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Radiocor, Latterie Inalpi: in rotta sull’Oriente, passando per il Nord Africa

da Redazione

Latterie Inalpi, sinonimo di latte e formaggi provenienti dal territorio Alpino piemontese, guarda sempre più verso Oriente, passando per il Nord Africa e anche la Palestina. L’ambizione internazionale della società, nata nel 1966, è sempre più evidente. “Quest’anno abbiamo aperto una filiale in Francia e ci stiamo preparando per aprirne una in Cina dove è meglio avere una struttura propria per conoscere direttamente gusti e tendenze dei consumatori locali” ha detto a Radiocor Ambrogio Invernizzi, presidente di Inalpi, interpellato a margine dell’evento “The agri food value” organizzato da Deloitte. La società, attiva nella produzione di burro e formaggi, formaggio fuso a fette e formaggini, lo scorso luglio ha portato un container di latte in polvere piemontese a Hong Kong ma si muove anche su Shanghai e sulla Corea. “Siamo attivi nell’Europa dell’Est – aggiunge Invernizzi – in Nord Africa e anche in Palestina”. In cinque anni Inalpi stima di portare la quota di fatturato destinata all’export al 40% dal 25-26% del 2018 chiuso con ricavi totali per 172 milioni (+18,6% annuo rispetto ai 145 dell’anno precedente) e un Ebitda di 7,5 mln (da 5 mln). Per l’anno in corso la previsione è di un Fatturato nell’ordine dei 185 mln. Latterie Inalpi si sta aprendo anche al biologico, in particolare per i formaggini a spicchio per bambini. “Siamo convinti – ha detto Invernizzi – che i consumatori saranno sempre più attenti alla qualità del prodotto, alla sostenibilità della filiera del prodotto, e all’aspetto salute-benessere”. La società dal 2017 fa parte di Elite, il programma internazionale del London Stock Exchange Group nato in Borsa Italiana nel 2012 con la collaborazione di Confindustria e dedicato alle aziende ambiziose con un modello di business solido e una chiara strategia di crescita e potenziale trampolino per una quotazione. “C’è la possibilità di un’apertura del capitale che al momento controllato al 70% dalla famiglia Invernizzi e per il restante 30% dalla famiglia Barattero” spiega il presidente e “io personalmente all’ingresso di un private equity preferire la quotazione, ma c’è anche l’opzione di una fusione con qualche azienda simile a noi”. Italiana o estera? “Noi siamo interessanti al territorio italiano, alla filiera italiana, all’estero al massimo pensiamo a un distributore”.

 

Il Sole 24 Ore Radiocor Plus

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