Home FixingFixing Tanti i tavoli che il Titano deve riaprire con il Governo “Conte bis”

Tanti i tavoli che il Titano deve riaprire con il Governo “Conte bis”

da Redazione

Da risolvere diverse questioni che riguardano le imprese. A iniziare da quelle dei trasporti, perché i temi non si esauriscono con il “caso targhe”. Fatturazione elettronica, interscambio commerciale e pensioni dei frontalieri le principali.

governo conte bis

 

di Daniele Bartolucci

 

Il Governo giallo-rosso e le partite aperte con il Titano. Dopo nemmeno un mese dalla fine del precedente Governo, voluta dalla Lega di Salvini, l’Italia è ripartita con una nuova maggioranza (M5S, PD e LEU) e un nuovo esecutivo, guidato ancora una volta da Giuseppe Conte. Cambia la maggioranza e cambia la squadra, ma anche il programma e probabilmente l’approccio in diverse materie, a iniziare da quelle economiche e dei diritti delle persone. Ma non sono solo gli italiani a guardare con attenzione alle nuove dinamiche politiche e soprattutto economiche dell’esecutivo “giallo-rosso”. C’è l’Europa, innanzitutto, che sembra gradire la soluzione del “Conte bis”, ma c’è anche San Marino. L’antica Repubblica è legata a doppio filo all’Italia da sempre, ma molte sono le questioni tecniche e non solo che devono essere affrontate e che, per diverse motivazioni, con il Governo M5S-Lega sono rimaste bloccate. Basti pensare all’interscambio commerciale, alla fatturazione (già prevista quella elettronica, ma mancano diversi passaggi) e a tutte le dinamiche del lavoro (frontalieri, pensioni, sanità…). Senza dimenticare il “caso targhe”. Con il cambio degli interlocutori, quindi, si capirà anche quali delle due parti abbia frenato gli accordi: se è stata l’Italia, quindi, o se la colpa è di San Marino e dei suoi rappresentanti. Ma anche se i rapporti diplomatici tra i due Paesi, tra politici e funzionari, siano così “buoni” come si dice o qualche problema c’è. Al Governo di Giuseppe Conte, e in particolare al suo Ministro agli Esteri Luigi Di Maio, il compito di chiarire queste posizioni. Detto questo, anche a San Marino servirà un Governo in grado di dialogare con quello italiano, una politica che sappia quindi riallacciare rapporti bilaterali con questa nuova maggioranza. In questo senso, la crisi innescata sotto Ferragosto – e di cui non sono chiari né i contorni né le soluzioni – non aiuterà.

 

I NUOVI MINISTRI: DI MAIO AGLI ESTERI


Luigi Di Maio, leader politico dei 5 Stelle, è il nuovo Ministro degli Esteri italiano. Sarà lui, in pratica, a dialogare con San Marino per primo e probabilmente su più tavoli. Una situazione che a livello politico fa subito sorgere una domanda: chi ha rapporti, da San Marino, con i 5 Stelle e il loro leader? Perché oggi più che mai questi rapporti diventeranno fondamentali. Come del resto anche con il PD (con cui i rapporti, invece, dovrebbero essere abbastanza solidi da tempo) e con gli altri Ministri, perché le questioni sono tante e su diversi fronti: Luciana Lamorgese all’Interno, Roberto Gualtieri all’Economia, Nunzia Catalfo al Lavoro, Dario Franceschini alla Cultura con delega al Turismo, Francesco Boccia agli Affari regionali, Vincenzo Spadafora allo Sport, Alfonso Bonafede alla Giustizia, Lorenzo Guerini alla Difesa, Stefano Patuanelli allo Sviluppo, Teresa Bellanova alle Politiche agricole, Sergio Costa resta all’Ambiente, Paola De Micheli alle Infrastrutture, Lorenzo Fioramonti all’Istruzione, Roberto Speranza alla Salute, Federico D’Incà ai Rapporti con il Parlamento, Paola Pisano all’Innovazione tecnologica, Fabiano Dadone alla Pubblica Amministrazione, Giuseppe Provenzano al Sud, Elena Bonetti alle Pari Opportunità, Enzo Amendola agli Affari Europei e Riccardo Fraccaro sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.

 

TRASPORTI, NON C’È SOLO IL “CASO TARGHE”


Nell’interscambio commerciale tra San Marino e l’Italia, molti sono i fattori che entrano in gioco e con essi anche tantissime tipologie di imprese, a iniziare da quelle operanti nel settore dei trasporti. Il problema più attuale è il cosiddetto “caso targhe” generato dal Decreto Sicurezza, che vieta ai lavoratori frontalieri italiani di guidare mezzi targati San Marino (ovviamente sul suolo italiano), compresi quelli utilizzati per lavoro e di proprietà delle aziende di cui sono regolari dipendenti. Le conseguenze sono state fermi e sequestri, ma soprattutto un rischio per centinaia di aziende sammarinesi, ma una soluzione non è stata trovata nonostante sia passato quasi un anno. Non una modifica alla legge (forse perché per modificarla si rischiava di vedersi accodare altre decine di emendamenti?) né una soluzione diplomatica, neppure quella – ideata e proposta da ANIS – di superare il Decreto Sicurezza semplicemente rilevando che gli Accordi e le Convenzioni in essere, in quanto leggi speciali, siano superiori a quelle ordinarie. Chissà se con il nuovo Governo si arriverà ad un soluzione in tempi rapidi? Lo stesso dicasi delle altre questioni sui trasporti, dal cabotaggio in giù, arrivando a tutte le certificazioni che sono richieste per operare in Italia (la maggior parte sono Direttive europee, ndr) e che rendono sempre complicata la vita alle imprese sammarinesi.

Abbinato a questo tema, c’è poi quello delle infrastrutture, dove San Marino è “vincolato” all’Italia per ovvie ragioni geografiche e logistiche: l’autostrada è raggiungibile con la superstrada, che va riqualificata, mentre sull’aeroporto di Rimini ci si attende – così come dagli Accordi di cooperazione firmati tra i due Paesi – un rilancio dal punto di vista economico e commerciale.

 

FATTURA ELETTRONICA PER VELOCIZZARE TUTTO

 

Uno dei primi provvedimenti attesi a San Marino riguarda la fatturazione elettronica. Come noto, il Decreto Crescita aveva tenuto conto della peculiarità degli scambi italo-san marinesi, caratterizzato dalla libera circolazione delle merci e dalla diffusa capillarità, e, forte dell’entrata in vigore dal 1° gennaio 2019, dell’obbligo di fatturazione elettronica generalizzato per tutte le operazioni poste in essere tra soggetti residenti o stabiliti in Italia, aveva previsto anche nei rapporti commerciali tra Italia e San Marino l’obbligo di fatturazione in modalità elettronica, anziché attraverso la fattura emessa in formato cartaceo e in quattro esemplari come previsto dal citato dm 24 dicembre 1993. Un intervento normativo che dovrebbe semplificare gli adempimenti certificativi, allineandoli a quelli applicabili sul territorio italiano, consolidando i rapporti economici tra i due Stati. Introducendo al contempo un più efficace strumento di compliance nel corretto assolvimento dell’ imposta, quindi nell’interesse di entrambi gli Stati. L’ efficacia della disposizione è però subordinata alla modifica del D.M. 24 dicembre 1993, che dovrà essere adottata sulla base di un accordo tra i due Stati ai sensi dell’articolo 71 del d. P.R. n. 633 del 1972, al fine di adeguare le disposizioni alle richieste di applicare la fatturazione elettronica anche alle operazioni attive e passive tra l’ Italia e San Marino.

 

LAVORO: DISTACCHI, SANITÀ E PENSIONI

 

L’altro grande tema, irto di problematiche irrisolte, è quello del lavoro. Oltre 6.000 italiani lavorano a San Marino e decine di migliaia l’hanno fatto in passato. A questi sono dedicati diversi tavoli tecnici di lavoro per chiarire in maniera definitiva la questione delle doppie imposizioni. In particolare quella che grava sulle pensioni, che ha scatenato più volte la rabbia degli ex frontalieri, canalizzata in diverse iniziative parlamentari, che però non sono mai arrivate fino in fondo. A livello burocratico, poi, c’è la vicenda dei distacchi dall’Italia a San Marino e viceversa, le cui procedure sono spesso complicate e comunque non votate ad agevolare l’operatività delle imprese. Ma anche da parte delle Istituzioni qualche problematica è emersa, se è vero che l’Italia vanta ancora un credito da parte dell’ISS per la quota non versata dell’assistenza sanitaria di questi lavoratori. Una questione delicata (si parla di milioni di euro), che andrà comunque affrontata il prima possibile.

 

IL “BUON VICINATO” E IL PRESTITO PONTE

 

Sono passati 80 anni dalla firma della Convenzione di Amicizia e Buon Vicinato e molte cose sono cambiate, sia in Italia che a San Marino, tanto che il Governo targato Adesso.sm ha avviato una prima fase di valutazioni con gli omologhi italiani per “aggiornarla”. Al di là di questa scelta – di cui non si ha notizia se abbia prodotto qualche atto concreto o si sia fermata all’incontro iniziale – lo spirito dell’accordo del 1939 non potrà essere stravolto, semmai, andrebbe rinforzata questa amicizia. Anche perché San Marino oggi necessita come noto di una mano importante, anzi, “pesante”, come è pesante il debito pubblico che sta accumulando da qualche anno senza sosta. E’ chiaro che anche l’ipotesi di un prestito ponte, ormai sulla bocca di tutti, potrebbe coinvolgere proprio l’Italia. La quale, però, non avanzerà richieste troppo differenti da quelle che già il FMI ha esplicitato: prima di chiedere soldi, San Marino deve fare le riforme necessarie. In tal senso, che lo si chieda a Conte o a “Conte bis”, non cambia.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento