Home FixingFixing IAM srl, gestione rifiuti. Estate: mare, spiaggia e… rispetto per l’ambiente

IAM srl, gestione rifiuti. Estate: mare, spiaggia e… rispetto per l’ambiente

da Redazione

Parliamo di un tema molto delicato, che potrebbe creare qualche “mal di pancia” alle aziende che hanno come core business proprio la cosiddetta plastica “usa e getta”.

 

di Mirkare Manzi

 

Il calendario e il meteo ci stanno avvisando che la bella stagione è alle porte. Molti di noi sono già in un’ottica di “estate” e per altrettanti di noi l’estate significa anche mare. Mare che, oltre a essere sole, sabbia, bagni, tintarella, partite a bocce o a racchettoni e soprattutto relax, è anche – e aggiungo “purtroppo” – inquinamento. Nella rubrica di questo mese mi voglio soffermare su questo aspetto. Sono ai blocchi di partenza – ma già alcune località lo hanno adottato – una normativa che impone il divieto di fumare in spiaggia mentre è al vaglio degli esperti (ma anche in questo caso l’auspicio è che il provvedimento venga approvato a stretto giro di posta, o perlomeno prima dell’inizio della stagione balneare) un provvedimento che “proibisce” l’utilizzo della plastica monouso.

Parliamo di un tema molto delicato, che potrebbe creare qualche “mal di pancia” alle aziende che hanno come core business proprio la cosiddetta plastica “usa e getta” ma che merita di essere affrontato. Tutto quello che viene gettato sul bagnasciuga – e quindi mozziconi di sigarette, posate e bicchieri “monouso”, bottigliette e involucri – finisce in mare e quindi “incontra” i pesci che, attratti dagli oggetti, se ne cibano. Anche per questo motivo credo che sia importante che i genitori, chiamati ad educare i figli nella vita sociale e nelle relazioni con le persone, dedichino un po’ di tempo ai piccoli per insegnare anche il rispetto per l’ambiente.

Non molto tempo fa mi è capitato di assistere a una scena che racchiude con precisione quello che voglio dire. Un signore, finita la sigaretta, l’ha gettata a terra. Quello che era con lui l’ha raccolta e messa nell’apposito contenitore. L’espressione del fumatore è stata di stupore e vergogna. Il gesto che ha fatto chi era con lui gli ha fatto male più di mille parole. Senza dimenticare che quel mozzicone potrebbe finire nel secchiello di nostro figlio…

Ma torniamo a parlare di mare e inquinamento. Spesso capita di vedere un gruppo di persone che pranza sulla spiaggia e poi getta nei cestini piatti, forchette e tutto quello che è servito per desinare. Certo, mangiare all’aperto è bellissimo e non verrà proibito, sia ben chiaro. Solo che le nuove normative imporranno alcuni “limiti” che ritengo siano assolutamente accettabili. Davvero è così difficile fare a meno della plastica mono uso? Davvero non si possono portare da casa le classiche posate di metallo per poi lavarle una volta tornati nella propria dimora? Idem per i piatti: quelli in ceramica – abituati alle temperature elevate dei getti d’acqua delle lavastoviglie – di certo non si danneggiano sulla battigia. Oppure per i contenitori per le vivande: quelli in vetro vanno sempre benissimo.

I più precisi e attenti potrebbero obiettare: “Sì, ok, ma ci sono anche le posate in mais o in legno”. Personalmente penso che per fabbricarle viene sfruttata la terra in quanto viene “spinta” a produrre una pianta e quindi un minimo di danno all’ambiente lo provoca in quanto questi prodotti richiedono pur sempre uno sfruttamento del suolo ma anche energetico. Se poi siete ghiotti di mais, piuttosto fatevi un bel sacchetto di pop corn!

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