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San Marino, la politica stringe i tempi per la legge “salva-banche”

da Redazione

Maggioranza e opposizione condividono impostazione e smentita: “Nessun bail-in”. Il provvedimento prevede l’introduzione di nuovi strumenti per gestire le crisi degli istituti.

eva guidi

 

di Daniele Bartolucci

 

Nuovi strumenti di gestione delle crisi bancarie, che si inseriscano tra l’Amministrazione Straordinaria (AS) e la Liquidazione Coatta Amministrativa (LCA) e che permettano al tempo stesso di garantire una continuità alla banca oggetto di intervento, sempre con una tutela particolare per i risparmiatori. E’ questo in sintesi l’obiettivo del pdl “salvabanche” che maggioranza e opposizione hanno condiviso e da cui è nato il testo iniziale che ha iniziato a circolare tra gli stakeholder sammarinesi. Il fatto che sia ancora “un’ipotesi di lavoro predisposta sulla scia delle normative internazionali ed europee in materia di gestione delle crisi bancarie”, come ha sottolineato la Segreteria alle Finanze, ne ha mantenuto riservati i contenuti, ma come sempre accade, tra San Marino e i giornali economici italiani sembra ci sia una linea diretta, e qualche indiscrezione è trapelata. Come quella dell’ipotesi che questi strumenti contemplassero anche il bail-in, come avviene in Italia e in Europa, ovvero che a “pagare” siano poi, oltre agli investitori, anche i risparmiatori che hanno creduto nella banca. Ma come hanno condiviso l’impostazione, sia la maggioranza per voce anche del Segretario di Stato alle Finanze Eva Guidi, sia le opposizioni, in particolare il Partito Socialista, hanno condiviso anche la smentita: non c’è alcuna ipotesi di introdurre il bail-in a San Marino, insomma.

Ma allora cosa contiene questa proposta di legge? “Prima di avviare l’eventuale percorso legislativo è intenzione della Segreteria di Stato per le Finanze, che sta coordinando i lavori di revisione, chiarire e valutare gli eventuali impatti su tutto il sistema, chiamando alla responsabilità gli azionisti della banca e garantendo la massima tutela possibile ai risparmiatori, come sempre effettuato in Repubblica. Grande attenzione quindi nell’attuale fase di revisione ai risparmiatori anche grazie all’introduzione di strumenti di gestione delle crisi bancarie che non colpiscano i correntisti, quali ad esempio il ricorso a un “ente ponte” (la cosiddetta bridge bank, recentemente utilizzata in Italia) o strumenti pubblici di stabilizzazione finanziaria”. “Altro fronte sul quale si sta procedendo in modo deciso è quello di colpire gli autori dei dissesti che saranno chiamati a risarcire con i propri patrimoni il danno cagionato, ad esempio tramite un potenziamento delle azioni di responsabilità. Questo progetto di legge, una volta condiviso, si inserirà tra gli interventi previsti nel percorso di risanamento e rafforzamento del sistema bancario e finanziario sammarinese in vista della prossima definizione dell’Accordo di Associazione con l’Unione Europea e alle opportunità di sviluppo che creerà il passporting bancario europeo”.

Ma su “questa ipotesi di lavoro”, ha annunciato la stessa Segreteria alle Finanze, “è in corso di revisione attraverso un confronto che sta attualmente interessando tutte le forze politiche e sociali”. Ma i tempi stringono: se giovedì il testo finale è approdato all’Ufficio di Presidenza, allora il pdl approderà in Consiglio Grande e Generale in tempi brevi, idonei al trattamento quindi anche della situazione di Banca CIS, altrimenti i tempi si allungheranno, con probabili nuovi danni per il sistema bancario e, quindi, per il Paese.

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