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Editoriale: San Marino, ora serve davvero un moto di responsabilità

da Redazione

Nonostante ci siano una serie di grandi riforme da concretizzare, la politica non brilla per velocità, anzi. O meglio, ha momenti di slancio che poi, poco dopo, si arenano.

 

di Alessandro Carli

 

In estate con il caldo – e quest’anno è già arrivato – si tende a rallentare ogni tipo di attività. L’auspicio è che le temperature bollenti non incidano sui lavori della politica sammarinese, chiamata a cercare soluzioni per risollevare il Paese.

Certo, Palazzo Pubblico – il luogo deputato alle scelte strategiche della “res publica” – ha muri spessi e il “pericolo” quindi di un indebolimento delle energie dei rappresentanti del Titano non dovrebbe sussistere. Purtroppo però, nonostante ci siano una serie di grandi riforme da concretizzare, la politica sammarinese non brilla per velocità, anzi. O meglio, ha momenti di slancio che poi, poco dopo, si arenano. Esempio ne sono l’incontro sulle pensioni di qualche settimana fa, a cui non è stato dato seguito, così come si è fermi sulle altri importati riforme come quella delle imposte indirette, del mercato del lavoro e della spending review.

Un passo in avanti e un passo indietro quindi. Ma così facendo, non si ci muove. E intanto i giorni passano, inesorabili…

Si sa cosa serve al Paese, ma a Palazzo si sta facendo poco per metterlo in campo. L’immobilismo che da molti mesi sta caratterizzando le scelte della politica sta penalizzando cittadini e imprese.

Siamo consci che i temi non siano semplici ma ogni giorno che passa, è un giorno perso. Ci aspettiamo quindi che la politica abbia un moto di responsabilità e che si metta, al di là delle dichiarazioni di facciata, a lavorare – iniziando da un confronto adeguato e continuativo con le parti datoriali e sindacali – sui tanti cantieri aperti che, quanto prima, devono essere realizzati.

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