Il dono più prezioso della band al suo pubblico entusiasta è stata una nuova versione della canzone della rivoluzione “200 Ans d’hypocrisie”.
di Augusto Betiula
VERUCCHIO (RN) – Per l’unica data italiana del “Mlah Tour” dei francesi Les Négresses Vertes il pubblico più attento è andato al Verucchio Festival edizione 2019 mercoledì 24 luglio per un concerto che definire strepitoso è sicuramente riduttivo.
Il tour iniziato nel 2018 per festeggiare i 30 anni dall’uscita del primo album del gruppo nel 1988 visto il grande successo che ha riscontrato tra il pubblico è proseguito anche nel 2019 e ripropone tutti i brani di questo disco storico nel panorama musicale internazionale.
Les Négresses Vertes sanno fondere musiche di culture diverse quali la musica tradizionale francese, mediterranea, gitana e araba in un caleidoscopio colorato fresco e moderno, musiche che sanno miscelare le atmosfere più pazze e festaiole con quelle più poetiche e malinconiche del dolore e degli emarginati, è musica di denuncia, attenta ai temi sociali, che racconta vite ed emozioni di anime di periferia, di viaggi di sopravvivenza, di desolanti miserie e della gioia del vivere comunque.
Il gruppo era inattivo da diversi anni e con l’idea di festeggiare il loro fortunato album di debutto sono tornati on stage per la fortuna dei fans che da troppo tempo attendevano un loro segno vitale.
L’album è stato riproposto per intero con l’aggiunta di altri storici brani per un concerto di oltre due ore, entusiasmante, colorato, mozzafiato, che ha sfinito il pubblico per il susseguirsi di emozioni, ricordi, risate e pianti, un concerto storico di quelli che uno può dire “io c’ero”, questo è stato il concerto dei Les Négresses Vertes per il Verucchio Festival.
La scenografia del palco ha ripreso i disegni multicolori della copertina dell’album del 1988 attraverso dei vetri illuminati ad hoc e posizionati in vari punti del palco, c’erano tutti i colori come tutte le varie umanità raccontate nei loro testi, in ogni segno e colore c’era dunque un piccolo pezzo delle nostre culture.
Il concerto ha seguito la scaletta del disco originale ed è iniziato con quel delizioso “La valse” con il quale inizia il memorabile debutto nel 1988 e il susseguirsi degli altri brani è stato un tripudio di suoni a volte fracassoni e altre molto malinconici con i vari musicisti che si alternavano tra i gli strumenti musicali.
In aggiunta ai brani di Mlah è stata suonata la versione remixata di Face à La Mer che quando fu pubblicata sulla famosa collezione Cafè del Mar tanto scalpore e scompiglio all’epoca creò tra i fans più radicali che trovavano troppo modaiola la versione riproposta dal cafè ibizenco, ma in tutta onestà un brano come questo regge qualsiasi arrangiamento anche lontano dai suoni originali del gruppo perché è una grandissima canzone e tanti tra il pubblico nell’ascoltarla hanno ripensato al vocalist e leader storico della band Helno Rota morto per overdose nel 1993, “Se andate al cimitero / Guardate il mio nome inciso sulla lapide / Salutate i morti che guardano il mare / Ebbri di vita nella luce”.
Infine il dono più prezioso della band al suo pubblico entusiasta è stata una nuova versione della canzone della rivoluzione “200 Ans d’hypocrisie” scritta in risposta alle celebrazioni del Bicentenario della Repubblica di Francia del 1988 ma qui riproposta in un nuovo arrangiamento pieno di tensione, livido, tremendamente crudo e reale, sicuramente la versione definitiva per questa canzone di protesta che è uno dei brani migliori del ‘900 francese.
Dispiace per chi si è lasciato scappare questo concerto che rimarrà negli annali dei live in Italia mentre io potrò sempre dire con orgoglio “Io c’ero”.
I prossimi appuntamenti del Verucchio Festival 2019 sono il 26 luglio I Hate My Village + Giovanni Truppi ed il 28 luglio Canzoniere Grecanico Salentino.