Home FixingFixing San Marino, monte salari 2018: svetta ancora la manifattura

San Marino, monte salari 2018: svetta ancora la manifattura

da Redazione

Con un balzo di oltre 20 milioni rispetto al 2017 il settore (che ha visto una contrazione del numero di imprese ma una crescita occupazionale) si conferma “volano” del Paese.

Tabella monte

 

di Alessandro Carli

 

Anche nel 2018 l’industria manifatturiera ha confermato il suo ruolo di “principale erogatrice” di economia di San Marino, registrando il monte salari (l’ammontare complessivo delle retribuzioni lorde percepite dai lavoratori dipendenti, ndr) più elevato del Monte Titano e ribadendo quindi – attraverso i numeri – la sua importanza strategica per il Paese sia come “motore” di sviluppo che come capacità di generare “benessere” per i dipendenti che lavorano.

Una performance, quella della manifattura della Repubblica, che continua a fare da “locomotiva” all’intero settore privato: nel report firmato dall’Ufficio Informatica, Tecnologia, Dati e Statistica sui dati dell’Istituto per la Sicurezza Sociale (ISS), al 31 dicembre 2018 il “tetto” complessivo ha superato i 400 milioni (419 milioni e 773 mila euro per la precisione). Mentre nel 2016 il monte salari aveva raggiunto i 388 milioni, nel 2017 “l’assegnone” si era spinto sino a quota 397 milioni e 826 mila euro.

Il tutto, va ricordato, nonostante la contrazione del numero delle imprese private: erano 4.991 al 31/12/2016, 4.996 al 31/12/2017 e 4.918 al 31/12/2018. Negli ultimi 12 mesi quindi il territorio ha “perduto” 78 imprese.

Quello che è cambiato invece è il numero dei dipendenti del settore privato, passato da 14.888 unità di fine 2016 a 15.128 del 2017 e 15.672 dello scorso anno (+544 lavoratori tra il 31 dicembre 2017 e il 31 dicembre 2018).

E a “tirare” l’aumento della forza lavoro è stato proprio il manifatturiero che, dopo aver chiuso il 2016 con 5.464 dipendenti e il 2017 con 5.621 persone a busta paga, lo scorso anno ha dato lavoro a 6.199 uomini e donne.

Una crescita che ha avuto “ripercussioni” positive sul monte salari: in 24 mesi (2016 – 2017 – 2018) l’ammontare complessivo delle retribuzioni lorde percepite dai dipendenti è passato da 153 milioni e 272 mila euro (2016) a 161 milioni e 162 mila euro (+ 7 milioni e 890 mila euro) del 2017 sino a 181.320 mila euro, con un salto in avanti di oltre 20 milioni di euro.

Detto che nel 2017 il “monte salari” complessivo (pubblico + privato) è stato di 522 milioni e 130 mila euro (nel 2016 l’importo aveva superato di poco i 510 milioni), che nel 2018 è salito di oltre 20 milioni di euro (542 milioni e 645 mila euro) e che, oltre ad essere cresciuto quello del privato è salito anche quello del pubblico, ci focalizziamo in prima battuta sulle altre performance del settore privato per finire con il “pubblico” (occupati e monte salari) e con i numeri italiani.

 

COSTRUZIONI, FINANZA E COMMERCIO

 

A distanza siderale dal settore manifatturiero(181 milioni e 320 mila euro), gli altri settori privati che nel corso del 2018 hanno fatto registrare un monte salari sopra i 20 milioni di euro sono, in ordine decrescente, il “Commercio all’ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e motocicli” con 64 milioni e 219 mila euro (erano61 milioni e 352 mila euro 12 ,mesi prima); “Attività finanziarie e assicurative” (35 milioni quando nel 2017 erano un milione in più), “Costruzioni” (22 milioni e 995 mila euro, il lieve rialzo rispetto al 2017 quando il “monte” si era attestato a 21 milioni e 864mila euro), “Servizi di informazione e comunicazione” (22 milioni e 651 mila euro) e “Attività professionali, scientifiche e tecniche” (20 milioni e mezzo; nel 2017 era di 27 milioni e mezzo).

 

SAN MARINO: LO STATO E LA SPENDING REVIEW

 

Dopo un balzo in avanti di circa 2 milioni di euro di monte salari tra il 2016 (3.692 statali) e il 2017 (3.714 persone), nel 2018 (3.694 dipendenti pubblici) l’ammontare complessivo delle retribuzioni lorde percepite dai lavoratori è tornato ai livelli di due anni fa: poco più di 122 milioni. Mentre è rimasto in linea con il 2017 il monte salari dell’Istituto per la Siciurezza Sociale (poco più di 37 milioni e mezzo), è diminuito di un milione di euro quello della Pubblica Amministrazione (da 68 milioni a 67 milioni) ed è cresciuto di poco più di un milione (da 5 milioni e 949 mila euro a 6 milioni e 100 mila euro) invece quello dell’AASS.

 

PUBBLICO E PRIVATO: LE MEDIE DEL “MONTE”

 

Sono circa 6.500 gli euro annuali di differenza tra il “monte salari” del settore pubblico e quello del privato della Repubblica di San Marino. Il primo difatti ha fatto registrare nel 2018 un “lordo” di 33.262 euro a dipendente contro i 26.784 euro del secondo.

 

ITALIA: ANNULLATE LE DISPARITÀ


Il Centro studi della CGIA di Mestre nei giorni scorsi ha pubblicato il raffronto tra le retribuzioni medie lorde dei dipendenti pubblici e dei privati riferite all’anno 2016 (dati ISTAT). Negli ultimi 6 anni (2010 – 2016), rileva l’Associazione veneta, la forbice si è ridotta sensibilmente, passando da 4.244 euro a favore del “pubblico” a poco più di 600 euro. Nello specifico nel 2010 la retribuzione media lorda per dipendente privato era di 30.418 euro a fronte di 34.662 euro degli statali; nel 2016 il “singolo” privato è arrivato a 33.192 euro di media (il lordo dell’industria si è aggirato attorno ai 35.200 euro a persona), il pubblico invece a 33.798 euro (39 mila euro quelli percepiti dai lavoratori statali che sono impegnati nella sanità).

In occasione del “Forum Pa 2017” di Roma (dati quindi piuttosto recenti, ndr) è stato rivelato che l’Italia spende complessivamente per il monte stipendi dei suoi dipendenti pubblici 161,4 miliardi di euro, il 10,4% del Pil nazionale (dati 2015), contro i 228,6 della Germania (8,2% del Pil) e i 240,1 del Regno Unito (10%).

Sempre all’evento capitolino del 2017 è stato poi annunciato che “il 40% dei lavoratori pubblici ha una laurea e appena una mansione su due di quelle che richiedono un titolo universitario è svolta da laureati”.

 

I REDDITI DEI TOP MANAGER EUROPEI PUBBLICI

 

La CGIA, di Mestre elaborando i dati di OCSE e di Bankitalia, ha messo a specchio i redditi dei manager pubblici. I numeri, sottolinea una nota che accompagna l’indagine, includono, oltre alla retribuzione lorda, anche i contributi sociali. I top manager pubblici italiani (dato 2015) “svettano” su quelli di altri quattro paesi europei presi in esame, Germania, Regno Unito, Francia e Spagna. Nello specifico il reddito complessivo medio dei dirigenti italiani è stato di 356.349 euro, quello di un “collega” tedesco di 254.779 euro. Il reddito medio di un manager inglese invece è stato di 249.514 euro; di un francese di 244.188 euro e di uno spagnolo 179.656 euro.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento