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Editoriale: Repubblica di San Marino, le riforme non vanno in vacanza

da Redazione

Sul tavolo ci sono tre o quattro cose da fare “senza se e senza ma”: priorità fondamentali – ci riferiamo alla riforma delle pensioni, alla spending review e al passaggio dall’imposta monofase al sistema IVA – che però la politica, nonostante le ripetute esortazioni, sembra non considerare urgenze.

 

di Alessandro Carli

 

Le stime sull’economia dell’Europa non sono rassicuranti: siamo in un periodo in cui anche gli Stati più virtuosi, come ad esempio la Germania, stanno segnando il passo. Per il Fondo Monetario Internazionale la crescita prevista dell’Eurozona è vicina allo zero: un elemento, questo, che preoccupa e allo stesso tempo fa riflettere anche per la ricadute sulla Repubblica di San Marino.

La stagnazione europea è un elemento che aggrava la situazione del Monte Titano, anche perché il Paese ha bisogno di un gettito più sostanzioso. Senza dimenticare poi che la politica ha fatto scelte per le quali la Repubblica si è indebitata in maniera cospicua per molti anni.

Mancano inoltre tutti quegli interventi che servono per rimettere a posto le cose che non vanno bene, fondamentali per stimolare la crescita, che invece è ferma al palo.

E se non si provvede seriamente a fare quello che si deve fare, la situazione potrebbe precipitare.

La politica è ripiegata su se stessa: è contenta di quello che ha fatto (poco) ma non riesce a capire che ai cittadini non basta un “passettino”: serve correre. Certo, è stata tamponata un’emergenza (Banca CIS) ma gli effetti del provvedimento si vedranno non nell’immediato ma nel tempo.

Per l’ennesima volta si è rincorsa un’emergenza ma non si è messo mano alle urgenze, e le vacanza estive sono oramai alle porte. Ci aspettano due o tre settimane di fuoco prima della chiusura di agosto: il tempo, volendo, ci sarebbe. E la volontà? La politica deve ragionare e confrontarsi per costruire un’agenda di riforme importanti da varare con scadenze certe.

Serve un colpo forte, un piano strategico che rimetta in moto il Paese.

Sul tavolo ci sono tre o quattro cose da fare “senza se e senza ma”: priorità fondamentali – ci riferiamo alla riforma delle pensioni, alla spending review e al passaggio dall’imposta monofase al sistema IVA – che però la politica, nonostante le ripetute esortazioni, sembra non considerare urgenze.

A settembre, quando la politica tornerà in Aula, inizierà a pensare alla Legge di Bilancio quindi sarebbe opportuno che prima della pausa estiva inizi a lavorare sulle riforme.

Il rischio concreto è quello di pagare dazio nella prossima Finanziaria.

Le riforme non vanno in vacanza.

Ci aspettiamo quindi un’azione di responsabilità che permetta alla Repubblica di San Marino di ricominciare a correre per proiettarsi verso il futuro.

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