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BSI, la solidità dei numeri batte la “macchina del fango”

da Redazione

CdA, management e soci rispondono compatti con i dati, positivi, alle voci infondate. Il Direttore Monti: “Pronti anche a Basilea 3”. Michelotti: “Solo calunnie, è concorrenza sleale”.

BSI cda e soci

 

di Daniele Bartolucci

 

Una raccolta diretta che cresce di anno in anno, come i clienti (già oltre i 6mila) e il prodotto bancario lordo, con un profitto importante per i soci. BSI risponde così, con la forza dei numeri e la solidità di un bilancio sano e in attivo, alle “voci infondate che altro non sono che calunnie”, attacca Simona Michelotti, la prima a prendere la parola dopo il Presidente Giuseppe Dini nella conferenza stampa di martedì 19 febbraio. Al suo fianco tutti gli altri Consiglieri, Emanuel Colombini, Paolo Mularoni e Ferdinando Novara, ma in sala – nella sede centrale di Rovereta -, ci sono anche tutti gli altri soci, i manager e molti dipendenti (non tutti, è giorno di lavoro e i colleghi sono in ufficio o agli sportelli, ovviamente). “La coesione”, spiega infatti il Presidente Dini, “è da sempre un nostro punto di forza. Come lo sono gli imprenditori, tra i più importanti di San Marino, che hanno creduto in questa banca fin dalla sua istituzione nel 2005, e che hanno sempre agito in trasparenza, i loro nomi sono noti a tutti, senza mai venire meno alle loro responsabilità, come stanno facendo oggi, mettendoci la faccia in prima persona”.

Mai, in effetti, si era vista la partecipazione così forte e convinta dei soci di BSI ad una conferenza stampa, ma il momento è particolare e gli attacchi subiti non potevano passare in silenzio.

 

“SOLO CALUNNIE, UN ATTO DI VIGLIACCHERIA”

 

“La macchina del fango”, ha spiegato Simona Michelotti, “è scoppiata nei giorni scorsi con una notizia infondata riportata da un sito italiano (Romagna Uno di Nicola Celli, figlio di Gianni Celli, ex editore della fallita Voce di Romagna, ndr), è poi continuata con un secondo articolo ancora peggiore, sempre dello stesso sito, in cui non solo si parlava di una perdita di 30 milioni di euro, ma anche dell’azzeramento del patrimonio sociale e delle dimissioni dei maggiori azionisti. E’ vero che non hanno fatto il nome di BSI, ma è abbastanza chiaro che si trattasse della nostra banca: un’accusa circostanziata che ha i caratteri della concorrenza sleale e che ha danneggiato l’intero sistema”. E non solo oggi: “Le chiacchiere e i rumors vanno avanti da tempo, almeno da agosto scorso, quando, coincidenza vuole, in BSI c’erano gli ispettori di Banca Centrale. La stessa Banca Centrale che abbiamo subito coinvolto per smentire queste calunnie: la Presidente Tomasetti non ha ovviamente parlato di BSI, ma comunque ha detto che se ci fossero stati dei problemi, sarebbe già intervenuta. Anche per questo siamo qui, non possiamo difenderci da queste operazioni, ma solo continuare a lavorare come abbiamo sempre fatto, rispettando i nostri valori e la nostra etica”. “Questa banca”, le ha fatto eco Emanuel Colombini, “è nata ed è portata avanti con gli stessi principi con cui gestiamo le nostre imprese, partendo dai manager e dai valori fondanti. Per questo, essere colpiti in questi aspetti fa più male”. Dello stesso avviso anche Paolo Mularoni: “Sono dicerie, cose assolutamente infondate. Crediamo sia quindi importante tornare a parlare dei dati, che sono positivi, per non dar seguito a quelle azioni”.

 

BILANCIO SANO, NUMERI TUTTI IN CRESCITA

 

E di dati si è parlato, mettendo in luce non solo un bilancio in regola, ma anche le capacità del management nel produrre risultati perfino migliori di quanto preventivato, come dimostrano i piani industriali illustrati dal Presidente Dini: “Il piano 2012-2018 aveva degli obiettivi ambiziosi, ma già nel 2015 li abbiamo raggiunti. Così abbiamo ideato un piano 2016-2018, i cui obiettivi sono stati raggiunti con un anno di anticipo. I risultati economici sono tutti positivi, ed è con questi che rispondiamo al fango che è arrivato anche su BSI. L’unica perdita, se vogliamo chiamarla tale, ma comunque incolmabile, è la scomparsa di Enzo Donald Mularoni”.

Di numeri positivi ha parlato anche il Direttore Generale Gabriele Monti, rendicontando gli ultimi bilanci e annunciando il nuovo piano industriale 2019-2020, “che ha già ricevuto i complimenti del FMI, a cui l’abbiamo presentato. Ma anche di Banca Centrale, che ci ha elogiato anche per quanto riguarda l’AQR. Perché la nostra stabilità è reale, tanto che la nostra patrimonializzazione ci permetterebbe di gestire anche Basilea 3, come abbiamo testato con un consulente esterno nel 2017. Abbiamo un coefficiente di solvibilità stabilmente oltre l’11% di legge e nei prossimi anni contiamo di portarlo vicino al 20%. Assumiamo personale – tutti giovanissimi, vorrei sottolineare, al primo impiego nel settore per poterli formare e investire su di loro -, tanto che dai 20 del 2011 siamo arrivati a 51 e contiamo di poter crescere ancora. In questi anni abbiamo erogato credito a famiglie e imprese per oltre 120 milioni di euro e con il nuovo piano industriale contiamo di portare il prodotto bancario lordo a quasi un miliardo”. Anche per questo Monti non ha timore a calcolare i danni delle notizie infondate di questi giorni: “La macchina del fango ha in effetti prodotto un’uscita di capitali, ma è minimale rispetto ai nostri volumi, direi tra i 4 e i 5 milioni di euro. Ma nello stesso periodo, a riprova della fiducia che il mercato ripone in noi, abbiamo anche aperto oltre 50 nuovi conti correnti. Ad oggi abbiamo oltre 6.000 clienti e sono in costante crescita. La migliore risposta che possiamo dare è questa”.

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