.933.278 operazioni per un importo complessivo di 234.144.784 euro. L’anno prima si era concluso con 33.485 carte e un importo delle operazioni di poco più di 225 milioni.

 

COMMERCIO ONLINE PER TRE FAMIGLIE SU QUATTRO

 

In merito all’e-commerce invece ci viene incontro il report dell’UPECEDS: oltre tre famiglie sammarinesi su quattro (75,8%), sempre nel 2018, ha effettuato acquisti su Internet.

 

IL PRELIEVO DEI CONTANTI IN EUROPA

 

Chiara e facilmente consultabile è l’indagine firmata da Europe-consommateurs.eu che “sintetizza” i limiti ai prelievi nei diversi Paesi.

Nel Regno Unito i consumatori possono effettuare pagamenti in contanti senza limiti. Tuttavia, gli operatori devono registrarsi presso le autorità fiscali come “rivenditori di valore elevato” se accettano pagamenti in contanti superiori a € 15.000.

Le persone residenti in Francia ai fini fiscali possono effettuare acquisti in contanti fino a un valore di € 1.000. Per i non residenti, il limite è di € 15.000. Finché gli importi da pagare sono al di sotto di questi limiti, il professionista deve accettare contanti.

In Germania invece non è previsto alcun limite ai pagamenti in contanti per l’acquisto di beni (l’80% delle transazioni al dettaglio è in contanti, ndr), così come zero limiti anche per Malta, Cipro, Austria. In Spagna, dal 2012, il limite è di € 2.500 (per i residenti in Spagna) e di € 15.000 (per i non residenti). Se l’importo è superiore a questi (in ciascun caso), il pagamento deve essere effettuato tramite bonifico bancario. In Italia, come detto in apertura, dal 1° gennaio 2016, i pagamenti in contanti sono consentiti solo fino a un importo di € 2.999,99. Per importi superiori, è necessario utilizzare carte di debito, carte di credito, assegni non trasferibili o bonifici bancari.

Dal 2014 il limite in Belgio è di € 3.000. Ciò vale non solo per l’acquisto di beni, ma anche per servizi, come i servizi di un agente immobiliare, il consulente ICT, eccetera.

Stesso importo (3 mila euro) anche in Slovacchia. In Grecia il “tetto” è stato fissato a 1.500 euro, in Bulgaria a circa 5.100 euro, in Romania è di 2.100 euro, in Repubblica Ceca di 14 mila euro, in Polonia e in Croazia invece di 15 mila euro.

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