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Editoriale: l’economia dello Stato e il rilancio delle banche

da Redazione

L’attenzione è rivolta soprattutto alla seconda lettura del Progetto di legge “Variazione al Bilancio di Previsione dello Stato e degli Enti del Settore Pubblico Allargato per l’esercizio finanziario 2019”, in calendario il 21 maggio e sul quale già qualcosa trapela.

 

di Alessandro Carli

 

Economia e sistema bancario al centro della sessione della seconda metà di maggio del Consiglio Grande e Generale. L’attenzione è rivolta soprattutto alla seconda lettura del Progetto di legge “Variazione al Bilancio di Previsione dello Stato e degli Enti del Settore Pubblico Allargato per l’esercizio finanziario 2019”, in calendario il 21 maggio e sul quale già qualcosa trapela. Nella relazione firmata dal Segretario di Stato alle Finanze Eva Guidi si legge difatti che “il totale delle entrate e delle uscite comprese le partite di giro” è “pari a 586.580.941 euro” mentre “il disavanzo finanziario per l’esercizio 2019, previsto inizialmente in 10.204.516 euro, è passato in seguito alla Variazione al Bilancio a 9.146.707 euro”.

Sul piano dello sviluppo e degli investimenti invece si interviene con “l’aumento delle somme a disposizione per il credito agevolato alle imprese, passando da 14.200.000 euro a 18.500.000 euro che saranno destinati al finanziamento di progetti di sviluppo imprenditoriale in territorio”.

Nel Bilancio dello Stato rientrano anche i risultati delle perdite di Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino: nei giorni scorsi l’Assemblea dei soci dell’istituto ha approvato il bilancio 2018, chiuso con un “rosso” di 34 milioni di euro. C’è attesa per il piano industriale di Carisp e per gli altri interventi di ristrutturazione della banca che devono avere come obiettivo il raggiungimento – quanto prima – del punto di pareggio e poi andare in terreno positivo.

Istituti finanziari sotto i riflettori dopo che nei giorni scorsi BCSM ha reso pubblico il report “Dinamiche evolutive del sistema bancario sammarinese”, una fotografia per “capire” lo stato di salute delle banche (ripresa anche da “Il Sole 24 Ore”) che – oltre a far emergere che dal 2015 i margini di intermediazione lorda non coprono i costi amministrativi – deve essere letta anche come un punto di partenza per cercare di trovare soluzioni sostenibili che rilancino il comparto. Un’attenzione sul settore che si riverbera anche nella strada del dialogo tra le parti politiche che ha portato all’approvazione unanime del Decreto “Salvabanche” e alla prima riunione del Comitato per il Credito e il Risparmio (che ha visto vicini Maggioranza e opposizione) sulle linee di indirizzo per la risoluzione della crisi profonda delle banche.

L’auspicio è che vengano trovate in tempi piuttosto rapidi per riuscire poi a dare un orizzonte lungo e strutturato al Paese.

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