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Urbanistica, quasi triplicati in 4 anni gli introiti da oneri di urbanizzazione

da Redazione

RIMINI – Riqualificazioni e rigenerazione urbana trascinano la ripresa del settore edile del territorio. I segnali in questa direzione arrivano dai dati raccolti dall’ufficio del settore edilizia del Comune di Rimini: nel giro di quattro anni sono quasi triplicati gli introiti legati ai contributi di costruzione, i cosiddetti oneri di urbanizzazione, passando da circa 2,38 milioni del 2015 ai 6,94 del 2018. In particolare si è registrata una netta impennata nell’ultimo anno rispetto al 2017, quando gli introiti da oneri, contributi e monetizzazioni erano circa 6,94 milioni. Una netta inversione di tendenza rispetto agli ultimi anni, che in particolare dal 2008 in poi avevano registrato un calo costante.

Nel dettaglio sono stati 172 i permessi per costruire rilasciati (133 nel 2017), 555 le Scia (segnalazione certificata di inizio attività) ordinarie (464 nel 2017) e 223 le scia in sanatoria (197 l’anno precedente), pratiche queste relative a ristrutturazioni e riqualificazioni; mentre 393 le Sccea (segnalazione certificata di conformità edilizia e agibilità).

“Il settore edile è tra quelli che più hanno subito il contraccolpo della crisi economica iniziata dieci anni fa – sottolinea l’assessore alla pianificazione urbanistica Roberta Frisoni – La fase più critica pare essere alle spalle e un impulso a questa ripresa è arrivato anche dall’introduzione dei nuovi strumenti di pianificazione urbanistica, Psc e Rue”.

Una crescita che trova conferma anche nel numero delle pratiche che sono state prese in carico dagli uffici comunali, passate da 1.301 del 2016 a 4.407 dello scorso anno. In questo caso incide non solo la ripresa delle attività, ma anche l’importante riorganizzazione e potenziamento degli uffici, che ha consentito di accelerare la gestione delle pratiche. “Abbiamo messo in moto una riorganizzazione importante – conclude l’assessore – andando a rafforzare gli uffici. Un percorso che avrà un ulteriore incentivo una volta che completata la digitalizzazione dei documenti in archivio (circa 15.000 faldoni) e la trasmissione digitale delle pratiche, nell’ottica di migliorare il servizio offerto a cittadini, professionisti e operatori del settore e dunque continuare ad incentivare l’attività”.

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