Home categorieCultura Visto per voi: Petra Magoni e Ferruccio Spinetti al “Verucchio Festival 2019”

Visto per voi: Petra Magoni e Ferruccio Spinetti al “Verucchio Festival 2019”

da Redazione

Detta fuori dai denti e senza giri di parole, il concerto è stato semplicemente bellissimo. Ai riflettori modaioli e agli eventi nazionalpopolari loro due, che sul palco diventano un “uno” con la corona, preferiscono la qualità e la sincerità profonda del cuore.

Magoni Spinetti Verucchio

 

di Alessandro Carli

 

VERUCCHIO – Meglio prenderla con ironia e con quel modesto ma sincero “io comunque c’ero”. C’ero, assieme a poco meno di 100 persone convinte come me a volersi un po’ più di bene e a sognare con gli occhi aperti. Perché Petra Magoni e Ferruccio Spinetti, saliti sul palco del Verucchio Festival 2019 con una tappa del loro più che decennale progetto “Musica nuda”, fanno esattamente questo: donano emozioni che le parole non possono descrivere (del resto la parola è un limite mentre la musica sfonda le barriere e diventa universale).

Meglio chiuderla con una battuta, e poi concentrarsi su quello che è accaduto, su quello che hanno fatto, con la massima nobiltà, i due artisti. Vista la potenza vocale di Petra e la maestria di Ferruccio, i pezzi eseguiti con straordinaria complicità dai due sono arrivati in maniera nitida sino al mare di Rimini e anche un po’ più in là. Serviva esserci? Forse no, sicuramente sì.

Non sempre il poco pubblico è un fattore negativo per chi assiste a un evento magico: è più facile trovare un posto privilegiato. Non saranno giustamente d’accordo gli artisti, nessun musicista dal pedigree cristallino se lo meriterebbe, soprattutto Magoni e Spinetti che, dopo aver spogliato la musica (sul palco ci sono solo un contrabbasso e la sua voce, ma bastano, eccome se bastano, anche perché la voce di Petra è a tutti gli effetti uno strumento di rara fattura), hanno donato al pentagramma una nuova, frizzante vitalità. Musica denudata dall’outfit manieristico e pop, proposta in maniera lineare: presi due punti, voce e contrabbasso, Petra e Ferruccio camminano e producono l’incontro di una voce nuda (ma che voce: i suoi vocalismi virtuosi, i gorgheggiamenti arrivano al pubblico come quelli di Lucio Dalla) e uno strumento di corde e legno che vibra e fa sentire la sua anima.

Detta fuori dai denti e senza giri di parole, il concerto è stato semplicemente bellissimo. Ai riflettori modaioli e agli eventi nazionalpopolari loro due, che sul palco diventano un “uno” con la corona, preferiscono la qualità e la sincerità profonda del cuore.

“Tu sei tutto per me”, “Prendila così”, “Feltrinelli”, “Come si canta una domanda”, “Sei forte papà”, “Tu forse non essenzialmente tu”, “Hey Jude” e tanti altri pezzi in scaletta prima del ritorno alle origini, ovvero il primo pezzo registrato dai due agli inizi del Secolo, “Roxanne”.

 

(A gennaio 2020, ha annunciato Petra, saranno a Bellaria con un nuovo bizzarro progetto, “Turandò”. Sul palco/podio due sovrani del panorama artistico, Petra Magoni e Ferruccio Spinetti, moltiplicheranno i loro talenti per alimentare il vero soggetto di questo racconto: l’enigma. Se conosci le risposte il mistero non è più tale. Come le teste degli sfortunati pretendenti, la T finale del titolo cade. Un accento prende il suo posto per sottolineare la matrice popolare e impertinente di questo spettacolo).

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