Home FixingFixing ANIS: “Subito modifiche al Decreto Sicurezza per tutelare imprese e lavoratori”

ANIS: “Subito modifiche al Decreto Sicurezza per tutelare imprese e lavoratori”

da Redazione

Controlli sulla Superstrada, la Polizia ferma una dipendente frontaliera e sequestra l’auto aziendale. Ci sarebbero già altri casi e le aziende temono altri fermi, ma la soluzione diplomatica tarda ad arrivare.

auto sequestrata1

 

di Daniele Bartolucci

 

Quello che si temeva da mesi alla fine si sta verificando: le forze dell’ordine stanno controllando e fermando anche le auto aziendali di imprese sammarinesi condotte da lavoratori dipendenti residenti in Italia, ovvero i frontalieri.

Una conseguenza diretta del Decreto Sicurezza voluto fortemente dal Ministro Matteo Salvini , che però non ha tenuto per niente conto dell’avere un partner come San Marino, che non è membro dell’UE né afferente allo Spazio Economico Europeo, e per questo non rientra nelle deroghe previste dal Viminale per tutte le auto e gli altri mezzi delle imprese straniere. Chiunque sia residente in Italia da almeno 60 giorni non può guidare una macchina targata San Marino, questo il punto. Il problema è che a San Marino moltissime aziende utilizzano lavoratori frontalieri (6.000 circa assunti attualmente) e molti di questi guidano auto aziendali o addirittura (come nel caso dei Trasporti) mezzi speciali, per i quali servono patenti e abilitazioni particolari, che spesso a San Marino nessuno ha.

 

CONTROLLO E SEQUESTRO SULLA SUPERSTRADA


Il primo caso ufficiale di sequestro di un mezzo aziendale è purtroppo arrivato. Si tratta di un’auto di proprietà della ditta di spedizioni Studio Sped, che da oltre vent’anni opera regolarmente da San Marino verso l’Italia.

Una dipendente con ruoli dirigenziali è stata infatti fermata lunedì scorso (giorno lavorativo) da una pattuglia della Polstrada di Rimini, che stava eseguendo dei controlli sulla Superstrada. La donna, che risulta regolarmente iscritta come dipendente dell’azienda, è italiana e residente in un Comune della provincia di Rimini e per questo i Poliziotti le hanno contestato la violazione del nuovo Codice della Strada, disponendo il sequestro dell’auto, nonostante fosse chiaro e certificato che fosse l’auto datale in comodato (ha mostrato anche il contratto regolarmente siglato a San Marino, come si legge nel verbale che non pubblichiamo in quanto non interessante ai fini giornalistici, ndr) dall’azienda per cui lavora. I Poliziotti hanno ovviamente compreso la posizione della signora, ma non hanno cambiato idea, riconoscendo che la norma è molto chiara su questo punto. Questo anche dopo la famosa Circolare del Ministero stesso, che non escludeva San Marino, ma lasciava solo spazio ad un “approfondimento in corso”. Alla signora non è rimasto che avvisare l’azienda e farsi venire a prendere sul posto. Nel frattempo l’auto è stata sequestrata e nei giorni successivi il titolare dell’azienda si è recato a Rimini per il dissequestro, versando ovviamente le sanzioni previste. “Il problema non è solo la sanzione”, spiegano dall’azienda, “ma il fatto che tutto questo possa accadere ogni giorno, in particolare per noi che dobbiamo andare all’ufficio Dogane di Rimini con i nostri mezzi. Non possiamo più farli guidare dai nostri dipendenti italiani, in pratica? Questo mette a rischio l’operatività stessa della nostra azienda e l’aver disposto questo tipo di controlli sulla Superstrada è un fatto rilevante: è come se ci fosse di nuovo una frontiera”.

 

ANIS: “TUTELARE IMPRESE E LAVORATORI”

 

L’Associazione degli Industriali si è subito attivata con la Segreteria agli Esteri per informarla dell’accaduto e per capire se ci sono margini per intervenire quanto prima, ma soprattutto per sollecitare l’azione diplomatica nei confronti dell’Italia. ANIS da mesi ormai è costantemente impegnata in questa “pressione” nei confronti del Governo, con un intenso scambio epistolare che ha coinvolto anche l’Ambasciatore d’Italia Guido Cerboni. La risposta dell’Ambasciatore, però, non ha però soddisfatto nessuna delle esigenze perorate dall’ANIS, che continua a chiedere, con forza, che a San Marino vengano concesse le stesse deroghe previste per i Paesi dell’UE e dello Spazio Economico Europeo, che riguardano espressamente solo i lavoratori delle imprese di questi Paesi e non altro. Su questo punto, però, pare che il Governo non la pensi allo stesso modo, e abbia chiesto una deroga molto più ampia: anche questo avrebbe inficiato finora l’azione, visto che nelle altre fattispecie rientrerebbero anche i sammarinesi residenti in Italia e gli studenti. Al momento la Segreteria agli Esteri conferma l’impegno ad arrivare ad una soluzione, ma nei fatti – dopo il tentativo andato a vuoto dell’emendamento proposto in Parlamento, non ci sono novità in tal senso. Se non, appunto, i nuovi sequestri, che sarebbero almeno un paio certi, più altri da confermare. Oltre alla decina di casi già ufficializzati nei mesi scorsi, ma che riguardano auto private e non aziendali. La differenza per ANIS è sostanziale, in quanto sono queste ultime ad essere oggetto di preoccupazione, visto che senza deroghe, verrebbe limitata l’operatività delle aziende sammarinesi, che per ragioni oggettive, impiegano personale frontaliero per guidare questi mezzi ogni giorno verso l’Italia. Una penalizzazione eccessiva che potrebbe avere ripercussioni anche sull’occupazione, quindi. Il Governo, fanno sapere da ANIS, dovrebbe pensare anche a questi lavoratori e non solo a specifiche categorie. Chiaro il riferimento al settore pubblico e alle banche.

 

NIENTE PIÙ “OCCHIO DI RIGUARDO”

 

“Nelle more che esca una ulteriore circolare esplicativa, il buonsenso”, spiegava qualche mese fa il Direttore Operativo della Polizia Stradale dell’Emilia Romagna, Angelo Frugieri, “ci dice di non andare ad ‘applicare’, se non in quei casi chiari e lampanti in cui c’è una violazione netta della norma. Non è certo il caso del frontaliere”. Questa tregua è dunque finita? Pare proprio di sì e il sequestro di questi giorni lo conferma nella maniera più chiara.

 

BENEDETTINI: “IL SETTORE TRASPORTI GENERA ECONOMIA SANA, LE ISTITUZIONI DOVREBBERO TENERNE CONTO”

 

roberto benedettini

 

L’azienda F.lli Benedettini da oltre 70 anni si occupa di trasporti a San Marino e in tutta Europa, fin da quando i due fratelli Giuseppe e Fortunato, iniziarono ad effettuare il servizio di linea San Marino – Rimini con i primi autobus dopo la Guerra Mondiale, in cui era stata distrutta la ferrovia. Nel tempo l’azienda si è sviluppata tantissimo, anche per questo l’amministratore della società, Roberto Benedettini, non può che rilevare i timori per la propria impresa e per tutti coloro che ci lavorano, auspicando una soluzione il più velocemente possibile.

 

Arrivano i primi verbali e sequestri anche per i mezzi utilizzati per lavoro, siete preoccupati?


“Più che preoccupati siamo sempre più stupiti e privi di punti di riferimento certi. Quelli necessari alla vita di ogni attività imprenditoriale. Da mesi le imprese sammarinesi, del settore trasporto merci e persone, vivono con crescente preoccupazione l’assenza di una soluzione positiva del problema nato a seguito dell’emissione – da parte del Governo Italiano – del cd. ‘Decreto Sicurezza’ e convertito poi il legge dal Parlamento”.

 

Avete già preso dei provvedimenti per limitare i rischi?


“Siamo assolutamente consapevoli della delicatezza e importanza della questione. Abbiamo subito seguito le indicazioni ricevute dalle circolari inviateci da parte di ANIS. Ben sapendo, però, che non ci avrebbero comunque sollevato da eventuali sanzioni dovute alla modifica del codice della strada vigente sul territorio della Repubblica d’Italia”.

 

Ma, come opportunamente rileva, si tratta di un intervento parziale.

 

“Purtroppo sì. La situazione sammarinese, in base a quanto indicato nella circolare del Ministero degli Interni Italiano del 10 gennaio 2019 u.s., rimane ancora tra quelle che “necessitano di un approfondimento”. Tale situazione non lascia pensare ad una soluzione rapida e certa del problema”.

 

Con inevitabili ripercussioni sulla vostre dinamiche aziendali.

 

“Dovrebbe essere banale se non superfluo, ribadire quanto questa situazione stia gravando sulle nostre aziende. I mezzi entrano e escono dalla rete autostradale italiana h 24 e tutti noi facciamo ricorso anche a manodopera specializzata non residente in Repubblica. Sono le condizioni, ordinarie e quotidiane, che ci consentono di svolgere le nostre attività. La natura di enclave del nostro Stato, ovviamente ha una stretta incidenza e rilevanza su questo tema. Ma, a questo punto, il problema assume necessariamente una natura politica e non più amministrativa”.

 

In che senso?


“Non c’è più tempo da perdere. Occorre un’azione politica non più procrastinabile del Governo, sostenuta dall’intero del Consiglio Grande e Generale, per richiedere un incontro urgente il Governo italiano affinché si possa riportare il dialogo nel giusto binario. Una soluzione da trovare nel solco degli accordi di buon vicinato vigenti tra Italia e San Marino ed alla luce della convenzione in materia di Trasporto (merci e persone) sottoscritta nel 1997. È da settembre che Il problema era noto e conosciuto: più di 6 mesi fa. Si è perso troppo tempo e male. E, mi consenta, una battuta”.

 

Prego…

 

“Il settore dei trasporti, sia merci che persone, rappresenta un segmento importante della nostra economia reale che, mi si permetta, non è secondo a nessun altro nostro comparto produttivo. Versa contributi, offre posti di lavoro, crea ricchezza per la collettività. In due parole un’economia sana. Sarebbe bene che le Istituzioni lo ricordassero”.

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