Il Governo cambia strategia e studia nuove politiche espansive, implementando il credito agevolato e snellendo la burocrazia. In Italia oltre 214mila aziende hanno sfruttato quel “140%”, muovendo un volume di 2 miliardi di euro.
di Daniele Bartolucci
Economia reale. E’ questo in estrema sintesi l’obiettivo di una serie di interventi espansivi che il Governo (finalmente, ndr) vuole varare entro l’estate per favorire le imprese che operano a San Marino e che si dovrebbe tradurre in una crescita economica nei mesi a venire. Si parla di implementazione del credito agevolato per gli investimenti, di un “pacchetto incentivi”, compresi i super ammortamenti , che in Italia hanno riscosso un successo enorme e infatti il nuovo Governo giallo-verde vuole rilanciare.
IL GOVERNO ORA PUNTA SULL’ECONOMIA REALE
Il dato politico, anche se mancano tutti gli elementi per esprimere un giudizio formale, è questo: un cambio di strategia evidente, che punta all’economia reale come “motore” per la crescita, evitando di guardare (o aspettare) alla finanza e a settori meno maturi, che potrebbero portare grandi risultati come potrebbero svanire come bolle di sapone. Dopo anni di richieste e pressioni dalle categorie economiche, molto più concrete della politica nel capire l’importanza di sostenere il già presente tessuto economico, il Governo ha annunciato per voce del Segretario alle Finanze Eva Guidi una serie di interventi mirati, che spaziano dall’implementazione del credito agevolato (già modificato alzando il limite del finanziamento per i progetti più grandi, che fortunatamente ci sono, tramite una “convenzione” con il Congresso di Stato) – ora l’obiettivo sembra sia quello di allargare il campo d’azione e permettere ad un numero maggiore di imprese di accedervi -, a una serie di incentivi alle aziende. Ma anche nuovi sgravi fiscali, “sia a livello di lavoro che di contabilizzazioni”, ha spiegato il Segretario di Stato alle Finanze intervenendo a latere della Commissione preposta, “in modo da favorire l’insediamento di nuove imprese ma anche l’ampliamento di quelle esistenti, perché dobbiamo partire dagli operatori che oggi operano nel nostro territorio, anche con un insieme di semplificazioni”. Tra queste si spinge per introdurre il “silenzio assenso”, la SCIA e altre novità già illustrate nei mesi scorsi. Ma la notizia più importante che trapela da Palazzo Begni sembra essere l’introduzione dei super ammortamenti, che introdotti in Italia dal precedente Governo, hanno riscosso un enorme successo negli anni in cui sono stati utilizzabili, tanto che Luigi Di Maio ha prorogato i termini e sta cercando di reintrodurli in maniera strutturale. Nel Decreto Crescita approvato dal Consiglio dei Ministri del 4 aprile, si rilancia infatti questo strumento, dando la possibilità alle imprese che investono in nuovi beni strumentali di beneficiare del super ammortamento al 130% entro un limite massimo di spesa. In pratica si ripristina l’agevolazione che consente di dedurre il 130% (e non il 140 come fu fatto inizialmente) del costo sostenuto per gli acquisti effettuati dal 1° aprile 2019 e fino al 31 dicembre, con possibilità di completare l’investimento entro il 30 giugno 2020. Non cambiano le regole generali per fruire dell’agevolazione, che tuttavia sarà applicabile esclusivamente agli investimenti in beni strumentali di importo non superiore a 2,5 milioni di euro. Nell’attuale ipotesi sono escluse anche le automobili, che invece nel primo intervento del 2015 erano ricomprese tra i beni acquistabili e deducibili.
SUPER AMMORTAMENTI: IN ITALIA HANNO FUNZIONATO
I super ammortamenti sono uno strumento di politica espansiva che diversi Paesi hanno introdotto per stimolare investimenti e acquisti da parte delle imprese: una dinamica che poi “ripaga” lo Stato grazie alla crescita conseguente, in termini di occupazione, tasse e altro. L’operatività è molto semplice e consente una maggiorazione (in percentuale) degli ammortamenti, dando quindi alle imprese la possibilità di ricavare risorse aggiuntive da queste operazioni. Quelli introdotti nel 2015 (al 140%) dal Governo italiano hanno avuto un effetto positivo sull’economia del Belpaese, tanto che nell’anno fiscale 2016, che è quello in cui hanno esordito, ben 214.651 soggetti (il 18,4% del totale società) ne hanno usufruito, per un ammontare di 2 miliardi di euro. In termini di ammontare, la maggiore deduzione è concentrata (76%) nei seguenti settori: “manifatturiero” (35,6%), “noleggio, agenzie viaggio e servizi di supporto alle imprese” (19,8%), “commercio all’ingrosso e al dettaglio” (11,2%) e “servizi di informazione e comunicazione” (9,5%). Ma il superammortamento è stato utilizzato anche da professionisti e imprese individuali. Dalle dichiarazioni Redditi/2017 risultavano 518.800 soggetti fruitori per complessivi 294,9 milioni di euro. Lo stesso Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, intervenendo all’Assemblea ANIS due anni fa elogiò questo intervento, chiedendone la riproposizione. A distanza di due anni, a quanto pare, sia l’Italia che San Marino hanno “ascoltato” questo consiglio: Di Maio vuole rilanciare i super ammortamenti, il Governo sammarinese studia come introdurli per la prima volta.