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Teatro Masini di Faenza: presentato il programma della stagione 2019/2020

da Redazione

FAENZA (FC) – Un Teatro di monumentale splendore architettonico, appartenente alla European Route of Historic Theaters, la rete dei 120 teatri storici più belli e importanti d’Europa. Uno spazio prezioso che artisti, registi, attori riconoscono come ideale per proporre lavori importanti, di alto profilo artistico, e che la comunità faentina conferma, anno dopo anno, con attiva partecipazione, come riferimento fondante della propria vita culturale.

Sono questi gli indicatori che convergono in quel “progetto Teatro Masini” che l’Amministrazione Comunale di Faenza e Accademia Perduta/Romagna Teatri hanno delineato nell’arco di una lunga e ininterrotta collaborazione e che si rinnova per la Stagione Teatrale 2019/2020 con un’ampia proposta culturale di qualità, mai statica, diversificata per generi e linguaggi che sposano innovazione e grande tradizione, linguaggi popolari e momenti “sfidanti”, novità creative e promozionali per il pubblico.

La nuova Stagione del Teatro Masini sarà modulata nelle rassegne di: Prosa, Comico, Contemporaneo, Teatro Ragazzi (Favole nelle domeniche pomeriggio e Teatro Scuola in matinée), Danza in collaborazione con Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto, Operetta e, in collaborazione con Emilia Romagna Festival e Scuola Comunale Sarti, Musica.

Saranno naturalmente coinvolti anche i preziosi spazi del Ridotto, pronti ad ospitare gli Incontri con gli Artisti, Il Cinema della Verità, percorso dedicato al documentario d’autore, spettacoli, concerti e novità che saranno presentati prossimamente.

Il cartellone di Prosa sarà inaugurato da una delle grandi “signore” del teatro italiano: Monica Guerritore, interprete e regista di “L’anima buona di Sezuan” di Bertolt Brecht. Il palcoscenico manfredo ospiterà poi Giuseppe Pambieri, Cochi Ponzoni, Paola Quattrini ed Erica Blanc, protagonisti di “Quartet”, divertente e commovente commedia di Ronald Harwood diretta da Patrick Rossi Gastaldi. A seguire: Enrico Guarneri nel “Mastro Don Gesualdo” di Giovanni Verga diretto da Guglielmo Ferro; Massimo Lopez e Tullio Solenghi nel loro esilarante “Show” con accompagnamento musicale della Jazz Company; la compagnia del Teatro Biondo di Palermo in “Chi vive giace”, “commedia nera” di Roberto Alajmo diretta da Armando Pugliese; Vincenzo Salemme, autore, interprete principale e regista di “Con tutto il cuore” e Giuseppe Cederna e Vanessa Gravina nel “Tartufo” di Molière per la regia di Roberto Valerio.

Gli interpreti e le compagnie della rassegna di Prosa saranno come sempre protagonisti degli Incontri con gli Artisti, che avranno luogo, a ingresso gratuito, presso il Ridotto.

Il cartellone Comico vedrà alternarsi sul palcoscenico Debora Villa, Maria Pia Timo, Giuseppe Giacobazzi e il duo Gigi e Ross oltre al consueto appuntamento, fuori abbonamento, con la serata finale del concorso Faenza Cabaret Premio “Alberto Sordi”, organizzato dall’Associazione Cultura e Sport “I Fiori”, giunto alla XVII edizione.

L’innovazione, il linguaggio e la ricerca teatrale che rispecchiano il nostro presente sono demandati al cartellone Contemporaneo, evoluzione e approdo di quello precedentemente chiamato “Protagonisti”. Drammaturgie originali o di radice letteraria, a volte divertenti e leggere, a volte impegnate, a volte inquietanti per indurre a riflettere, a confrontarsi con prospettive “altre” dei sentimenti umani nel tempo che viviamo. La rassegna sarà inaugurata da Elio con “Il grigio”, capolavoro di Giorgio Gaber e Sandro Luporini, che indaga l’egocentrismo e l’anestesia sentimentale dell’uomo moderno. Segue Arturo Cirillo con “La scuola delle mogli”, adattamento modernissimo del testo di Molière che mette sotto accusa misoginia e misantropia. Filippo Dini e Arianna Scommegna saranno protagonisti di “Misery”, tratto dal celebre romanzo di Stephen King, in cui vengono esplorati i meandri della mente umana nelle sue ossessioni e follie. Geppi Cucciari in “Perfetta”, scritto e diretto dall’indimenticato Mattia Torre, racconta in forma di monologo un mese di vita di una donna attraverso le quattro fasi del ciclo femminile. Seguirà Paolo Rossi con “Il Re anarchico e i fuorilegge di Versailles”: tra improvvisazioni attorali e musicali che rendono lo spettacolo diverso a ogni rappresentazione, si incrociano le visioni del tempo presente come quelle della storia del conflitto tra il potere e i fuorilegge, intesi oggi come coloro che vivono ai margini della strada e non hanno voce. Ermanna Montanari, Marco Martinelli del Teatro delle Albe presenteranno “Fedeli d’Amore polittico in sette quadri per Dante Alighieri”, alchimia vocale, sonora, visiva e drammaturgica capace di fondere psiche e mondo, in cui si evoca Dante nell’abbracciare una sola salvezza: Amore è ciò che ci fa ribelli, è la forza che libera ed eleva. Fuori abbonamento, al Ridotto, sarà poi presentato “Storia di un oblio” con Vincenzo Pirrotta, spettacolo co-prodotto da Accademia Perduta e Società per Attori, con la regia di Roberto Andò. Una prosa morale, pudica, rigorosa, vera, senza retorica e senza furbizia su un universo di umili e di “ultimi”.

Un vigile e attento occhio di riguardo sarà come sempre rivolto al Teatro ragazzi, riferimento principale e punto di partenza dell’intera attività di Accademia Perduta/Romagna Teatri. La rassegna domenicale Favole alternerà spettacoli tratti da fiabe e racconti del repertorio tradizionale – “Robin Hood”, “La Bella e la bestia”, “Chi ha paura di Denti di Ferro?” – a testi originali frutto di approfonditi studi e laboratori sul mondo dell’infanzia, quali “Valentina vuole”, “Le quattro stagioni e Piccolo Vento” e “Il giardino stregato” di Maga Cornacchia. Si tratta di proposte che porteranno sul palcoscenico tutti gli “assi nella manica” del Teatro Ragazzi italiano, riconosciuto come il migliore a livello europeo: magia, poesia, sorprese, colore, musica, coinvolgimento emotivo del pubblico, bambino o adulto che sia. Le proposte per il giovane pubblico saranno poi completate dall’ampia selezione di proposte per le Scuole e gli studenti di ogni ordine e grado della città.

Il cartellone dedicato alla Danza, per il quale è confermata la collaborazione di Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto, porterà al Masini diverse espressioni dell’arte coreutica, partendo dal balletto “sulle punte” “La Bella Addormentata” del Russian Classical Ballet al neoclassico “Una Carmen. Don Josè del Nuovo Balletto”, fino a esplorare le nuove possibilità della danza contemporanea con la RBR Dance Company nello spettacolo “The Man” e dello stesso Aterballetto con il trittico “Lost In – O – Secus”. Opere che portano le firme coreografiche di alcune eccellenze internazionali quali Marius Petipa, Hektor Budlla, Cristiano Fagioli, Saul Daniele Ardillo, Philippe Kratz, Ohad Naharin.

Le tradizionali Operette proporranno al pubblico alcuni “pilastri” del repertorio operettistico internazionale: “Can Can” di Jacques Offenbach presentato dalla Compagnia Teatro Musica Novecento e Orchestra Cantieri d’Arte; “Il pipistrello” di Johann Strauss, nuova produzione di Corrado Abbati e La vedova allegra con Elena D’Angelo.

 

PROSA


La prima protagonista della nuova Stagione di Prosa del Teatro Masini sarà Monica Guerritore con “L’anima buona di Sezuan” di Bertolt Brecht di cui la grande attrice è anche regista. Nella provincia cinese del Sezuan giungono tre dèi alla ricerca di qualche anima buona e ne trovano solo una, la prostituta Shen Te, che li ospita per la notte. Il compenso inaspettato per tale atto di bontà sono mille dollari d’argento, ossia, per Shen Te, la possibilità di vivere bene. Ma il compenso è accompagnato dal comandamento di continuare a praticare la bontà. Shen Te apre una tabaccheria e si trova subito addosso uno sciame di parassiti esigenti fino alla ferocia, da cui è costretta a difendersi. Per farlo, una notte, si traveste da cugino cattivo, Shui Ta, spietato con tutti. A complicare la situazione però interviene l’amore… (dal 15 al 17 novembre ore 21).

Paola Quattrini, Erica Blanc, Giuseppe Pambieri e Cochi Ponzoni saranno poi protagonisti di “Quartet”, una commedia ambientata in Italia, culla del bel canto, per la regia di Patrick Rossi Gastaldi. Protagonisti della pièce sono quattro grandi interpreti d’opera. Famosi, energici, irascibili e, insieme, divertenti, che vivono ospiti in una casa di riposo. Cosa accade quando a queste vecchie glorie viene offerto di rappresentare per un galà il loro cavallo di battaglia, il noto quartetto del “Rigoletto” di Verdi Bella figlia dell’amor? Tra rivelazioni, confessioni, invenzioni ed il classico coup de théâtre, i quattro troveranno il modo non solo di tornare alle scene, ma di far ascoltare le loro voci, riscoprendosi giovani e gloriosi come un tempo. Un gioco teatrale e drammaturgico capace di far ridere, riflettere e commuovere (dall’11 al 13 dicembre ore 21).

Seguirà Mastro Don Gesualdo, interpretato da Enrico Guarnieri, attore magistrale dotato di una innata vis comica e tecnicamente assurto al ruolo di attore poliedrico, che si è dimostrato, nel corso di questi anni, capace di passare dal registro drammatico a quello grottesco con grande maestria interpretando molti dei personaggi che hanno fatto la storia della drammaturgia teatrale siciliana ed europea. La messinscena è affidata al regista Guglielmo Ferro, figlio di Turi, interprete del “Mastro Don Gesualdo” nel 1967, che, da anni, si dedica alla drammaturgia contemporanea adottando una tecnica registica di respiro europeo. Questa rielaborazione drammaturgica intende ricontestualizzare il concetto di “roba”, che permea il romanzo, l’incessante e frenetica attività di speculazione di un mondo di estremo materialismo, dove non c’è posto per i sentimenti; un mondo senza spazio e tempo che non può fare altro che andare incontro al proprio destino, che niente e nessuno potrà cambiare (dal 17 al 19 gennaio ore 21).

Massimo Lopez e Tullio Solenghi saranno poi insieme sul palcoscenico come due vecchi amici che si ritrovano, in uno “Show” di cui sono interpreti e autori, coadiuvati dalla Jazz Company del maestro Gabriele Comeglio, che esegue dal vivo la partitura musicale. Ne scaturisce una scoppiettante carrellata di voci, imitazioni, sketch, performance musicali, improvvisazioni ed interazioni col pubblico. Tra i vari cammei, l’incontro tra papa Bergoglio (Massimo) e papa Ratzinger (Tullio) in un esilarante siparietto di vita domestica, e poi i duetti musicali di Gino Paoli e Ornella Vanoni, e quello di Dean Martin e Frank Sinatra. In quasi due ore di spettacolo, Tullio e Massimo, da “vecchie volpi del palcoscenico”, si offrono alla platea con l’empatia spassosa ed emozionale del loro inconfondibile “marchio di fabbrica” (dal 18 al 20 febbraio ore 21).

A seguire una commedia nera, una storia di fantasmi e disgrazie, tinta di “realismo magico” siciliano: C”hi vive giace” di Roberto Alajmo con la regia di Armando Pugliese prodotta dal Teatro Biondo di Palermo. Un incidente automobilistico, una disgrazia nella quale una giovane donna perde la vita a causa della guida distratta di un ventenne. Non è colpa di nessuno, se non del caso, ma il marito della donna non se ne fa una ragione: non sa se perdonare o se vendicare, come le tante voci del quartiere popolare in cui vive gli suggeriscono. Dall’altra parte, il padre del ragazzo non sa come comportarsi, se assolvere in pieno il giovane col pretesto della fatalità o spingerlo a porgere le proprie scuse al vedovo. A questo punto sono i fantasmi che bisogna interrogare… (dal 10 al 12 marzo ore 21).

Vincenzo Salemme sarà il successivo protagonista – anche in qualità di autore e regista – con la commedia “Con tutto il cuore”. Al centro della vicenda c’è un piccolo uomo, il mite insegnante di lettere antiche Ottavio Camaldoli, che subisce un trapianto di cuore ma non sa che il cuore che gli è stato dato in dono è quello di un feroce delinquente, Antonio Carannante, morto ucciso, il quale prima di morire ha sussurrato alla mamma, feroce quanto lui, le sue ultime volontà: che il proprio cuore possa continuare a pulsare anche dopo la sua morte (dal 24 al 26 marzo ore 21).

A chiudere la Stagione di Prosa saranno Giuseppe Cederna e Vanessa Gravina nel “Tartufo” di Molière per la regia di Roberto Valerio. Una commedia molto divertente, che saprà unire la satira corrosiva alla profonda riflessione sull’animo umano e sui valori sociali; con una visione audace e contemporanea che sottolinea la crisi della nostra società moderna dilaniata tra materialismo senza senso e spiritualità fanatica. La rappresentazione porterà sulla scena, attraverso una rappresentazione giocosa delle tensioni sociali, politiche, familiari, l’esistenza umana, coniugando diversi registri in una polifonia di strati di senso, ora amari ora pungenti, che sapranno sedurre, divertire e parlare con grande urgenza (dal 7 al 9 aprile ore 21).

 

COMICO


Gli appuntamenti con il Teatro Comico inizieranno insieme a Debora Villa, prima interprete femminile a cimentarsi con il best seller di John Gray “Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere”. Il testo si basa su un pensiero tanto semplice quanto efficace: gli uomini e le donne vengono da due pianeti diversi. Debora Villa condurrà per mano il pubblico alla scoperta dell’altro sesso senza pregiudizi. Per la prima volta quindi, sarà una rappresentante di Venere a ricordarci, con la sua comicità travolgente e irriverente, raffinata e spiazzante, quali sono le clamorose differenze che caratterizzano i Marziani e le Venusiane (10 dicembre ore 21).

La seconda protagonista della rassegna sarà Maria Pia Timo con il suo nuovo spettacolo “Una donna di prim’ordine”. Il big bang della dispensa, le tante mail da smistare, la chat dell’ufficio, le chiavi da ritrovare ogni mattina, la casa di famiglia da svuotare, le telefonate dei call center, la palestra, la chat della palestra, lo sconquasso dei topi d’appartamento, la chat dei vicini, lo scompiglio dei bambini, la chat delle mamme, la piscina, le lavatrici, le scadenze… Il logorio della vita moderna che ci fa desiderare un più sereno eremitaggio monacale, ci logora i nervi, il fisico e le unghie. Può un’attrice comica mettere in ordine la vostra vita? Controsensi, rimedi, teorie scientifiche e non, riflessioni, metodi giapponesi, metodi della nonna, utopie e assurdità del nostro vivere… e soprattutto tante risate (14 gennaio ore 21).

Sul palcoscenico del Masini tornerà poi Giuseppe Giacobazzi con lo spettacolo “Noi – Mille volti e una bugia”. Andrea Sasdelli alias Giuseppe Giacobazzi, ovvero l’uomo e la sua maschera. Un dialogo, interiore ed esilarante, di 25 anni di convivenza a volte forzata. 25 anni fatti di avventure e aneddoti, situazioni ed equivoci, gioie e malinconie, spettatori e protagonisti di un’epoca che viaggia a velocità sempre maggiore. Uno spettacolo che con ironia e semplicità cerca di rispondere ad una domanda: “dove finisce la maschera e dove inizia l’uomo?”, che poi è il problema di tutti, perché tutti noi conviviamo quotidianamente con una maschera (4 febbraio ore 21).

A chiudere il cartellone saranno Gigi e Rossi con la commedia “Andy e Norman”, tratta dal testo di Neil Simon per la regia di Alessandro Benvenuti. Andy e Norman è una storia di amicizia fra due uomini prima, e poi fra i due uomini di prima e una donna all’improvviso… Ma è anche una storia d’amore in tempi simultanei degli stessi due uomini verso la medesima improvvisa donna. Amore perché ci si può innamorare anche solo dell’amore in sé e farsi da esso sbatacchiare emotivamente, o amore come sentimento di completo trasporto tenuto ben nascosto verso una lei o un lui precisi perché… capita che dal nulla, a volte il caso faccia scaturire una scintilla di vita fra un lui e una lei o viceversa… o viceversa ancora e ancora e ancora viceversa (4 marzo ore 21).

 

CONTEMPORANEO


Ad alzare il sipario sulla nuova Stagione di Teatro Contemporaneo sarà Elio con “Il grigio”, una nuova versione del capolavoro teatrale di Giorgio Gaber e Sandro Luporini la cui rielaborazione drammaturgica e regia sono firmate da Giorgio Gallione. “Il Grigio” è la storia di un uomo che a un certo punto della sua vita sente il bisogno di allontanarsi da tutto e da tutti, afflitto più da problemi personali che sociali. Si ritira così in una casa di campagna per essere più tranquillo e concentrarsi su sé stesso e sui propri problemi. La sua desiderata solitudine viene però disturbata da un topo che gli gironzola per casa. Nel Grigio il protagonista dichiara spudoratamente la propria pochezza, l’incapacità di amare il prossimo e sé stesso, ed è un bilancio spietato sia nell’ironia sia nell’angoscia. Il topo è chiaramente uno spettro, un simbolo e rappresenta i problemi rimossi che tornano quando si cerca di insabbiarli in una tranquillità fasulla… (20 novembre ore 21).

Seguirà una rilettura contemporanea di un classico: “La scuola delle mogli” di Molière che avrà per protagonista e regista Arturo Cirillo. Una commedia tagliente e sorprendente – interpretata anche da Valentina Picello (già vincitrice del Premio Mariangela Melato come “migliore attrice emergente”), Rosario Giglio, Marta Pizzigallo e Giacomo Vigentini. Al centro vi è una giovane donna, cavia di un esperimento che solo una mente maschilista e misantropica poteva escogitare: è stata presa da bambina, orfana, e poi lasciata nell’ignoranza di tutto per poter essere la moglie ideale, vittima del futuro marito che la dominerà su tutti i piani, economici, culturali, psicologici. La natura, l’istinto, l’intelligenza del cuore renderanno però vano il piano che si è tramato intorno a lei… (18 dicembre ore 21).

Un classico della letteratura contemporanea, “Misery” di Stephen King, sarà poi adattato per il palcoscenico in uno spettacolo diretto da Filippo Dini che ne sarà anche protagonista insieme ad Arianna Scommegna. Una storia che è orrore, claustrofobia e follia. Ma la vicenda di Paul Sheldon, protagonista del libro (e del testo teatrale) e scrittore anch’egli, non è solo questo. Annie, l’infermiera che si trasforma in una carceriera torturatrice che si nutre di pagine scritte e non si ferma davanti a niente pur di salvare il suo personaggio preferito, è l’incarnazione della fascinazione e dell’amore che ogni essere umano sente verso le storie, e verso chi le racconta. Misery è un testo senza tempo in cui vengono indagati i meandri della mente umana che cerca le storie, le vuole, le brama, e che di fronte alla fonte di quelle storie non può far altro che innamorarsi e nutrirsi, anche a costo di distruggere per sempre chi alimenta i suoi sogni (10 gennaio ore 21).

Geppi Cucciari presenterà poi la pièce “Perfetta”, scritta e diretta dal grande autore recentemente scomparso Mattia Torre, con musiche originali di Paolo Fresu. Una scenografia minimalista si colora a seconda dello stato d’animo della protagonista ed esalta la presenza di Geppi Cucciari, la quale dà in questo monologo una straordinaria prova d’attrice. Perfetta è un monologo nel quale trovano spazio comicità e satira di costume; ma anche e soprattutto un tentativo di consapevolezza e di empowerment femminile di cui sembra esserci un grande bisogno nel nostro tempo (16 gennaio ore 21).

Assente da qualche anno dal palcoscenico manfredo, tornerà a Faenza Paolo Rossi con lo spettacolo “Il Re anarchico e fuorilegge di Versailles”. Capocomico per eccellenza, Rossi dirige una straordinaria compagnia di attori e musicisti che agiranno con grande professionalità, grazie a un’improvvisazione rigorosa, rendendo lo spettacolo nuovo ogni sera. Il re anarchico e i fuorilegge di Versailles è il racconto di un sogno, è un varietà onirico di diversi numeri e di diversi livelli di espressioni artistiche, che spaziano dalla prosa alla musica. Si incrociano con le visioni del tempo presente, la storia del conflitto tra il potere e i fuorilegge, intesi come coloro che vivono ai margini della strada e non hanno voce, il bilico tra la scena e la vita, tra il teatro e il potere. Uno spettacolo di teatro, sogno, speranza, parola, musica e… risate (1 febbraio ore 21).

Il Teatro delle Albe/Ravenna Teatro presenterà infine lo spettacolo “Fedeli d’Amore”, interpretato da Ermanna Montanari che ne è anche ideatrice insieme a Marco Martinelli. Nella nebbia di un’alba ravennate del 1321, Dante Alighieri, profugo, è sul letto di morte, e la sua carne che si spegne è aggredita da visioni e lampi: il demone della fossa, un asino in croce, il diavolo del rabbuffo, l’Italia che scalcia sé stessa, l’apparizione di Antonia – sua figlia – e l’intima certezza di una fine che non è una fine. In una scena generata da un’alchimia vocale, sonora, visiva e drammaturgica capace di fondere psiche e mondo, si evoca Dante nell’abbracciare una sola salvezza: Amore è ciò che ci fa ribelli, è la forza che libera ed eleva (11 febbraio ore 21).

Al cartellone si aggiunge, “Fuori Abbonamento” e in scena al Ridotto del Masini, “Storia di un oblio” con Vincenzo Pirrotta, co-produzione di Accademia Perduta e Società per Attori. Un uomo entra in un supermercato all’interno di un grande centro commerciale di una città francese. Ruba una lattina di birra e viene bloccato da quattro addetti alla sicurezza che lo trascinano nel magazzino e lo ammazzano di botte. Questo scarno fatto di cronaca è raccontato da Laurent Mauvignier in un lungo racconto, una sola frase che ricostruisce la mezz’ora in cui è insensatamente raccolta la tragica fine di un uomo. Teso quasi allo spasimo nel resoconto minuzioso di una morte assurda, il flusso di parole raduna impercettibilmente tutti i temi cari a Mauvignier. E torna così il suo sguardo purissimo su un universo di “umili” che la scrittura rigorosissima accoglie senza una briciola di retorica, senza un’ombra di furbizia. A dare voce al testo un attore di rara sensibilità e potenza come Vincenzo Pirrotta, guidato dalla regia di un maestro del teatro e del cinema, Roberto Andò (25 febbraio ore 21).

 

FAVOLE


Le Favole della domenica pomeriggio prenderanno il via il 24 novembre alle ore 16 con “Robin Hood nel castello di Nottingham” della compagnia I Guardiani dell’Oca. Nell’affascinante mondo dell’Inghilterra medievale, Robin Hood e la sua allegra compagnia, immersi nel verde fantastico e magico della Foresta di Sherwood, tentano di opporsi eroicamente alle cattiverie del perfido Principe Giovanni, detto il “senza terra”, e del suo fedelissimo e cattivissimo Sceriffo di Nottingham. In un crescendo di emozioni, i ragazzi potranno rivivere un’affascinante storia dal sapore antico, ricca di sorprese e colpi di scena.

Seguirà “Valentina vuole”, uno spettacolo prodotto da Accademia Perduta/Romagna Teatri e realizzato dalla giovane compagnia Progetto g.g.. Questa è la storia semplice di una bambina. Che è anche una principessa. Lei ha tutto. Vive in un posto sicuro, dove non manca niente. Ma è sempre arrabbiata e urla, urla sempre, perché tutto vuole, sempre di più. Valentina Vuole. Forse le manca qualcosa. Ma cosa non sa. E i grandi? Sembrano non capire. A volte la cosa più importante è anche la più difficile da vedere e da trovare. E per farlo Valentina dovrà cercare nel mondo, perché è lì che bisogna andare per diventare grandi (15 dicembre ore 16).

Una fiaba classica, “La bella e la bestia”, sarà poi la proposta de Il Baule Volante. Un mercante, padre di tre figlie, si smarrisce nel bosco, di ritorno da uno sfortunato viaggio d’affari. Trova rifugio nel palazzo della Bestia, un essere orribile, metà uomo e metà belva. Qui cerca di rubare una rosa e per questo la Bestia lo minaccia di morte. L’unica sua possibilità di salvezza è che sia una delle sue figlie a morire al suo posto. La più bella delle tre figlie accetta il sacrificio e si reca al palazzo. Ma andrà incontro ad un altro destino (26 gennaio ore 16).

Il quarto spettacolo del cartellone sarà “Chi ha paura di denti di ferro?” della compagnia TCP Tanti Cosi Progetti, una delle più recenti produzioni di Accademia Perduta/Romagna Teatri. Una fiaba che si inserisce a pieno titolo nella tradizione popolare delle storie di magia e di queste contiene tutti i tratti caratteristici: la strega che vive nel fitto di un bosco, isolata, e che non vuole essere disturbata; i bimbi che, incauti, sono attratti dalla curiosità di scoprire se esista veramente e che vengono avvertiti del pericolo, ma decidono lo stesso di perlustrare il bosco. È naturale, i bambini hanno bisogno di esplorare e di vivere l’esperienza della scoperta. Una scoperta che, affrontata con intelligenza, furbizia e spirito, li può far crescere (2 febbraio ore 16).

Seguirà la compagnia de Gli Alcuni con lo spettacolo “Il giardino stregato di Maga Cornacchia”. Fata Corolla e Fata Valeriana entrano per errore in una fiaba: qui sono rapite dalla perfida Maga Cornacchia e imprigionate nel suo castello stregato. A partire da questo momento saranno loro, aiutate dal giovane pubblico, a dover reinventare la fiaba e trovare il modo per uscire dalla loro prigione. Per fortuna, all’interno del castello, c’è un misterioso giardino ricco di sorprese e meraviglie, abitato da personaggi stravaganti (15 marzo ore 16).

L’ultima Favola in programma sarà “Le 4 stagioni e Piccolo Vento” della Fondazione Aida, uno spettacolo che coinvolge il pubblico dei più piccoli sul tema dell’alternarsi delle stagioni e dell’ascolto della natura. Sulla base delle musiche de Le quattro stagioni di Antonio Vivaldi, un esempio di musica a soggetto vitale e ricca d’inventiva, si snoda questa frizzante storia, che segue con sorrisi e poesia le avventure di Piccolo Vento, attraverso le stagioni e i loro cambiamenti: paesaggi, colori, profumi, sfumature, suoni… e musiche (29 marzo ore 16).

 

DANZA


La rassegna dedicata all’arte coreutica confermerà la prestigiosa collaborazione – inaugurata nella scorsa Stagione – tra il Teatro Masini e la Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto e partirà con il balletto classico “La Bella Addormentata” del Russian Classical Ballet con le coreografie di Marius Petipa. La dimensione del sogno risveglia la magia delle fiabe, un mondo incantato di castelli, foreste, maledizioni e incantesimi. L’opera, consacrazione del romanticismo, basato sul racconto di Charles Perrault La Belle au Bois Dormant, integrato nello stile francese del XVIII secolo, è considerato un capolavoro assoluto. La rappresentazione è una grande sfida per i ballerini, specialmente nell’interpretazione del personaggio principale Princess Aurora, che richiede uno stile cristallino elegante e fragile. Questa produzione presenta un incredibile set di bellezza e realismo, costumi prodotti con dettagli sontuosi e barocchi, un ensemble di solisti e un corpo di ballo guidato da star del balletto russo (16 dicembre ore 21).

Dal classico al neoclassico con lo spettacolo “Una Carmen. Don Josè” della compagnia Nuovo Balletto Classico e le coreografie di Hektor Budlla. Un allestimento molto particolare dell’opera di Bizet, dove l’azione si sposta dalle piazze dell’Andalusia al confine magiaro dove un gruppo di migranti, tra cui Carmen, donna di grande bellezza in fuga dal suo Paese verso una sperata salvezza, cercano invano di oltrepassare la barriera di filo spinato che segna il confine ungherese e forzare il cordone di soldati, capitanati dal rozzo Zuniga, nelle cui fila milita l’ardente don José. Questa versione di Carmen, diretta da Daniele Franci, elabora significati e sentimenti dell’opera originale, non perdendo in passionalità e impostazione drammatica, e sollecita lo spettatore ad una visione drammaturgica contemporanea a molteplici livelli (25 gennaio ore 21).

La RBR Dance Company presenterà poi lo spettacolo di danza contemporanea “The Man” con le coreografie di Cristiano Fagioli. “The Man” narra della Passione dell’uomo, di ciascuno di noi, della manifestazione d’amore infinito, eroico e tenace. La trama danzata mescola e dilata sensazioni ancestrali, la narrazione coreutica apre ad orizzonti di significato “altri” rispetto a quelli della semplice quotidianità ed esperienza tangibile, movimenti perfetti all’interno di un’atmosfera sospesa e a tratti rarefatta coinvolge gli spettatori come moderni testimoni di un’immortale messaggio esistenziale (2 aprile ore 21).

La chiusura del cartellone sarà infine affidato alla Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto con il trittico di danza contemporanea “Lost In – O – Secus”, coreografati rispettivamente da Saul Daniele Ardillo, Philippe Kratz e Ohad Naharin. Performance corali, di coppia e assoli accomunate dall’eccellenza tecnica e stilistica dei danzatori di Aterballetto che si esibiranno in un continuo vortice di emozioni, ritmo, gioia, irruenza e vulnerabilità e tessiture musicali che spazieranno da Chopin ai Beach Boys (29 aprile ore 21).

 

OPERETTA


La rassegna di Operette, tradizionalmente ospitata al Teatro Masini la domenica pomeriggio, partirà con “Can Can” della compagnia Teatro Musica Novecento e Orchestra Cantieri d’Arte diretta dal M° Stefano Giaroli. Composta da Jacques Offenbach nel 1858 su libretto di Hector Crèmieux e Ludovic Halèvy, l’opera riprende, in chiave comico-satirica, la vicenda mitologica della discesa di Orfeo agli Inferi per riportare alla vita l’amata Euridice. Nel gran finale, il brano più famoso di Offenbach, quello scatenato “galop infernal” che, fra alzate di gonne e maliziose rivelazioni, ha acceso la fantasia di un pubblico entusiasta a fine Ottocento, ancora oggi regala tutta la joie de vivre di un’epoca impossibile da dimenticare (12 gennaio ore 16).

Seguirà la compagnia di Corrado Abbati con “Il pipistrello”, l’operetta di Johann Strauss più famosa e più rappresentata al mondo e che incarna lo spirito e l’essenza stessa dell’operetta viennese. Un vivace intreccio da commedia degli equivoci, capricci sentimentali, le irresistibili danze e le meravigliose musiche di Strauss assicureranno divertimento e regaleranno, con questa versione, un vigore nuovo alle festose, colorate, cangianti, emozionanti, ammiccanti atmosfere di uno dei capolavori del teatro musicale mondiale (9 febbraio ore 16).

Il terzo ed ultimo appuntamento sarà con la compagnia di Elena D’Angelo e lo spettacolo “La vedova allegra” di Franz Lehar. Spumeggiante nel ritmo, inesauribile nell’invenzione melodica, a tratti nostalgica e malinconica, La vedova allegra dimostra che la leggerezza, in musica, non è per forza sinonimo di banalità. La regia rispetta la filologia dello spettacolo sia nel testo che nella musica che nell’allestimento mantenendo l’equilibrio tra modernità e tradizione (1 marzo ore 16).

 

INFO


tel. +39 0546 21306 – Fax +39 0546 680121

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