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Un polo di 350 mq. per trasformare carta e cartone in MPS

da Redazione

Lo aprirà la IAM a Gualdicciolo con l’obiettivo di ottimizzare i costi. Mirkare Manzi: “Le Materie Prime e Seconde sono escluse dal regime dei rifiuti”.

Mirkare

 

di Alessandro Carli

 

Impianti sempre più pieni e costi che sono schizzati alle stelle. Anche San Marino, come la vicina Italia (ma non solo), sta affrontando il problema dei rifiuti. “Negli ultimi cinque anni – esordisce Mirkare Manzi, responsabile tecnico della IAM srl – i limiti si sono a mano a mano sempre più ridotti. Se solamente 15 anni fa le autorizzazioni ambientali rilasciate sulla gestione dei rifiuti (tot tonnellate all’anno a singolo impianto, ndr) ‘coprivano’ senza problemi i quantitativi prodotti, nell’ultimo lustro il raggiungimento dei ‘tetti’ stabiliti viene raggiunto sempre prima: lo scorso anno a ottobre, nel 2019 già a settembre”.

Con la conseguenza immediata che molte aziende della Repubblica, davanti ai “conti” che devono affrontare per il ritiro e il trasporto dei rifiuti, hanno “alzato la voce”. Eppure, prosegue Mirkare Manzi, non è una novità. “Si tratta di un problema di produzione ma anche gestionale che non dipende da noi ma dalle normative internazionali”. Queste “linee di indirizzo” sottendono, e nemmeno troppo “tra le righe”, un problema di spazi in cui collocare i rifiuti.

“Le politiche ambientali, improntate sulla filosofia ‘zero waste’ e sui materiali eco-compatibili, crea più di un problema: molte imprese immettono nei mercati una serie di prodotti riciclabili ma mancano tutti quegli indirizzi programmatici e attivi su come recuperarli” sottolinea il responsabile tecnico della IAM srl. “Tra i soldi legati ai mezzi che servono per il trasporto – gasolio, personale, eccetera – oggi costa di più usare materiali riciclabili che quelli nuovi” commenta con un po’ di amarezza Manzi.

Come detto, il mercato è saturo, sempre più saturo.

“Siamo davvero al ‘punto zero’, oggi i rifiuti di carta e cartoni non hanno più valore, anzi. Se lo consegno a una cartiera o lo commercializzo non ho più margini di guadagno: di questa tipologia di rifiuto ce n’è talmente tanta nel mondo che l’eccessiva ‘offerta’ ha abbattuto i ricavi. Se da un lato imprese e cittadini sono diventati più virtuosi e hanno imparato a riciclare, dall’altro questi materiali non trovano più spazio”.

Se solo pochi anni fa – parliamo del 2016, non degli Anni Novanta – carta e cartone venivano pagati 7 o 8 centesimi al chilo, oggi il loro valore è zero. “Quando avevano un valore economico, seppur contenuto, aveva un senso chiamare IAM per il ritiro dei materiali, ma oggi chi va a coprire i costi che deve sostenere un’azienda che si occupa di gestione di questi rifiuti?”.

Serve quindi un lavoro a monte. Ed è quello che ha messo in campo la IAM: “Non sappiamo se sia la strategia giusta oppure no, ma abbiamo deciso di attivare un polo per la compattazione delle MPS (Materie Prime Seconde, ndr), un nuovo centro di trasformazione dei rifiuto cartaceo, con il fine di ottimizzare i costi”. Il nuovo centro si trova a Gualdicciolo e ha una superficie di 350 metri quadrati: all’interno lavoreranno una serie di macchina preposti alla “trasformazione” come ad esempio una pressa compattatrice e una piccola macchina che selezionerà il ‘Cartone 100’ dalla cosiddetta “cartaccia”.

Già dal mese di novembre quindi usciranno materiali pronti per le cartiere che, dal punto di vista normativo, non saranno etichettati ed esportati come “carta e cartone” bensì come MPS, che sono escluse dal regime dei rifiuti e che hanno un “valore” di mercato – non enorme ma comunque un po’ più alto dello “zero” – che permetterà alla IAM srl di “coprire” le spese vive e di “superare” i paletti normativi, continuando quindi a conferire in Italia materiali – carta e cartone – però “trasformati”.

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