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San Marino, Teodoro Lonfernini (Consigliere PDCS): “Governo finito? Sì”

da Redazione

Riceviamo e pubblichiamo l’intervento di Teodoro Lonfernini, Consigliere PDCS.


SAN MARINO – Che questa maggioranza e questo governo siano finiti politicamente già da tempo è una certezza; sicuramente è finita questa infelice esperienza, che ancora ci trasciniamo, anche prima delle dimissioni di Celli (diventata l’anima sacrificale, lo scarica barile delle responsabilità); il resto dei momenti istituzionali in cui sono precipitati, sono un contorno molto amaro.

Questo governo e questa maggioranza sono, senza ombra di dubbio, i più insignificanti ed inefficienti che a memoria si possa ricordare, un governo ed una maggioranza proiettati verso la totale gestione del potere, quasi ad emulare governi tanto contestati negli anni passati ma, questo governo e questa maggioranza, se hanno un frammento di senso di responsabilità, devono restare al loro posto fino al compimento di due atti decisamente importanti: Legge Elettorale e l’istituzione della Commissione d’Inchiesta.

La Legge Elettorale perché è una richiesta popolare venuta avanti con grande forza (60% dei votanti non sono poca cosa), la Commissione d’Inchiesta per i fatti di Banca CIS perché è una necessità per non rendere “zoppa” la legge a sostegno del sistema bancario approvata all’unanimità.

Se così non fosse e sentito il silenzio assordante di questi ultimi giorni da parte degli attori della politica mi chiedo: chi non vuole questa Commistione? Chi pensa di far cadere il governo forse non vuole la Commissione d’Inchiesta e capire cosa sia davvero successo in Banca CIS che tanto costerà a tutti i cittadini?! C’è qualche lavorio sotterraneo ed occulto da parte di alcuni di maggioranza e di opposizione che dobbiamo comprendere?!.

Io sono disposto ad aspettare questa naturale e quanto mai attesa caduta di governo, perché tanto così sarà, e sono disponibile a dare una mano istituzionale nel far approvare correttamente e formalmente la legge elettorale e l’istituzione della Commissione d’Inchiesta.

Una caduta improvvisa non gioverebbe a nessuno politicamente ma in primis, non gioverebbe nuovamente agli interessi immediati del Paese nonostante non riescano a portare nulla di interessante, nemmeno la risoluzione del caso targhe e nemmeno un piccolo spiraglio per i correntisti CIS.

Dobbiamo lavorare in maniera non occulta (diversamente questo sarebbe un film già visto) per concepire un ponte verso una legislatura non transitoria ma di larghe vedute e ampio consenso consigliare; in questa fase dobbiamo esser noi, anche dall’opposizione, più responsabili e avveduti del governo attuale e della maggioranza.

La causa delle situazioni che oggi viviamo, con un “plotone” di incapaci a governare situazioni difficili e che in tanti casi hanno pure eccitato oltre la misura e, chi verrà dopo, avrà un lavoro doppio da compiere, è attribuibile anche ai partiti della precedente legislatura e chi li governava sia chiaro; è ahimè, di tutti coloro che hanno sempre frenato una azione politica di sistema da metter in campo già da tempo e su questo, le responsabilità, sono in capo a persone ben precise, che c’erano prima e in alcuni casi ci sono pure ora, sia alla maggioranza che all’opposizione.

Ma in tutto quello che sta accadendo, come si fa a non pensare ad un vero patto generazionale se siamo ancora in tempo per farlo?

Un patto generazionale vero, dove le competizioni, tra chi dovrà tirare e chi dovrà seguire non esistano, semplicemente perché in gioco c’è il nostro futuro e non quella di chi, il giro della propria vita, sia politico che personale, l’ha già ampiamente fatto ed i sacrifici, un tempo inimmaginabili, non dovranno farsene carico loro ma noi!

E allora alleiamoci e proiettiamoci nel futuro!

Il Paese, se sta finendo, non è per effetto di chi lo voleva fare evolvere e non è per effetto di chi lo voleva far diventare qualcosa di più efficiente ma, finirà semmai a causa di chi lo ha voluto mantenere al punto di partenza e di arretratezza imbarazzante.

Non sono di certo “nuovo” a questa posizione, anzi, in questi ultimi anni credo di esser stato l’unico o tra i pochi estremamente convinto, oltre a qualche sprazzo sindacale e di categoria, verso un percorso di questo genere e dunque, ora, visto e considerato che esiste maggiore consapevolezza da parte di tanti, mettiamo in campo in maniera convinta ed energica, la protezione nazionale del Paese con un governo di difesa vera e con il posizionamento di uomini e donne all’altezza di questo gravoso impegno; uomini e donne, se necessario, che possono rappresentare il mondo non solo politico ma soprattutto il mondo sociale ed economico.

Il Paese lo richiede, le persone che attendono aiuto lo richiedono, gli imprenditori ed i lavoratori lo richiedono, il futuro nostro e soprattutto dei nostri figli lo richiede.

Il Paese ha bisogno di esser salvato e per farlo è ora di unirci tutti attorno alla proposta (o perlomeno tutti coloro che hanno a cuore in maniera sincera le sorti del Paese); se non facciamo questo, il Paese non lo aiutiamo e non lo salviamo.

Non c’è più tempo e questo lo dico già da tempo, scusate il gioco di parole; per evitare il peggio quindi, senza continuare ad assistere ad un teatrino ormai sgradevole, ci vuole una azione unanime di protezione e rilancio del sistema.

Ci riempiamo tanto la bocca di stabilità nazionale economica ma io credo che la stessa, passi attraverso la risoluzione definitiva di certi “conflitti” interni alle istituzioni e nel Paese.

Non è con i proclami di chi si sente vergine che si fanno gli interessi generali ma, quando si parla, ed io sono uno di quelli, di un Governo di Protezione Nazionale, vuole dire, fare un governo nuovo a tutti gli effetti, poi vedremo nel caso chi ci vorrà stare ma, sono convintissimo che sia una delle poche occasioni che abbiamo a disposizione per salvarci; un Governo con precisi obbiettivi ma solamente dopo aver approvato la Legge Elettorale e istituito la Commissione d’inchiesta, meglio ancora se il bilancio pubblico sia messo al riparo da eventuali rischi di esercizi provvisori, a quel punto, le elezioni sono obbligate e il terreno su cui far camminare il Paese coltivato.

Per cui, Governo di Protezione Nazionale, non vuol dire proseguire con questa infelice esperienza ma avere il tempo politico di creare le condizioni serene di prospettiva, dove politica e tutte le altre parti del Paese si mettono insieme e ci regaliamo un futuro più certo.

 

Consigliere PDCS – Teodoro Lonfernini

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