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I seggiolini antiabbandono e le e-bike: il nuovo mondo dei RAEE

da Redazione

Il corretto conferimento assicura un percorso “virtuoso” di riciclo. Sia i cellulari che gli auricolari bluetooth rotti non vanno nell’indifferenziato.

e-bike

 

C’erano una volta solo vecchi frigoriferi, lavatrici e le radio. Oggi, insieme a loro ci sono le e-bike, i monopattini elettrici, gli auricolari bluetooth e persino – in attesa che entri in vigore l’obbligo – i seggiolini antiabbadono. Tutti questi prodotti hanno in comune un elemento: quando arriveranno al termine della loro vita, diventeranno dei RAEE, ovvero dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche. Esempi possono essere i robot aspirapolvere, la cui offerta è decisamente lievitata negli ultimi anni, ma anche le biciclette a pedalata assistita che stanno registrando un vero e proprio boom di vendite dopo anni di presenza sul mercato. Nel novero tra i prodotti che, una volta non più funzionanti, devono essere considerati come dei rifiuti elettronici ci sono anche le sigarette elettroniche.

“Possiamo identificare come RAEE tutti quei rifiuti che hanno al loro interno una componente elettrica o elettronica – spiega Giancarlo Dezio, direttore generale di Ecolight -. È un insieme estremamente variegato per tipologia, dimensioni e funzionalità, ma questo non deve distrarre l’attenzione dalla necessità di conferirlo in modo corretto”.

Gli elettrodomestici non più funzionanti sono un classico esempio di rifiuto elettronico. Ma fanno parte del gruppo anche gli smartphone rotti, così come i telecomandi, le stufe elettriche e le lampadine siano queste a risparmio energetico, neon o a led. Tutti condividono l’obbligo di seguire un preciso percorso di raccolta, trattamento e smaltimento. “Se guardiamo ai principi che muovono l’economia circolare, i RAEE rappresentano un’importante risorsa: sono infatti riciclabili per oltre il 90% del loro peso e dai rifiuti elettronici è possibile ottenere importanti quantitativi di plastica, ferro, alluminio e vetro” prosegue Dezi.

Senza contare che molti di questi prodotti hanno al loro interno una batteria che, per non inquinare l’ambiente, necessita di essere smaltita correttamente. Come i cellulari o i frullatori più comuni, anche gli auricolari bluetooth rotti non possono essere messi nell’indifferenziato. Devono essere portati alla piazzola ecologica del proprio Comune, oppure lasciati in negozio al momento dell’acquisto dell’apparecchio nuovo sostitutivo. Nei punti vendita più grandi (oltre 400 mq di superficie di vendita) è possibile lasciarli gratuitamente anche senza acquistare nulla. Gli obblighi di ritiro gratis valgono anche per le vendite effettuate online.

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