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“Laboratori del gusto”, una modalità tattile per avvicinare i giovani a un’alimentazione sana

da Redazione

I percorsi formativi voluti dal Consorzio Terra di San Marino in collaborazione con UGRAA sono volti anche a conoscere l’enorme patrimonio del Titano.

CTSM

 

Tutti seduti sulle loro seggiole, attenti e sorridenti, ma anche pronti a “creare” qualcosa con le loro mani. Nessuna novità hi-tech, come si potrebbe pensare, ma qualcosa di “nuovo, anzi d’antico”, per citare il poeta Giovanni Pascoli. “Nuovo” perché l’antico – in questo caso i prodotti tipici della Repubblica – sono proiettati, anche grazie alla sensibilità del Consorzio Terra di San Marino, verso il futuro. Nuovo perché sono giovani, giovanissimi i partecipanti ai “Laboratori del Gusto”.

Uno scontro di tempi, apparentemente, forse anche di generazioni. Uno “scarto” temporale che si annulla, che diventa una spinta verso una consapevolezza che sta prendendo sempre più piede: quella della riscoperta delle tradizioni locali di qualità. Un approccio tattile ai prodotti tipici del territorio che, attraverso una serie di lezioni mirate (“Dal chicco di grano alle mani in pasta”, “Il piccolo casaro”, “Il fantastico modo delle api”, “L’officina dei cinque sensi” e il “Laboratorio sulla tradizione rurale”), si impegna ad avvicinare i più giovani a una alimentazione sana ma anche a prendere confidenza con l’enorme patrimonio alimentare del Titano.

Forte del successo delle scorse edizioni, per il 15esimo anno il Consorzio Terra di San Marino ha “lanciato”, con la partecipazione dell’Ufficio Gestione Risorse Ambientali e Agricole una serie di percorsi formativi rivolti alle scuole elementari e medie del Monte Titano che accompagnano i più piccoli verso il mondo dei cereali, del miele, del latte e i suoi derivati e quindi a saper riconoscere la qualità. “I ragazzi e le ragazze che partecipano hanno la possibilità di conoscere l’importanza delle produzioni locali e delle nostre radici culturali, che sono proprio legate al mondo contadino” spiega il Presidente del CTSM Aida Selva. E chissà, aggiungiamo noi, magari un giorno si appassioneranno e faranno diventare questo mondo magnifico, scandito dalle stagioni, il loro futuro lavorativo.

“L’impegno del CTSM nella progettazione ed attuazione delle iniziative di educazione alimentare è da sempre volto a promuovere nelle giovani generazioni un consumo consapevole, il rispetto dell’ambiente, la qualità del cibo la e riscoperta delle proprie radici” prosegue il Presidente. “Saper distinguere un buon prodotto da uno scandente, o semplicemente sapere i processi di produzione di un determinato alimento diventano un patrimonio personale da diffondere e condividere”. E questa consapevolezza non nasce solamente dai libri ma si completa attraverso la “matericità”, il contatto con le tipicità: vista, gusto, olfatto, tatto e creatività. Così, annullando le distanze tra i prodotti e le persone che li consumano, si possono far crescere futuri cittadini più consapevoli e attenti a quello che portano in tavola.

San Marino, com’è noto, ha un’importante tradizione agricola che deve essere tutelata. L’obiettivo dei corsi che il CTSM dedica ai più piccoli è quello quindi di valorizzare i prodotti e l’agricoltura, focalizzando l’attenzione sulle produzioni di alta qualità e dando l’opportunità ai frequentanti di conoscere le filiere agroalimentari di San Marino. Lavorare la farina, impastare e stendere la piadina o creare il pane così come si faceva un tempo, imparare a conoscere la vita delle api e il prezioso liquido profumato che producono, trasformare il latte in formaggio: gesti semplici che facevano i nonni e che oggi, anche grazie ai “Laboratori del gusto”, stanno rientrando nelle case delle famiglie sammarinesi proprio grazie ai più piccoli.

Ma è anche l’approccio scelto – quello di far conoscere in maniera diversa e originale i prodotti della “terra” e le loro caratteristiche con le modalità che maggiormente possono affascinare ed entusiasmare i giovani studenti – che permette di “catturare” l’attenzione e l’entusiasmo dei “piccoli” studenti: le lezioni difatti (che termineranno a marzo) hanno un approccio interattivo e quasi a ogni laboratorio sono gli stessi giovani delle scuole elementari e medie a produrre ciò che poi mangiano, come ad esempio una caciotta di formaggio o una piadina.

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