IAM srl: estate, tempo di mare, di bagni, di tintarella, di relax e… di divieti.
di Mirkare Manzi
Estate, tempo di mare, di bagni, di tintarella, di relax e… di divieti. Già da molto tempo sentiamo parlare non solo di notizie positive – e mi riferisco alle cosiddette “Bandiere blu” – ma anche di quelle meno virtuose: acque inquinate e quindi l’impossibilità di fare un tuffo e una nuotata al largo. Queste “proibizioni” sono dovute anche al nostro comportamento quotidiano e quindi, nel nostro piccolo, possiamo fare qualcosa per dare una mano all’ambiente.
Quando laviamo i panni o quando pigiamo il tasto “start” della lavastoviglie riversiamo in mare un bel po’ di acqua sporca. Non voglio invitare i lettori a non igienizzare piatti e bicchieri o a non smacchiare t-shirt, jeans e camicie ma solamente a essere un po’ più attenti. Bastano difatti alcuni piccoli accorgimenti per ridurre notevolmente l’impatto inquinante senza inficiare sulla qualità dei lavaggi.
Lavatrici. Con il caldo una maglietta dura un giorno al massimo, quando va bene. Se possibile, scegliete detersivi di ultima generazione, quelli “bio”, che strizzano l’occhio all’ambiente. Magari profumano un po’ di meno rispetto a quelli più tradizionali ma comunque garantiscono la pulizia richiesta. Anche sui dosaggi si può fare molto: spesso si tende a mettere nell’apposita vaschetta un quantitativo due o tre volte superiore a quello specificato nelle indicazioni. Basta seguire i “quantitativi” suggeriti e già l’immissione di acque sporche nell’ambiente viene “tagliato” sensibilmente.
I piatti. Sui dosaggi, idem come sopra: basta una pastiglia. Se possibile poi scegliete il programma “bio”. Certo, questo implica talvolta un pre-lavaggio a mano ma basta un getto l’acqua e un colpo di spugna e buona parte dei residui spariscono. Le nostre nonne lavavano tutto a mano, sia in estate che in inverno. Possiamo quindi “imitarle” e passare piatti e bicchieri sotto al rubinetto. Per chi invece pulisce con spugna e detersivo, nei momenti in cui non serve è bene chiudere il flusso di acqua.
Il bagno. Doccia e WC possono trasformarsi in due “spreconi” d’acqua. Cosa fare quindi? Anche qui, basta davvero poco. La doccia può essere “chiusa” quando ci insaponiamo per poi essere riattivata quando ci dobbiamo togliere lo shampoo o il bagnoschiuma. Anche per questi due prodotti, lo voglio ricordare, esistono quelli più inquinanti e quelli meno. Viene quindi utile – e bastano pochi secondi – leggere quanto riportato nelle etichette. L’uso del WC da solo rappresenta in media ben il 30% del consumo idrico di una casa. Sapevate che si parla di una media di 10 litri d’acqua a ogni utilizzo? Oggi i sistemi di scarico dell’acqua sono cambiati e sono note a tutti le cassette a doppio pulsante, uno “breve” e uno “lungo”. Il primo ha una portata di circa 5 litri, il secondo più del doppio (in alcuni modelli si arriva anche a 16-18 litri). Spesso le persone li schiacciano entrambi: un “rituale” davvero poco virtuoso. Per la pipì quello “breve” va benissimo, così come per i “bisogni” dei bambini. Per le altre “cose”, si utilizzi quello “lungo” e, nel caso, lo spazzolone. Non serve “tirare” l’acqua due volte. Il “doppio pulsante”, oltre a inquinare di più (spesso ai lati delle “tazze” ci sono i deodoranti o gli igienizzatori profumati), va a incidere sulla bolletta.