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Consiglio Grande e Generale: approvate due Istanze d’Arengo su cinque

da Redazione

Tutti i dettagli della seduta in Aula del 15 marzo nel report di San Marino News Agency.

 

SAN MARINO – Nella seduta odierna il Consiglio Grande e Generale riprende l’esame delle istanze d’Arengo rimaste all’ordine del giorno, ne vengono approvate due su cinque.

Respinte con voto palese le due istanze in tema di territorio: la n. 16 “Per la realizzazione in località Gualdicciolo (Castello di Acquaviva) di un nuovo portale d’ingresso sul confine di Stato”, ritenuta superata e attuata dal Segretario di Stato Augusto Michelotti, e la n. 17 “Per l’attivazione di un sistema sanzionatorio riguardo alle violazioni di principi, regole e comportamenti previsti dalla vigente normativa in materia ambientale nonché dal Codice Civile e dal Codice Etico”, poiché, motiva l’orientamento contrario il Segretario, quanto richiesto è già previsto dalle norme.

Stesso destino, quindi respinta con voto palese, anche l’Istanza n.13 “Per il conferimento al Congresso di Stato del mandato a negoziare con le Organizzazioni Sindacali la stipula – per la parte sia normativa che retributiva – di un nuovo contratto di lavoro del Pubblico Impiego e perché siano predisposte – per il futuro – misure idonee a prevenire il protrarsi di periodi di vacatio contrattuale”. Come spiega il Segretario di Stato per gli Affari interni, Guerrino Zanotti, che dà orientamento negativo del governo all’istanza, “si ritiene soddisfatta la richiesta degli istanti con l’attivazione del tavolo di lavoro”, e anche la seconda richiesta dell’istanza, “per il fatto che ci siano già le norme che regolano l’avvio all’attivazione di un tavolo, ogni qualvolta sia arrivi a scadenza contrattuale”.

Accolte invece le altre due istanze esaminate: approvata con voto palese quella di natura più tecnica, la n.18. “Per l’introduzione della possibilità di richiedere una terza targa (cosiddetta targa ripetitrice) per carrelli appendice”. Idem per l’Istanza n.10 “Per ripristinare la presenza in Commissione Consiliare Permanente dei primi firmatari dei progetti di legge di iniziativa popolare in occasione del relativo esame”, su cui l’Aula ha espresso orientamento positivo a livello bipartisan.

In seduta notturna, ieri, è terminato il comma sulla giustizia con l’approvazione di un ordine del giorno della maggioranza e la bocciatura di quello della minoranza. Le parti non sono quindi riuscite a negoziare una versione concordata del testo. Con l’Odg approvato e sottoscritto da Rf, Ssd e C10, il Consiglio Grande e Generale “ritiene imprescindibile porre in essere ogni soluzione idonea a far si che l’attività giurisdizionale venga definita entro i termini di Legge” e “urgente intervenire per riformare il codice di procedura penale, mediante il confronto costante con tutti i soggetti interessati”. Quindi “non è più rinviabile- prosegue l’Odg di maggioranza- procedere ad una maggiore fruibilità della giurisprudenza sammarinese e degli atti in genere attraverso l’ammodernamento delle procedure e dei processi di informatizzazione”. Infine “si auspica che il confronto in corso sui temi della Giustizia possa abbandonare i toni dello scontro e assumere quelli della concretezza nella risoluzione dei problemi”.

La sessione consiliare proseguirà dopo la pausa del week end, lunedì alle 13,30.

Di seguito un estratto degli interventi dei lavori odierni.

Comma n.8 istanze d’Arengo

Istanza n.10 Per ripristinare la presenza in Commissione Consiliare Permanente dei primi firmatari dei progetti di legge di iniziativa popolare in occasione del relativo esame/APPROVATA con voto palese

Guerrino Zanotti, Segretario di Stato per gli Affari interni

Governo e maggioranza ritengono l’istanza abbia sollevato un aspetto rilevante e che possa essere accolta, visto altresì l’impegno a intervenire su altri disposti del regolamento consiliare. Invitiamo il Consiglio ad accogliere la richiesta degli istanti. La modifica dovrà quindi avvenire nella riformulazione del regolamento consiliare, in modo che si preveda la presenza dei primi firmatari di un pdl di iniziativa popolare all’interno dell’Aula durante i lavori della commissione consiliare competente. Dovrà essere una presenza che non dovrà incidere sullo svolgimento dei lavori in senso stretto. E’ giusto premiare in qualche modo il lavoro che i cittadini svolgono nel predisporre un pdl da sottoporre al Consiglio grande e generale, con un loro coinvolgimento, anche se meramente rappresentativo, all’interno alla Commissione consiliare. L’invito del governo è di accogliere l’istanza.

Alessandro Izzo, Ssd

L’istanza chiede di ripristinare una condizione che fino alla modifica del regolamento era sancita e garantita, la possibilità per il primo firmatario di un pdl di iniziativa popolare di prendere parte ai lavori della commissione consiliare demandata a esaminare il Pdl. Nessuno meglio del primo firmatario può infatti spiegarne la ratio. Giusto che chi prende parte alla stesura della legge possa prendere parte ai lavori della commissione, per poter fornire spiegazioni, prendere accordi e non vedere stravolto il senso della legge. Dichiaro il mio voto favorevole unito a quello di tutti i consiglieri del mio gruppo.

Matteo Ciacci, C10

L’istanza è stata presentata quando è stato modificato il regolamento consiliare. Prima la presenza in Aula del primo firmatario era prevista dal regolamento. Ma voglio ricordare che anche in questa legislatura, il primo firmatario della legge sul recupero monofase ha partecipato ai lavori della commissione. Sono da sempre importanti gli strumenti di democrazia diretta del nostro ordinamento, il tema di consentire al primo firmatario di entrare in Commissione riteniamo sia una richiesta del tutto legittima degli istanti. Ovvio è che i gruppi consiliari, con il nuovo regolamento, hanno individuato una nuova modalità per far sì che i cittadini presentatori possano far sentire la propria voce, dando un parere tecnico e approfondito agli emendamenti proposti in Commissione. I firmatari hanno la possibilità con un certo preavviso di poter dare un parere e la propria posizione sugli emendamenti. Accogliamo con favore l’istanza, prevedendo magari delle specifiche. Aggiungiamo così un rafforzativo importante al nuovo regolamento.

Davide Forcellini, Rete

Per il Pdl sulle unioni civili, nonostante la richiesta diretta della prima firmataria, non è stato possibile partecipare ai lavori, perchè c’erano due regolamenti diversi, quello originario -sostituito nel frattempo dal nuovo regolamento- in cui non c’è una chiara dicitura e per cui effettivamente si è richiesto parere all’Avvocatura dello Stato. A mio avviso abbiamo fatto un errore quando abbiamo preparato e votato il regolamento, a nessuno è venuto in mente questa cosa. L’Istanza rappresenta come effettivamente la cittadinanza sia più attenta e debba continuare a contribuire anche a modificare e interagire con la politica, proprio a livello delle norme. Se oggi andiamo ad approvare questa istanza è perché abbiamo fatto un errore e dobbiamo tornare sui nostri passi. Il primo firmatario non deve interferire, ma interagire all’approvazione del Pdl. Siamo favorevoli all’istanza.

Iro Belluzzi, Psd

Condivido l’impostazione data dal Segretario che porta alla valutazione di accogliere l’istanza. E’ pazzesco che dall’approvazione del regolamento di qualche mese fa ci siamo resi conto che tante cose non funzionano, un regolamento cui si è lavorato quasi 20 anni. Occorrerà metterci mano velocemente anche per eliminare delle discrepanze come quella di cui istanti si sono fatti promotori, dove si chiede sempre di più partecipazione della cittadinanza. Mi soffermerei sulla possibilità di ‘interferire’ in senso positivo dei proponenti, in modo che la loro iniziativa sia tradotta veramente in norma. Sulla proposta di iniziativa popolare per il recupero monofase, cavallo di battaglia di una forza politica che se ne era fatta portavoce, Civico 10, è capitato infatti che una proposta che poteva essere efficace, all’interno dell’Aula sia stata stravolta, e le è stata tolta efficacia. Meglio quindi ci sia possibilità per i proponenti di non far snaturare i loro progetti di legge. Positivo invece il percorso del pdl sulle unioni civili, l’Aula ha saputo dialogare e la Repubblica si è trovata un’importante normativa. Dovremo dare risposta celermente alle criticità nel nuovo regolamento, potremo dibatterne e trovare modalità perchè le leggi di iniziativa popolare non solo siano rappresentate in commissione dai primi firmatari, ma che ci sia anche un vincolo tale in modo che la legge presentata non sia snaturata.

Francesco Mussoni, Pdcs

L’Istanza esprime il concetto di democrazia diretta che a noi come gruppo politico piace, abbiamo una cittadinanza che vuole discutere la proposta di iniziativa diretta nelle sedi istituzionali. E’ un fatto che non può essere trascurato dal regolamento consiliare e dalla nostra tradizione politica che è fondata sulla democrazia diretta. C’è un però, non dobbiamo essere superficiali, perché l’iniziativa va disciplinata in modo adeguato. Pensiamo a potenziali disordini dei lavori, sarebbe una contraddizione di termini rispetto al ruolo del consigliere /commissario. Dobbiamo sottolineare anche il valore della rappresentanza politica delle sedi istituzionali e coniugare i due concetti in modo adeguato. Dal mio punto di vista va accolta l’istanza, ma bisogna fare un lavoro di equilibrio serio, non demagogico.

Gian Matteo Zeppa, Rete

Questa istanza riporta il sentimento dei firmatari anche in merito a ciò che la politica sbaglia a fare. Ho sentito interventi condivisibili, ma nessuno ha fatto un ‘mea culpa’ che faccio io: abbiamo fatto un regolamento consiliare molto tirato, abbiamo perso occasioni di approfondimento perché si voleva portare quel regolamento a ratifica e mi assumo la mia quota-parte di errore. Si era detto che bisognava vedere in corso d’opera l’applicazione del nuovo regolamento che ha riportato problematiche evidenti. Di qui, la richiesta di riportare in Commissione i firmatari dei progetti di legge di iniziativa popolare. Ritengo un addedum positivo avere in aula la possibilità di avere l’interpretazione e l’intendimento dei primi firmatari. Rete voterà a favore dell’istanza.

Roberto Giorgetti, Rf

Nell’ambito della riforma del regolamento consiliare è stata introdotta un’innovazione non presente nel regolamento precedente che prevede il parere obbligatorio, anche se non vincolante, sugli emendameni presentati in sede di commissione permanente da parte dei proponenti del pdl, ovviamente gli emendamenti devono essere presentati ai proponenti con dovuto anticipo. Questa è stata un’innovazione importante perché dà modo di apportare valutazioni specifiche sulle modifiche al testo presentato in prima lettura. Questo è un elemento positivo di innovazione. Sulla possibilità di riportare in aula una rappresentanza dei promotori del pdl di iniziativa popolare, credo ci possa stare. Erano state fatte in sede di elaborazione del regolamento delle valutazioni diverse, ma credo che una funzione di rappresentanza dei proponenti possa essere accettabile per rimarcare quanto già previsto per la valorizzazione della partecipazione popolare. Fermo restano che la funzione legislativa deve rimanere in capo ai consiglieri. Esprimiamo voto positivo per l’istanza.

Pasquale Valentini, Pdcs

Nell’accoglimento di questa istanza dobbiamo essere molto chiari con l’impegno che ci prendiamo dire la presenza dei primi firmatari ne momento della discussione senza spiegare cosa significa, può voler dire venire in tribuna ad ascoltare i lavori. Un conto è la discussione approvazione della proposta di legge che viene al consiglio e i gruppi consiliari hanno il compito di esaminarla e farla proprio o no. Il proponente ha funzione di chiarimento soprattutto in una fase di prima lettura, però non dobbiamo cadere nell’idea che in qualche modo si possa bypassa la competenza legislativa del Consiglio grande e generale perché creeremo una giungla. Nel dare attuazione a quella richiesta di ripristinare la presenza dei primi firmatari, bisogna chiarire come intendiamo quella presenza e che sia presenza che non esautori responsabilità dei gruppi consiliari.

Roberto Joseph Carlini, Ssd

Partiamo tutti dall’idea che l’istanza deve essere accolta. Se con il vecchio regolamento era prevista la presenza del proponente del pdl di iniziativa popolare nella commissione preposta, nel nuovo non è previsto, ma oggi abbiamo visto che la sua presenza può essere utile. Può inviare considerazioni e fare osservazioni sugli emendamenti, ma si è creato un meccanismo complesso che va ingessare i meccanismi delle commissioni che sono più dinamici. Quindi è necessario, a nostro parere, che il presentatore sia presente alla discussione per ripristinare la dinamicità della discussione dell’articolato e non imponendo la presentazione degli emendamenti 5 giorni prima e allungando l’iter che dovrebbe essere meno ingessato. Bene che il proponente abbia la possibilità di esprimersi anche in modo attivo nel dibattito e in modo immediato, dire che possa essere incisivo e stravolgere l’iter legislativo invece può diventare qualcosa di più pericoloso.

Istanza n.13 Per il conferimento al Congresso di Stato del mandato a negoziare con le Organizzazioni Sindacali la stipula – per la parte sia normativa che retributiva – di un nuovo contratto di lavoro del Pubblico Impiego e perché siano predisposte – per il futuro – misure idonee a prevenire il protrarsi di periodi di vacatio contrattuale/ Respinta con votazione palese.

Guerrino Zanotti, Sds Affari interni

Sulla prima richiesta: da gennaio di quest’anno la trattativa è avviata ed è stato creato il tavolo di confronto tra governo e sindacati. Già in precedenza il governo aveva incontrato il sindacato per l’avvio del confronto sui temi del rinnovo contrattuale. Sulla seconda richiesta, la legge della libertà di attività sindacale e contrattazione collettiva e del diritto allo sciopero, all’articolo 31, prevede che decorso il termine pattuita dalle parti, in ogni caso non superiore al termine decennale, o qualora le parti non raggiungano l’accordo sul rinnovo, il contratto di settore continua a produrre i suoi effetti fino al deposito del nuovo contratto collettivo. E si aggiunge che entro 6 mesi prima dalla scadenza del contratto, sindacati e categorie devono avviare la contrattazione per il rinnovo del contratto collettivo. La legge n.59 impone già per il futuro l’attivazione entro sei mesi dalla scadenza della validità del contratto, l’attivazione del tavolo previsto per il rinnovo. In definitiva, si ritiene soddisfatta la richiesta degli istanti con l’attivazione del tavolo di lavoro e il fatto che ci siano già le norme che regolano l’avvio all’attivazione di un tavolo, ogni qualvolta sia arrivi a scadenza. Quindi è soddisfatta già dalla legge vigente la seconda richiesta dell’istanza. Tutto quanto considerato, da parte del governo c’è l’invito al Consiglio a respingere l’istanza.

Matteo Ciacci, C10

Come ben sappiamo, ci sono impegni presi in Finanziaria e c’è un lavoro da parte della Segreteria agli interni che ha avviato il confronto con i sindacati per il rinnovo del contratto e per cercare di avvicinare le condizioni del lavoro pubblico a quello privato. L’auspicio è di dar seguito agli impegni presi e come maggioranza siamo vigili su questa tematica in ottica di equità. Non c’è solo infatti il tema dell’aumento di stipendio, ma anche il tema della flessibilità in ambito di orario di lavoro, andando ad avvicinarlo al settore privato o a rispondere alle esigenze delle aziende, tenendo per esempio gli uffici aperti nel pomeriggio. Si cercherà di lavorare in tempi celeri, non limitandoci a un confronto di facciata, ma perché sia sostanziale.

Giuseppe Maria Morganti, Ssd

Come è noto gli accordi contrattuali hanno norme specifiche che prevedono i tempi di apertura quando necessari. Il tavolo di confronto è già avviato, secondo gli orientamenti espressi dal Consiglio grande e generale in sede di finanziaria. Si sono definiti interventi specifici che, per il momento, evitano il ricorso a interventi diretti sulla parte retributiva dei dipendenti. E’ una delle parti che poi ha dato avvio al tavolo di confronto sul rinnovo del contratto di lavoro che avrà altre incompetenze sia per la parte della retribuzione economica sia soprattutto per la parte normativa e funzionale. Le indicazioni mi sembrano vicine per le parti politiche e sociali e sono quelle di addivenire a contratti che possano avvicinare le modalità dell’impiego pubblico a quello privato, ovviamente trovando condizioni intermedie e non penalizzanti. Sicuramente si deve fare sì che in termini di lavoro e disponibilità ad erogare servizi vi siano le stesse caratteristiche del mondo economico e della repubblica. Ci auspichiamo che il tavolo della contrattazione porti benefici e risultati per la Repubblica di San Marino.

Francesco Mussoni, Pdcs

Questa istanza chiede che il governo faccia il contratto per il pubblico impiego scaduto dal 2012. La risposta dovrebbe essere semplice. Questa istanza denota che il governo non ha fatto una politica sul pubblico impiego ed è senza una visione strategica. E’ mancato un progetto in questi anni sul pubblico impiego. Interessante il discorso di avvicinamento al privato. Ma sono discorsi nebulosi, non tradotti in un documento operativo del governo. Abbiamo aperto il Consiglio con l’intervento di Zanotti che ha annunciato una retromarcia sul taglio alle retribuzioni nel pubblico impiego e ha annunciato che aumenterà l’orario di lavoro. Anche questa è materia di contratto, allora non capisco come faccia la maggioranza a dire sì a questa istanza e invece, come in comma comunicazioni, a imporre fuori dalla trattativa contrattuale norme o prassi o l’aumento di orario senza concertazione adeguata con le forze sindacali. Mi pare ci sia un po’ di confusione, è evidente che se i cittadini formulano una istanza di questo tipo, colmano una lacuna prodotta dal governo in questi due anni. Questa istanza è da accogliere per un fatto tecnico oltre che istituzionale, su come vada negoziato non possiamo dare risposta perché è frutto di trattativa con le parti sociali.<

Gian Matteo Zeppa, Rete

Mi paiono fuorvianti le motivazioni di Zanotti e Morganti sul diniego a votare favorevolmente l’istanza. Questa istanza viene presentata il 7 ottobre, chiedo al segretario di calendarizzare le istanze perchè non può passare il principio che i cittadini presentano istanze importanti come questa, dicendo che ormai è superata, perché c’è un articolo della finanziaria etc. Il Segretario agli Interni ha il dovere di mettere all’Odg del prossimo Consiglio le istanze che vengono presentate lì, perché si manca di dignità istituzionale a chi presenta. Qui si parla di contratto del pubblico impiego scaduto nel 2012, non è un’istanza ovvia, non è possibile bypassare tutto, dicendo che ormai il tavolo c’è. Volete avvicinare il contratto pubblico a quello privato? Va bene, ma con tutte le conseguenze. Poi altro punto è quello di predisporre prassi e norme che impediscano periodi così lunghi di vacanza contrattuale, ma come si fa ad essere contrari? Non si può bypassare la questione dicendo che è superata, è stata presentata 6 mesi fa e la questione è aperta. Personalmente voterò a favore dell’istanza. Segretario si prenda l’impegno dalla prossima Reggenza di inserire all’Odg dei lavori consiliari ogni tanto istanze d’Arengo per evitare che istanze così cogenti oggi debbano essere rifiutate perché disattese o superate.

Mimma Zavoli, C10

Non sono d’accordo con quanto affermato dall’istanza perché da dipendente pubblico so bene di essere una privilegiata. Ho sentito interventi che lusingano ampie fette della popolazione, ma non rispettano la realtà che vede un gruppo della popolazione con certezze più forti di altri. Se fossimo coerenti, dobbiamo sapere anche dire e riconoscere che ci sono condizioni e tutele che in questo momento abbiamo, anche con il contratto scaduto, assolutamente rispettate. Chi lavora in Pa ha una sicurezza che la stragrande maggioranza di altri dipendenti non hanno. E’ una condizione di grande privilegio.

Non me la prendo con chi ha fatto legittimamente una proposta come gli estensori dell’istanza, ma con chi ha portato avanti un dibattito che non rende giustizia alle grandi difficoltà che il Paese sta affrontando. Io voterò in maniera contraria all’istanza, perché non ha raccolto la necessità di difesa dell’altra parte dei lavoratori del Paese, chi lavora nel privato e chi il lavoro non ce l’ha più.

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