RIMINI – «E’ un bilancio positivo, il 2018, nel quale il lavoro di soci e dipendenti ci ha consegnato una crescita nell’occupazione e nel fatturato, se guardiamo con i soli occhi dell’azienda. Ma noi allarghiamo lo sguardo anche alla nostra coscienza sociale, e il 2018 ci ha dato una crescita per quanto riguarda la lotta alle dipendenze da sostanze e l’inclusione delle persone svantaggiate. E una crescita anche nella percezione all’esterno del modello Cento Fiori». Cristian Tamagnini, presidente della cooperativa sociale Cento Fiori, commenta il bilancio 2018 approvato nei giorni scorsi dall’assemblea dei soci.
Un bilancio con diverse voci nel segno del più. I dipendenti, per iniziare, passati da 59 a 77, ma anche nel fatturato, che ha sfiorato i 4 milioni di euro. «E tutto ciò in un clima aziendale positivo, come ci dice il questionario che abbiamo somministrato ai dipendenti, che ci ha restituito l’immagine di un forte senso di appartenenza e di ottimi rapporti tra colleghi. Non è poco per noi». Diversi gli aspetti qualitativi che contraddistinguono il 2018, «al di là dei semplici numeri contabili», dice Tamagnini. «Il modello Cento Fiori si sta affermando e e sta acquisendo maggiore visibilità all’esterno. Certo si stanno sentendo gli effetti dell’investimento in comunicazione. Ma notiamo anche una maggiore attenzione da parte di istituzioni come l’Università di Bologna, sia sui nostri progetti terapeutici contro le dipendenze, sia come interventi educativi nel disagio sociale. Così come si stanno ampliando i progetti di prevenzione contro la droga con le scuole superiori del riminese».
«Che sia una cooperativa solida non lo dico io ma lo dicono i numeri. – aggiunge Domenico Diotalevi, direttore amministrativo della Cento Fiori – Il patrimonio netto ha superato i 2 milioni di euro, sono aumentati i soci lavoratori diventati 36, 47 soci sovventori sono persone fisiche, 12 soci sovventori sono persona giuridiche, abbiamo 13 soci volontari. I numeri ci dicono che abbiamo rafforzato i settori principali, legati alla recupero dalle dipendenze e consolidato i progetti in ambito di emergenza e gestione migranti. Oltre a mostrare la diversificare in progetti sociali a favore del territorio e a sostenere gli storici settori di inserimento lavorativo di persone svantaggiate quali La Serra e il Centro stampa».
L’approvazione del bilancio della cooperativa avviene come prassi ad anno inoltrato, e Tamagnini approfitta dell’occasione per parlare dei progetti in atto nel 2019 e quelli futuri. Tra questi ricorda «l’apertura di un gruppo appartamento, rivolto alle persone in uscita dal percorso di recupero, in modalità H6, ovvero con una maggiore presenza degli educatori. Prosegue il percorso di accreditamento presso la Regione ed entro la fine dell’anno intendiamo varare nuovi moduli terapeutici per i giovani in doppia diagnosi in accordo con l’Ausl Area Vasta Romagna e il Centro di Salute Mentale. Senza tralasciare il completamento e l’efficientamento delle strutture terapeutiche di Vallecchio».
«Stiamo consolidando il settore dei Migranti – prosegue Tamagnini – attraverso la differenziazione dell’offerta, sia partecipando ai bandi europei, sia ai nuovi progetti Sprar e al Bando nazionale per l’innovazione sociale. Infine stiamo dedicando molta attenzione alla formazione professionale, sia interna, sia come formatori all’esterno».