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“Finance & Banking Summit” de Il Sole 24 Ore: Sabatini (Abi), “Fintech è realtà”

da Redazione

“Il fintech è già una realtà su cui le banche stanno investendo”, ma “occorre una revisione globale del quadro delle regole per non creare dislivelli sul piano competitivo e tutelare i rischi”. È quanto ha sostenuto il direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini, intervenendo al ‘Finance & Banking Summit’ organizzato da 24ORE Business School in collaborazione con Il Sole 24 Ore.

“Vedo grandi elementi di complementarietà tra le banche e le fintech” perché queste ultime “hanno le competenze tecnologiche e capacità di innovare” mentre “le banche hanno i capitali e la clientela”. Per cui mettere insieme queste due realtà “è una soluzione vincente. Ed è quello che sta accadendo”, ha spiegato Sabatini, evidenziando che “le banche stanno cambiando pelle per rispondere alle esigenze della clientela”.

Altra cosa sono invece le ‘Big tech’, ovvero, i giganti tecnologici cosiddetti Gafa (Google, Facebook, Apple e Amazon), i quali, “rappresentano una potenziale minaccia perché hanno capitali e clienti ma non hanno un quadro regolamentare”, ha sostenuto Sabatini nel corso del ‘Finance & Banking Summit’. Inoltre “veniamo da nove anni di tsunami regolamentare che costringe i consigli di amministrazione delle banche ad occuparsi più tempo di compliance ed interpretazione delle regole” che di business. “Mi auguro che anche in Europa parta una riflessione in merito all’impatto che le regole post crisi hanno avuto sulla crescita”, così come stanno facendo gli Stati Uniti.

Al ‘Finance & Banking Summit’ organizzato da 24Ore Business School in collaborazione con Il Sole 24 Ore è intervenuto anche il presidente del Fondo interbancario di tutela dei depositi Salvatore Maccarone che, parlando di eventuali casi di dissesto bancario, ha detto “dobbiamo distinguere i soggetti meritevoli di tutela. Noi non possiamo tutelare tutti, gli azionisti sono una cosa, gli obbligazionisti un’altra e i depositanti un’altra ancora”. “Il nostro Legislatore invece tende a farlo, come nel caso degli obbligazionisti delle quattro banche (Etruria, Banca Marche, Cariferrara e Carichieti, ndr) – ha aggiunto nel corso del ‘Finance & Banking Summit’ – Una legge ha chiesto al Fondo di rimborsarli, una cosa inaccettabile dal punto di vista normativo. Ma è così e lo stiamo facendo”.

Nel corso del ‘Finance & Banking Summit’ il presidente del Fondo interbancario di tutela dei depositi Salvatore Maccarone ha anche commentato l’ipotesi che Carige venga messa in liquidazione dicendo: “La liquidazione è verosimile quanto il ritorno in bonis, è una delle possibili soluzioni ma nessuno parla di questo in questo momento. Quindi è anche deplorevole che si dicano delle cose che possono avere degli effetti pesanti su banche nella condizione di Carige, che sono banche in condizioni potenzialmente delicate”.

“È stata una cosa che non doveva essere scritta anche perché non mi risulta che sia vera – ha aggiunto -. I giornali lo scrivono ma io non ho nessuna consapevolezza né informazione né idea che questo sia vero. Ed è una cosa che è stata smentita poi dalla Bce”. “È tutto da vedere, tutto da fare – ha concluso – parlare oggi di liquidazione è un nonsense”.

Il presidente del Fondo interbancario di tutela del depositi Salvatore Maccarone ha quindi assicurato, parlando al ‘Finance & Banking Summit’ organizzato da 24Ore Business School in collaborazione con Il Sole 24 Ore, che per il salvataggio di Carige si continua a lavorare su una soluzione privata dicendo: “Assolutamente. Ci sono altri commensali al tavolo” dopo l’addio del fondo Blackrock.

Il Fitd, comunque, al momento non ha incontrato altri potenziali partner: “Noi in questo momento siamo in attesa. Il nostro compito lo abbiamo fatto a novembre quando abbiamo sottoscritto quel prestito obbligazionario, che è lì a disposizione di un’operazione che sarà fatta con qualcuno”. Quanto ai tempi imposti dalla Bce, Maccarone ha spiegato: “Non è stato fissato un termine, qualche settimana, io credo quattro o cinque settimane, poi dipende da quello che succederà. In queste quattro o cinque settimane evidentemente qualcosa credo che accadrà”, ha ribadito. Maccarone è stato comunque ottimista: “Certo, assolutamente”, anche se “questa soluzione finale non so con chi vederla perché non si sa ancora chi se ne sta occupando”. “Ci sono i fondi, d’altra parte, vedremo”, ha concluso.

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