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Ambiente, le aziende italiane ora investono molto di più

da Redazione

L’Istat ha fornito i dati relativi al 2016: + 1.400 milioni di euro. Reddito di cittadinanza: 5 mila euro a famiglia. Già partite le domande.

 

Nel 2016 la stima degli investimenti realizzati delle imprese industriali per la protezione dell’ambiente è risultata pari a 1.437 milioni di euro (+2,3% rispetto al 2015). Lo spiega l’Istat in una nota.

La crescita degli investimenti per l’ambiente è stata sostenuta per le imprese di piccola e media dimensione (+12,9%). Per le grandi imprese si registra invece una lieve flessione (-0,4%).

La quota di investimenti fissi lordi destinati alla protezione dell’ambiente si è ridotta nell’industria (3,9% rispetto a 4,1% del 2015) e in misura ancora più contenuta nella manifattura (1,9%, -0,1 punti percentuali).

Gli investimenti per la protezione dell’ambiente sono prevalentemente orientati verso impianti e attrezzature di tipo end-of-pipe (956 milioni di euro), anche se questa tipologia di investimenti è in flessione del 2,3% sul 2015.

La spesa sostenuta per impianti e attrezzature a tecnologia integrata (481 milioni di euro), di entità più ridotta, è invece in netta espansione sul 2015 (+12,9%), con rilevanti differenze tra i principali macro- settori dell’industria.

Più di un terzo della spesa (39,0%) è destinato alle attività di protezione e recupero del suolo e delle acque di falda e superficiali, all’abbattimento del rumore, alla protezione del paesaggio e protezione dalle radiazioni e alle attività di ricerca e sviluppo finalizzate alla protezione dell’ambiente.

Nella manifattura, quasi il 50% della spesa per investimenti ambientali proviene dalla fabbricazione di prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio (18,4%), dalla metallurgia (18,1%) e dalla fabbricazione di prodotti chimici (13,0%). Tuttavia tale quota si riduce di quasi 10 punti percentuali rispetto al 2015, segnale di una maggiore differenziazione settoriale negli investimenti per la tutela ambientale.

 

REDDITO DI CITTADINANZA


Più o meno 2,7 milioni di beneficiari, circa 5mila euro a famiglia. Il 12 per cento stranieri.

A inizio marzo l’Istat ha portato in audizione alla Camera i dati sul reddito di cittadinanza. Le domande per accedere all’ammortizzatore sociale sono partite il 6 marzo, la risposta dell’Inps invece è prevista per la fine di aprile. In caso di “via libera”, i pagamenti sulla card partiranno dal mese successivo, quindi a maggio.

Secondo l’Istituto di Statistica comunque “circa un terzo dei beneficiari del reddito di cittadinanza dovrà sottoscrivere un patto per il lavoro” mentre “due persone su tre, potranno usufruire del sostegno economico senza alcun vincolo lavorativo”.

Nello specifico, presa una platea complessiva di 2,7 milioni di persone che rientrano nei “paletti” richiesti, 900.000 dovranno aderire al “Patto per il lavoro”.

Il beneficio medio calcolato dall’Istat si aggirerebbe intorno a 5.053 euro, corrispondente al 66,8% del reddito familiare, per una spesa complessiva di circa 6,6 miliardi di euro su base annua. La suddivisione geografica delle famiglie beneficiarie è la seguente: 9% delle famiglie residenti nel Mezzogiorno, 2,7% delle famiglie al nord e 4,1% nel centro.

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