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Banca CIS: fondi pensione ripagati con gli NPL e garantiti dallo Stato

da Redazione

Unanimità in Consiglio Grande e Generale sulla creazione di una società (“veicolo pubblico”) che gestirà il recupero di risorse per ripagare i 103 milioni di euro dei fondi stessi.

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di Daniele Bartolucci

 

La risoluzione della crisi di Banca CIS è formalmente avviata, anche se al momento Banca Centrale deve ancora promuovere il proprio provvedimento come da “Decreto Salvabanche” (sui tavoli circola la versione “road map”, in forma riservata, ndr) in tempo utile per scongiurare la procedura di liquidazione coatta che sarebbe scattata all’indomani del 21 luglio, ultimo giorno concesso per il blocco dei pagamenti dell’istituto. Scongiurato dunque il fallimento, con tutte le conseguenze su risparmiatori, dipendenti, investitori e sistema (anche a livello reputazionale, ndr), e bocciata l’ipotesi di una cessione, la soluzione ideata non può dirsi comunque esente da rischi e problematiche ancora tutte da risolvere, in primis quella dei dipendenti.

 

IL “VEICOLO PUBBLICO” PER I FONDI PENSIONE

 

Come noto, la proposta di Banca Centrale – ideata sulla base del cosiddetto “Decreto Salvabanche” approvato a metà giugno – presuppone il ripianamento del dissesto, stimato in 69,3 milioni di euro, e per arrivarci si è reso necessario coinvolgere i fondi pensione depositati in Banca CIS, sui quali il Consiglio per la Previdenza ha chiesto garanzie particolarmente solide e un piano di rientro sostenibile. La soluzione, dopo diversi incontri, è stata quella di “procedere alla segregazione del totale delle passività di Banca CIS nei confronti dei medesimi Fondi Pensione e di parte degli attivi della stessa Banca CIS in un veicolo pubblico appositamente creato”. Tale società per azioni è stata denominata “Veicolo Pubblico di Segregazione Fondi Pensione S.p.A.” e ha un capitale sociale iniziale di 77.000 euro, a carico dello Stato (per cui è stata necessaria l’apposita variazione di Bilancio). A ulteriore garanzia, il Consiglio di Amministrazione della stessa avrà tre membri e (art. 10) “la figura del Presidente viene indicata dal Consiglio per la Previdenza dell’I.S.S”, mentre gli altri due Consiglieri sono indicati uno dalla maggioranza e uno dalla minoranza. Gli 87 milioni del primo pilastro più i 16 milioni di Fondiss verrebbero controbilanciati da 103 milioni di NPL di Banca CIS (da definire la qualità degli stessi, ma dovrebbero essere quelli con maggiore possibilità di successo). In pratica, l’effettivo “ritorno” dipenderà da questi crediti non performanti, ma se la società di gestione ne recupererà solo una parte, lo Stato metterà la differenza. Il piano di rientro su cui si basa l’accordo tra Governo e parti sociali, dovrebbe avere durata 8 anni con rate crescenti nel tempo.

 

PARTITE LE AZIONI DI RESPONSABILITÀ

 

Chieste a gran voce da tutti, parti sociali e anche rappresentanti politici di minoranza (prima) e maggioranza (poi), sono state avviate le attese azioni di responsabilità nei confronti degli artefici del dissesto di Banca CIS. “Al Veicolo Pubblico”, ha spiegato il Segretario di Stato Eva Guidi, “viene anche trasferita, in deroga all’articolo 12 della Legge n. 102/20 19, ed al fine di ridurre l’impegno complessivo in capo allo stesso, la titolarità delle azioni di responsabilità attivate dal Commissario straordinario prima dell’avvio del programma di risoluzione”. Questo perché “l’obiettivo è il piano di risoluzione, la legge lo va a concretizzare e il lavoro portato avanti aveva la finalità di salvaguardare i depositi dei fondi pensione, senza dimenticare la tutela già prevista dall’ordinamento, ma”, avverte, “da non tralasciare in questo percorso è l’avvio delle azioni di responsabilità. Ritengo fondamentale, dal momento in cui Stato entra con soldi cittadini a sostegno delle banche con i fondi pensioni, e necessario ci sia un’azione mirata per cercare eventuali responsabilità. E’ un passaggio ineludible, nel momento in cui lo Stato va a prendersi il gravoso onere di intervenire e per riuscire a garantire i fondi pensione, deve essere certa l’azione di responsabilità, per capire eventuali responsabilità di dissesto e chi è chiamato a risponderne”.

 

IL RUOLO ATTIVO DELLE TRE BANCHE PRIVATE

 

Se per i fondi pensione è stata trovata “la soluzione più opportuna” (così anticipavano i sindacati della CSU pochi giorni prima), altro capitolo riguarda la clientela. La proposta di BCSM prevede infatti lo “spacchettamento” di attivi e passivi di Banca CIS a tre Istituti di credito (BSM, BAC e BSI): in pratica si tratta degli 87 milioni totali del fondo di garanzia per i depositi fino a 100mila euro (50 milioni dei quali crediti ” in bonis” e il restante dalla gestione del fondo Odisseo, derivato da Euro Commercial Bank e Fincompany). “Al fine di agevolare la migrazione dei rapporti giuridici verso gli Istituti di credito che partecipano all’operazione oggetto del provvedimento di risoluzione di Banca Centrale della Repubblica di San Marino”, ha spiegato il Segretario Guidi, “il progetto di legge prevede inoltre misure di semplificazione degli obblighi procedurali previsti per l’assolvimento dell’adeguata verifica. I correntisti che hanno portato avanti e completato le fasi di processo di adeguata verifica non dovranno ripeterla”. Previsti anche degli sgravi fiscali per gli Istituti partecipanti, “utilizzabili nelle seguenti modalità: compensazione di imposte; compensazione delle ritenute di cui al Titolo VII della Legge 16 Dicembre 2013 n, 166 e successive modifiche che sono a carico dell’Istituto di credito quale sostituto d’imposta; compensazione dell’imposte di registro, ipotecarie, di trascrizione, di voltura, catastali e di bollo; compensazione versamento dei contributi previdenziali per quei dipendenti di Banca Cis che vengono reimpiegati presso gli stessi Istituti di credito che partecipano all’operazione, risultando pertanto tali contributi a carico”.

Resta da comprendere invece la portata del provvedimento sui dipendenti, che sono circa 80 e che in questi giorni hanno fatto sentire la loro voce, manifestando anche sul Pianello durante i lavori della Commissione Finanze. Al momento l’ipotesi presentata prevede la riassunzione di 15 lavoratori dalle tre banche sammarinesi che avranno in gestione i vecchi “clienti” di Banca CIS, mentre un’altra parte di dipendenti dovrà essere impiegata nella operatività di quel che resterà di Banca CIS. Per i rimanenti, a questo punto la maggioranza, si prospetta una trattativa tra sindacati, parti politiche ed economiche, perché le strade sono solo due: ricollocarli (dove?) o mobilità.

 

LA POLITICA: “ABBIAMO FATTO SISTEMA”

 

“E’ una risposta di sistema”, ha commentato il Segretario di Stato Eva Guidi, “quella che oggi viene data alla risoluzione di crisi di Banca Cis, anche se gli strumenti introdotti con la 102 del 2019 sono applicabili a tutti i soggetti che si trovano nelle medesime condizioni. Ma oggi è una risposta di sistema quella che viene data. Tutte le parti interessate sono state chiamate a intervenire, il governo delle forze politiche di maggioranza e opposizione, Bcsm, Aif, sistema bancario, Consiglio di previdenza e Comitato di gestione di Fondiss. L’auspicio è che si giunga presto al sistema bancario ristrutturato, impegno a cui sono chiamate le banche, per essere alleggerite dagli Npl, con assetti rinforzati e nuovi progetti di sviluppo. Questa rappresenta la prima fase di partenza per il rafforzamento il nostro sistema bancario. Su altri punti si sta lavorando, per poter aprire il nostro sistema nei confronti dell’esterno, mi auguro in tempi brevissimi si proceda all’avvio e concretizzazione del progetto Npl di sistema. Si auspicano anche percorsi di aggregazione su base volontaria, potranno esserci provvedimenti per favorire su base volontaria il rientro di capitali. Su questa base possiamo intravvedere il percorso di risanamento e sviluppo del nostro sistema finanziario, cui siamo tutti chiamati a partecipare”.

Sull’operazione di sistema sono d’accordo anche gli esponenti dell’opposizione, con dei distinguo. Ad esempio, Francesco Mussoni (Pdcs), ha spiegato perchè “ci siamo messi comunque a fare sistema. Lo si può fare in vari modi, noi riteniamo che per salvaguardare il sistema sia stato necessario sedersi al tavolo con le parti sociali. Ma una riflessione politica va fatta: di fronte all’incapacità, alla non forza nel gestire situazioni che si protraggono negli anni, alla complessità della situazione, sicuramente senza l’atteggiamento propositivo delle forze di opposizione oggi non saremmo qua e non avremmo gestito questo dissesto. Questa legge l’approviamo perché nel nostro sistema c’è stato un dissesto bancario di portata enorme. E’ giusto si faccia chiarezza e ci siano azioni di responsabilità, è giusto che si approvi quanto prima la Commissione d’inchiesta politica, c’è questa lettura nei ragionamenti che oggi dobbiamo fare. Poi che il sistema bancario si sia dimostrato maturo in questo frangente e che le parti sociali e politiche siano state allo stesso tavolo è un passaggio politico che pone le premesse per passaggi politici futuri per la tenuta del Paese”. A stretto giro anche Alessandro Bevitori (SSD) evidenzia “il clima e l’approccio che ci è stato in questi mesi per addivenire alla risoluzione della grave crisi che ha coinvolto Banca CIS, dove necessitava una risposta di sistema. Tutte le forze politiche e parti sociali e categorie si sono messe a disposizione sotto la guida tecnica di BCSM per giungere alla migliore soluzione possibile di una crisi bancaria”. Più diretto Roberto Ciavatta (Rete): “La risoluzione è un atto straordinario e la risposta a una banca gestita in modo straordinario ed è scandaloso che alcune parti politiche dicano che potevano esserci altre soluzioni. E’ un tentativo di cura non indolore, costerà a tutti. L’altra soluzione possibile era la Lca ma sarebbe costata di più sia alle banche che allo Stato e avremmo fatto un bail in pagato anch’esso dallo Stato”.

In sintesi, come rileva Alessandro Mancini (PS), “da una parte c’è soddisfazione per aver scritto norme non previste dal nostro ordinamento, per un percorso fatto con condivisione e collaborazione e nell’interesse di tutti gli attori e tutto questo va messo in positivo. Ma credo la soddisfazione sia subito archiviata, se pensiamo a quello che poteva essere evitato e a tutte le denunce che l’opposizione ha fatto in due anni e mezzo di legislatura, se pensiamo a tutte le volte che vi abbiamo detto ‘fermatevi’ e a tutti i dissesti portati qui in aula che nulla c’entrano con questo dissesto (Asset è un topolino al confronto)”. In ogni caso, tutti d’accordo sul fatto che “il provvedimento per il CIS è indispensabile, la LCA avrebbe avuto effetti più devastanti non solo sui risparmiatori ma anche sul sistema, che non poteva permettersi un’altra crisi bancaria”.

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