Home FixingFixing Le 32 “signore” fattrici di razza Limousine di Domenico Carlini

Le 32 “signore” fattrici di razza Limousine di Domenico Carlini

da Redazione

Un racconto di vita lungo mezzo secolo che parte e finisce sempre dentro una stalla.

CTSM Carlini Angelini

 

Lo avevamo lasciato nel 2012 con queste precise, esatte parole: “Altri 20 giorni così, e avrei chiuso tutto. Le due grandi nevicate di febbraio ci hanno messo in ginocchio: i danni provocati dalle precipitazioni sono stati ingenti: tetti, recinzioni, i muri della stalla. Ho dormito davvero poco, durante le prime due settimane di febbraio: la preoccupazione per lo stato di salute delle mucche, le coperture piene di neve. L’emergenza è stata grande”.

Lui è Domenico Carlini della Cooperativa Allevatori Sammarinesi (una delle consociate del Consorzio Terra di San Marino) e oggi, a distanza di sette anni dal primo incontro, ci accoglie per presentarci la sua “nuova” (e allo stesso tempo antica) vita. A partire dalla nuova stalla, sempre a Casole, sul lato del Monte Titano che si spinge verso la Carpegna.

“Dopo i problemi del 2012 – racconta – nel 2015 ho aperto una nuova struttura. Per due anni e mezzo ho lavorato assieme a mio figlio, poi però lui è stato ‘costretto’ a fare un’altra scelta e ha dovuto quindi cambiare lavoro. Quando siamo ripartiti avevamo un progetto importante, quello di arrivare a creare uno spazio aziendale, poi però si è arenato. Il nostro settore è in difficoltà – ammette con un po’ di rammarico – e negli ultimi tre o quattro anni gli incentivi statali destinati alla filiera vacca – vitello, invece di adeguarsi al costo della vita, si sono ridotti del 25-30%. Una contrazione che potrebbe avere effetti negativi sul futuro del settore: sempre meno giovani si avvicinano a questo mondo”.

Domenico si interrompe per qualche minuto. Poi riprende: “Ho 61 anni e faccio questo mestiere da quando ne avevo 10. Ero ancora alle elementari quando la mattina andavo in stalla con mio babbo e mio nonno a mungere. Quello che ho imparato lo devo a loro. Avrei voluto che anche mio figlio proseguisse questa attività di famiglia ma oggi non è possibile…”.

Nonostante le difficoltà, Domenico non molla. E ci presenta le sue “signore”. “Oggi allevo 32 fattrici di razza Limousine. La scelta deriva dalle ‘impronte’ che ci ha dato la Cooperativa Allevatori Sammarinesi. La Limousine dà una carne pregiata, che dà una buona resa, e che ha un’interessante fibra. I controlli da parte degli organismi sammarinesi sullo stato di salute degli animali sono costanti, facilitati anche dal fatto che gli animali destinati alla produzione di carne nascono, crescono e vengono macellati in Repubblica quindi tutta la filiera può essere seguita con attenzione in ogni piccolo particolare. La resa della Limousine è buona: la percentuale oscilla tra il 60 e il 64%, con cime sino al 70%”. E lo racconta mentre porge ai bovini un po’ di cibo. “Sono animali affettuosi e anche un po’ gelosi, soprattutto quando partoriscono. Sono anche abbastanza ‘autonome’ nel senso che quando mettono al mondo i vitellini se la cavano senza troppi problemi”. Quasi sempre. “Qualche volta succede che la presenza dell’uomo sia indispensabile durante il travaglio. È anche per questo che quando parlo della mia occupazione preferisco utilizzare la parola ‘mestiere’ piuttosto che lavoro: non esistono orari né ferie, le mucche richiedono attenzioni tutto l’anno, giorno e notte”.

Carlini torna alla sua definizione di “mestiere”. “La mattina mi sveglio alle sei, in estate un’ora prima, anche perché ci sono i lavori da fare in campagna. La sera si ‘interrompe’ verso le 19 ma si arriva anche alle 21 o alle 22 quando le giornate sono più lunghe. C’è da pulire la stalla – in genere una volta ogni 10 o 15 giorni – e provvedere al nutrimento degli animali: orzo, mais, favino e farina di soia. Tutti ingredienti naturali che macino io stesso”. Dopo 15/18 mesi i vitellini ‘femmine’ sono pronti per essere macellati; per i maschi il tempo è più ridotto, più o meno 13 o 14 mesi.

Tutta la carne di Domenico viene conferita alla Cooperativa. “Quasi tutta. Una parte la do alla macelleria di mio fratello, quindi rimane ‘in famiglia’. Del resto abbiamo un babbo e un nonno in comune…”.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento