SAN MARINO – Alla luce del clima politico più disteso con cui ci stiamo approcciando a questa estate, che ha già permesso di ottenere risultati importanti per il Paese e i suoi cittadini, avremmo voluto evitare di commentare le periodiche uscite a sproposito pubblicate sui media da parte di alcuni esponenti di opposizione. Ma quando le considerazioni offendono l’intelligenza (e la memoria) di chi legge, non possiamo esimerci dal tentare di riportare un po’ di verità nel fiume di demagogia e fango che investe gli occhi dei lettori – soprattutto di alcuni media – a cadenza quotidiana.
Surreali, per esempio, le considerazioni di chi continua a raccontare ai cittadini che a causa dell’attività degli ultimi due anni e mezzo due banche sono fallite. Anche perché sono gli stessi esponenti che poi dicono, magari nelle righe successive delle stesse interviste, che le difficoltà di certi istituti erano note da tempo e nessuno ci ha messo le mani prima. Delle due una.
La realtà ormai evidente a tutti è che questa maggioranza e questo governo – al contrario di quelle scorse, in cui militavano molti di questi novelli Don Chisciotte – non hanno avuto remore nei confronti di nessuno. Nel rispetto dell’autonomia dei vertici di BCSM – anche purtroppo di quelli messi li da altri e poi allontanati che si sono dimostrati poco assennati – questa maggioranza e questo governo hanno fatto esattamente quello che avevano promesso ai propri elettori: fare chiarezza sulle situazioni ancora nebulose che, nel 2016, qualcuno avrebbe ancora voluto nascondere sotto il tappeto, magari per far si che anche le eventuali responsabilità finissero coperte assieme alla polvere.
La verità è che se oggi si parla di azioni di responsabilità sui dissesti bancari, già avviate per Asset e Carisp e già deliberate – in attesa dell’avvio formale – per il CIS, lo si può fare esclusivamente perché i dissesti sono emersi. Altrimenti i responsabili sarebbero rimasti nell’ombra per qualche altro anno, almeno finché i buchi oggi evidenziati non sarebbero comunque venuti a galla con la scure del rispetto dei requisiti europei e l’apertura del mercato.
Che a “vigilare sull’apertura delle azioni di responsabilità”, oggi, ci debbano essere membri di passate maggioranze di governo che hanno – loro sì – favorito certi potentati economici e certi istituti bancari concedendo credito di imposta illimitato (ogni riferimento all’acquisizione di ECB da parte di banca CIS è puramente casuale) può solo che far sorridere.
Come non può che far sorridere il tentativo di ribaltare su una forza politica di questa maggioranza – o sulla maggioranza nel suo complesso – danni che oggi vengono palesati, ma che si sono costruiti in decenni di malgoverni clientelari e compromessi con il mondo affaristico, a cavallo fra i famigerati ’90 e i primi anni 2000, in cui hanno fatto la parte dei leoni proprio personaggi politici legati a partiti che oggi si trovano all’opposizione.
Dinamiche emerse molto chiaramente dalla sentenza di primo grado del Conto Mazzini, momento chiave della storia recente del nostro Paese che qualcuno oggi, in parte all’opposizione e in parte fuori dalle prime file della politica, vorrebbe far dimenticare ai sammarinesi e magari pure affossare prima del secondo grado di giudizio.
Ricordato questo ai lettori, e prendendo certe considerazioni come goffi tentativi di acquisire i riflettori per qualche minuto da parte di qualche singolo esponente di opposizione, non possiamo fare altro che ribadire la soddisfazione della maggioranza per un percorso di condivisione che ha visto disponibilità da parte di tutte le forze politiche attorno alla risoluzione della vicenda CIS. Una risoluzione che sicuramente inciderà sulle finanze pubbliche e che, anche per questo, sarà accompagnata da un’azione incisiva nei confronti di tutti i responsabili di questo dissesto.
Adesso.sm