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San Marino, le categorie all’EFTA: “Europa sì, ma con i dati”

da Redazione

Alle Associazioni spazio solo per la presentazione, nessun confronto. Stefano Ceccato (ANIS) ha evidenziato i vantaggi di una maggiore integrazione.

EFTA Stefano Ceccato associazioni di categoria

 

di Daniele Bartolucci

 

Il percorso di avvicinamento all’Europa continua a tappe forzate, dopo l’accelerazione concordata tra Commissione Europea e Governo di San Marino per giungere a finalizzare l’Accordo di associazione entro l’estate. La scorsa settimana il Gruppo EFTA del Consiglio dell’Unione Europea, composto dai Rappresentanti diplomatici dei Paesi membri dell’UE, guidato dalla presidenza rumena di turno, si è recato in visita per incontrare tutte le parti politiche, istituzionali e sociali al fine di approfondire la conoscenza di San Marino, nel percorso che la Repubblica sta affrontando, assieme al Principato di Monaco e al Principato di Andorra, per giungere alla sottoscrizione di uno o più Accordi di Associazione con l’Unione Europea. I Rappresentanti del Gruppo EFTA hanno avuto così modo di ottenere informazioni sulla realtà sammarinese e un quadro più preciso delle problematiche e delle specificità della Repubblica rispetto all’Unione Europea, allo scopo di favorire il percorso intrapreso da San Marino di una sempre maggiore e migliore integrazione con l’Europa.

 

LE CATEGORIE: MOLTE LE OPPORTUNITÀ

 

Uno degli incontri più attesi era quello con le associazioni di categoria: presenti ANIS, UNAS, OSLA, USC e USOT, che hanno avuto modo di presentare le proprie realtà imprenditoriali, i propri business e anche le prospettive che un eventuale Accordo con l’Unione Europea potrebbe determinare. Peccato che – hanno rilevato al termine dell’incontro tutti i rappresentanti presenti – ci sia stato solo il tempo di presentarsi, senza un effettivo confronto e senza avere ben chiari i termini dell’Accordo che si sta trattando. Un tema che da qualche tempo tutte le associazioni stanno sollevando e che il Segretario agli Esteri, Nicola Renzi, ha garantito verrà affrontato il prima possibile per mettere tutti al corrente della trattativa in corso, a partire dalle cosiddette “linee rosse” che lo inquadreranno. Nel frattempo, i rappresentanti delle associazioni hanno concordato tutti sulla necessità di una maggiore integrazione con l’Unione Europea, perché è il mercato di riferimento e, come ha spiegato Stefano Ceccato, past president di ANIS, occorre avere le stesse opportunità dei propri competitor, facendo decadere limiti e vincoli che San Marino subisce ancora non essendo Stato membro. Ma le opportunità ci sono anche nell’ambito turistico e commerciale, oltre ovviamente a quello manifatturiero, dove San Marino rappresenta una nicchia di eccellenze nel panorama europeo e per caratteristiche potrebbe anche attirare nuovi investitori e nuove imprese. Seppur con qualche distinguo, anche la questione IVA è stata trattata come una delle necessità del sistema per gli operatori economici, ma anche in questo caso, occorre avere tutti i dati a disposizione per esprimere un giudizio finale. Ovviamente per ANIS è una questione “prioritaria”, come ha ribadito Ceccato, evidenziando i limiti della monofase sia a livello fiscale interno, sia nel contesto dell’interscambio commerciale con tutti i Paesi europei che adottano un sistema VAT o IVA appunto. Dalla platea l’unica domanda pervenuta riguardava vantaggi e rischi di questo Accordo. I rischi sono quelli di dover implementare la burocrazia e sottostare ad una normativa esagerata per San Marino, ma le opportunità sono assai maggiori: “Vediamo grandi vantaggi per le nostre imprese e per il nostro Paese”, ha spiegato Ceccato direttamente in inglese per farsi comprendere chiaramente da tutto il Gruppo EFTA, “solo vantaggi”. Anche se, come ha spiegato ANIS in queste settimane, è indispensabile conoscere i termini dell’Accordo che si sta trattando, i suoi limiti e gli obiettivi di San Marino. Ma una maggiore integrazione con il mercato unico europeo – che è ancora il mercato più ricco al mondo – è un dato su cui esistono ben pochi dubbi.

 

SÌ A “COMPROMESSI E NORME TRANSITORIE”


Nel corso dell’udienza con i Capitani Reggenti, il Segretario di Stato per gli Affari Esteri, Nicola Renzi, ha quindi ricordato che “per un Paese di piccole dimensioni come San Marino sia di vitale importanza il rafforzamento del legame con il contesto europeo, non solo in campo economico e finanziario, ma anche sotto il profilo politico e culturale”. Con questo intento “condividiamo con ciascuno dei Paesi europei oggi rappresentati in questa visita, la partecipazione all’attività degli Organismi internazionali, nell’intento di affermare il valore universale della pace, del rispetto dei diritti umani, dei valori democratici e della cooperazione di tutti i popoli”. Il Rappresentante della Presidenza rumena di turno del Consiglio dell’Unione europea, Augustin Varnav, nel ringraziare per l’organizzazione di questa iniziativa, ha ricordato come “dopo quattro anni di negoziati e i notevoli progressi registrati soprattutto nel corso dell’ultimo anno si sia arrivati a un punto in cui vi sia la volontà politica di finalizzare l’Accordo entro l’estate. Questa opportunità deve essere colta”. A questo fine, ha garantito, “l’Unione è pronta a prendere in considerazione compromessi e disposizioni transitorie, al fine di tenere conto della particolare situazione dei nostri partner di piccole dimensioni, tra cui San Marino, in linea con la Dichiarazione all’Art. 8 del Trattato sull’Unione europea. Dovere della Ue è quello di preservare l’integrità e l’omogeneità complessiva del mercato interno; a questo scopo, offriamo il nostro sostegno per individuare le situazioni debitamente giustificate in cui le deroghe possono essere concesse in modo proporzionale, garantendo l’interpretazione e l’applicazione uniforme dell’acquis in tutto il mercato interno, e qui la Corte di Giustizia della Ue deve svolgere il proprio ruolo”.

La trattativa dunque è in corso e i prossimi mesi saranno decisivi per San Marino. Anche per questo il Segretario Renzi avrà il difficile compito, d’ora in avanti, di condividere e coordinare questo tavolo di lavoro su più sedi: a San Marino con le parti politiche e sociali, a Bruxelles per ottenere davvero quelle “deroghe” e “norme transitorie” di cui si parla da tempo.

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