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Consiglio Grande e Generale: sostituzione del consigliere Federico Pedini Amati

da Redazione

Per mancato accordo tra i gruppi, l’opposizione chiede di soprassedere. Il report di San Marino News Agency.

 

SAN MARINO – La seduta dell’ultimo giorno della sessione consiliare di gennaio si apre al comma 27 sulle dimissioni e sulla sostituzione del consigliere Federico Pedini Amati da presidente e membro della Commissione Antimafia e da membro della delegazione consiliare presso l’Assemblea parlamentare del Mediterraneo. Per mancato accordo tra i gruppi, l’opposizione chiede di soprassedere alle sostituzioni. Pedini anticipa ai colleghi che aspetterà il Consiglio di Febbraio perché si giunga ad un accordo, diversamente “a quel punto sarò costretto a dare dimissioni a carattere irrevocabile”. I lavori proseguono con le permute ed assegnazioni per arrivare al comma 31, con la Ratifica dei decreti delegati e decreti legge.

Si apre quindi l’esame del Progetto di legge “Modifiche alla normativa in materia di Trust” per cui non viene raggiunto il quorum necessario ad accogliere la procedura d’urgenza, e resta in prima lettura. Nel dibattito si apre un botta e risposta tra maggioranza e minoranza rispetto le responsabilità per il non aver acconsentito ad accelerare l’iter normativo di un provvedimento di natura tecnica, comunque condiviso. Margherita Amici, Rf, infatti esprime amarezza per il mancato accoglimento della procedura d’urgenza che era stata richiesta ai gruppi consiliari in un incontro dello scorso settembre con i presidente della Corte dei Trust per illustrare i contenuti del progetto di legge. Alla richiesta del presidente di quell’organismo per l’iter accelerato del provvedimento, ricorda, infatti “era stata data la disponibilità da parte di tutti i gruppi consiliari” Federico Pedini Amati, Mdsi, ribatte che non è responsabile l’opposizione per il mancato raggiungimento del quorum: sulla votazione per la procedura d’urgenza “in Aula si sono avuti 27 voti favorevoli e 7 contrari- motiva- in totale 33 presenti, e anche volendo i 39 voti necessari al quorum non c’erano”, quindi “prendetevela con voi stessi”. Alessandro Cardelli, Pdcs, esprime per il suo gruppo parere favorevole al provvedimento e propone, proprio per arrivare velocemente all’approvazione della normativa, ritenuta urgente, che “il governo faccia un passo indietro, ritirandola e riprensentandola nel prossimo Consiglio in procedura d’urgenza ma- puntualizza- che questa volta la maggioranza garantisca i numeri”, visto che “il pasticcio lo ha fatto la maggioranza”. S”ulla procedura d’urgenza mi pare di capire ci siano stati addirittura voti negativi”, fa notare invece ai consiglieri di minoranza Giusepe Maria Morganti, Ssd. Quindi “tutte queste manifestazioni di volontà di collaborazione espresse dall’opposizione- manda a dire- non sono sempre corrispondenti alla realtà delle cose”.

Segue al comma 34, la presentazione, da parte del Segretario di Stato per l’Istruzione, Marco Podeschi, del “Progetto di legge “Istituzione dell’insegnamento Etica, Cultura e Società”, in Prima lettura. Con la proposta normativa “si intende superare l’istituto dell’esonero dall’insegnamento delle religione cattolica- spiega Podeschi- che fino ad oggi ha consentito di non frequentare tale disciplina, senza tuttavia offrire allo studente, in alternativa, un valido percorso formativo. Si propone, pertanto, di attivare dal prossimo anno scolastico, a partire dalla Scuola Elementare e fino alla Scuola Secondaria Superiore, l’insegnamento di “Etica, cultura e società”, che si svolgerà per un’ora alla settimana, contemporaneamente con l’insegnamento di religione cattolica”. La seduta e l’intera sessione consiliare si conclude con la presentazione del Pdl che integra la legge sulla citttadinanza da parte del Segretario di Stato Guerrino Zanotti, viene infine rinviata la votazione dei tre ordini del giorno in coda alla scaletta consiliare.

Di seguito un estratto degli interventi del 24 gennaio.

Comma 32. Pdl “Modifiche alla normativa in materia di Trust”, 1^ lettura. Per la richiesta di procedura d’urgenza non si raggiunge il quorum (27 voti a favore 7 contrari)

Nicola Renzi, Sds Affari Esteri

La Repubblica di San Marino, sin dall’anno 2004, ha avviato un percorso per riconoscere e introdurre nel proprio ordinamento la disciplina in materia di trust. Il legislatore, nel rispetto della tradizione giuridica sammarinese, intendeva, infatti, cogliere le opportunità ofterte dall’istituto, ritenendo questo, insieme ad altri già conosciuti nel diritto comune -quali l’erede fiduciario e il fedecommesso- un valido strumento nella gestione di patrimoni, nella pianificazione successoria, nella tutela dei minori, nella tutela delle persone con grave disabilità e nella protezione patrimoniale. Pertanto con Decreto Consigliare del 20 settembre 2004 la Repubblica aderiva alla Convenzione dell’Aja del l0 luglio 1985 sulla legge applicabile ai trust e al loro riconoscimento, dopodiché introduceva il quadro giuridico necessario per dotare il proprio ordinamento di una sua disciplina (Legge 17 marzo 2005 n.37). Con Legge l0 marzo 2010 n.42, iI legislatore, volendo anche superare gli ordinamenti di altri Stati, pur salvaguardando l’esigenza di combattere usi distorsivi o fraudolenti dello strumento che, al pari di altri istituti giuridici, non deve essere rivolto al perseguimento di finalità illecite, ha ritenuto di riformulare la precedente Legge di disciplina del trust per introdurre novità sostanziali, tipicità e garanzie che caratterizzano i trust istituti sulla base della legge sammarinese. (…)

Decorsi oltre otto anni dalla promulgazione della Legge l° marzo 2010 n.42 (L’Istituto del Trust) e dei Decreti Delegati attuativi, la pratica ha messo in evidenza la necessità di apportare alcuni correttivi per rendere più fruibile la Legge stessa. Le modifiche principali proposte dal disegno di legge sono qui di seguito illustrate:

I. eliminare l’obbligo di allegazione di una dichiarazione di validità redatta da un Notaio della Repubblica di San Marino all’atto di trust qualora quest’ultimo sia stato redatto o autenticato da un notaio estero. La prassi ha posto in evidenza, infatti, che i professionisti esteri, proprio in ragione di questo disposto di legge, tendono a non consigliare l’utilizzo della legge sammarinese a favore di altre, in quanto ritengono svilito il proprio operato professionale.

2. Si propone una modifica, che sarà poi ripresa anche in articoli successivi (arl.8 e art. 12), alle attività richieste all’agente residente. La norma vigente, infatti, impone all’agente residente la custodia e la compilazione del Libro degli eventi. Il Libro degli eventi è il libro dei fatti, contabili e non, riferiti al trust. Pertanto è un libro ove l’annotazione dei fatti deve gravare sul trustee, chce è il gestore del trust, e non sull’agente residente che sarebbe nel caso un mero trascrittore di quanto comunicato dal trustee. La proposta tende pertanto a responsabilizzare il trustee di tutti gli adempimenti amministrativi e a conservare in capo all’agente residente l’onere di mantenere i rapporti con il Registro dei trust della Repubblica.

3. All’articolo 3 si propone la modifica della lellera f) dell’articolo 7. Qualora l’atto istitutivo del trust lo preveda viene inserita nell’Attestato di trust l’indicazione nominativa dei beneficiari e delle spelianze di ciascuno.

All’articolo 6 si propone, anche in ragione dell’evoluzione normativa avvenuta in Repubblica che ha abrogato da tempo le società anonime, un mero aggiornamento dell’atto legislativo.

All’articolo 9 si propone l’introduzione, nel dettato legislativo, dell’art. 28 bis. L’articolo, in caso di cessazione dall’ufficio dell’agente residente, dispone gli adempimenti e le eventuali sanzioni, in capo a[ trustee, finalizzate alla nomina del nuovo agente residente. L’attuale normativa non prevede le modalità di sostituzione nel caso di cessazione dall’uftìcio dell’agente residente; ipotesi invece prevista per gli uffici di trustee e di guardiano.

All’articolo 10, ai fini della semplificazione burocratica, si propone di adottare la modalità utilizzata dalla legge sulle società in luogo alla emissione di certificati per attestare il mantenimento delle condizioni soggettive ed oggettive relative all’lufficio di trustee già ricoperto. (….)

Margherita Amici, Rf

Non posso nascondere l’amarezza nel constatare che purtroppo non è passata la procedura d’urgenza per poter approvare questa legge. Per questo Pdl la procedura di urgenza era stata chiesta come cortesia da parte del presidente della Corte per i Trust nel contesto di un incontro avvenuto a settembre 2018, a cui avevano partecipato i rappresentanti di tutti i gruppi politici, e in quell’incontro ci erano state presentate le modifiche tecniche alla legge che si proponevano di essere meramente migliorative e derivavano da un’analisi approfondita della legislazione di altri Paese e da tutta una serie di interlocuzioni con professionisti sammarinesi e italiani. La legge sul trust di San Marino, a detta dei professionisti, è più appetibile di quella di altre legislazioni, perché scritta in italiano, quindi più facilmente accessibile per i professionisti italiani, ma ci sono state fatte notare proposte di modifica per rendere la legge ancora più fruibile e appetibile. A seguito dello studio della Corte è stato quindi elaborato testo con una serie di modifiche che ci sono state presentte a settembre e sulla richiesta della procedura d’urgenza era stata data la disponibilità da parte di tutti i gruppi consiliari. Oggi putroppo procedura d’urgenza non è passata.

Davide Forcellini, Rete

Il consigliere Amici parla di amarezza perché non abbiamo acconsentito alla procedura d’urgenza. Ma non è che qui abbiamo a che fare con persone irresponsabili che non votano la procedura di urgenza e non comprendono l’utilità di questo provvedimento. D’altra parte però bisogna anche dire che il clima che si è instaurato in quest’Aula, anche per esempio nell’ultima votazione di ieri quando si vogliono modificare le normative perché non si raggiunge la maggioranza dei due terzi, dimostra che questa maggioranza se non cambia strategia, mostrando di volere un dialogo, non può poi pretendere che anche l’opposizione consenta queste votazioni. Altrimenti potete cambiare anche la legge alla base della procedura d’urgenza, la deriva che si sta prendendo è questa…finchè rimanete con questo atteggiamento e non vi rendete conto che è la maggioranza a dover instaurare dialogo con l’opposizione, e che ci sono situazioni in cui la maggioranza semplice non basta, ci troveremo sempre in una condizione di impasse. Rispetto la normativa: il fatto di poter procedere al normale iter procedurale e a lettura più attenta in Commissione, visto che l’argomento è delicato e tecnico, credo non possa solo fare male ma agevolare osservazioni e proposte che come Rete certamente porteremo.

Federico Pedini Amati, Mdsi

D’accordo sul fatto che San Marino su questa materia potrebbe avere un’appetibilità maggiore, ma non so, consigliere Amici, con chi se la possa prendere quando in Aula eravamo 27 voti favorevoli e 7 contrari, in totale 33 presenti, e anche volendo i 39 voti necessari al quorum non c’erano. Se oggi non c’eravate in Aula e abbiamo dovuto iniziare i lavori alle 16 perchè non garantivate il numero legale, è colpa dell’opposizione. Richiamate piuttosto per la prossima volta i vostri 32, che noi i 7 nostri cercheremo di garantirli, ma guardate i vostri dei voti. Non si può far la polemica su tutto, tutte le volte. Prendetevela con voi stessi ogni tanto.

Alessandro Cardelli, Pdcs

Quello che ha detto il consigliere Pedini credo sia da sottoscrivere in pieno. Come Dc riteniamo il provvediemento giusto e urgente, eravamo d’accordo per la procedura d’urgenza, ma chi non ha garantito i voti del quorum è stata la maggioranza e non ce la si può prendere con l’opposizione. Dato che è necessario portare questa legge prima possibile, credo il governo dovrebbe fare un passo indietro, ritirarla e riprensentarla nel prossimo Consiglio in procedura d’urgenza e che la maggioranza garantisca i numeri, 7 voti dall’opposizione ci saranno certamente. Questa è la modalità per arrivare velocemente alla legge, diversamente non se la può prendere con l’opposizione. Questo è un pasticcio che ha fatto la maggioranza e non accetto siano additate responsabilità chi non ce l’ha. Come provvediemto lo approviamo, nasce da un gruppo tecnico che ha lavorato sul trust che è materia estremamente difficoltosa e specialistica. Dato che non è ambito su cui deve esserci scontro politco, da parte della nostra forza politica disponibilità c’è, diversamanrte gli Odg consiliari sono sempre più pieni e rischiamo che nei prossimi mesi questa legge non possa essere portata a compimento.

Gian Matteo Zeppa, Rete

Spiace dove parlare d’altro, non si ha delicatezza di essere conseguente all’argomento di cui si parla. Consigleire Amici si lamenta che non sono stati garantiti 39 voti, avevamo 34 votanti di cui 27 a favore e 7 contrari, i 39 necessari non c’erano in Aula. Questa cosa è passata in ufficio di Presidenza e nessuno ha avuto motivi ostativi alla disponibilità della procedura d’urgenza, per cui non capisco dove si voglia andare a parare. Il problema è che nelle precedenti legislature, in situazioni simili, i capigruppo richiamavano coloro che erano fuori. Non ne farei comunque un dramma, la procedura è quella delle altre leggi. Anche se è una legge molto tecnica, anche io mi sono congratulato con estensori che ce ne hanno illustrato chiaramente contenuti e motivazioni.

Giuseppe Maria Morganti, Ssd

Sulla procedura d’urgenza mi pare di capire ci siano stati addirittura voti negativi, quindi tutte queste manifestazioni di volontà e di collaborazione espresse dall’opposizione non sono sempre corrispondenti alla realtà delle cose, ma non polemizziamo. Cerchiamo di essere attivi come ufficio di Presidenza perché il provvedimento possa seguire l’iter più veloce possiible.

Comma 34. “Progetto di legge “Istituzione dell’insegnamento Etica, Cultura e Società”, Prima lettura

Marco Podeschi, Sds Istruzione dà lettura della relazione illustrativa

Il Consiglio Grande e Generale, nella seduta del 22 febbraio, ha approvato un Ordine del Giorno, con il quale si invita il Congresso di Stato ad adoperarsi per il superamento della concessione dell’esonero per gli alunni che non intendono frequentare l’insegnamento di Religione cattolica (IRC), attraverso l’adozione di uno specifico istituto che preveda per gli studenti la possibilità di avvalersi dell’IRC o di optare per un percorso alternativo, senza che ciò costituisca motivo di discriminazione, oppure determini penalizzazioni in sede di valutazione degli apprendimenti. A seguito dell’approvazione deIl’O.d.G., è stato avviato un confronto con la Santa Sede in merito all’insegnamento della Religione cattolica, che ha condotto alla definizione di un accordo bilaterale, firmato a San Marino il 26 giugno 2018 e ratificato dal Consiglio Grande e Generale nella seduta del 24 settembre scorso. Detto accordo assicura la continuazione dell’offerta dell’IRC nelle scuole pubbliche di ogni ordine e grado, non universitarie, ribadisce che la facoltà di avvalersene o meno dipend dalla dichiarazione dell’interessato, senza che ciò determini alcuna ripercussione e demanda a una successiva intesa fra le competenti Autorità scolastiche e l’Ordinario diocesano la regolamentazione di aspetti tecnici ed amministrativi riguardanti l’insegnamento di tale disciplina.

Il confronto fra il Consiglio del Dipartimento Istruzione e la Diocesi San Marino·Montefeltro è stato avviato proficuamente da tempo ed è imminente la sottoscrizione di un accordo che disciplinerà le procedure per l’adozione delle indicazioni curricolari di Religione cattolica, le modalità di organizzazione di tale insegnamento, i titoli professionali degli insegnanti, le disposizioni per il loro reperimento e l’individuazione dei libri di testo.

Con il progetto di Legge, che viene sottoposto all’approvazione del Consiglio Grande e Generale, si intende superare l’istituto dell’esonero dall’insegnamento delle religione cattolica, che fino ad oggi ha consentito di non frequentare tale disciplina, senza tuttavia offrire allo studente, in alternativa, un valido percorso formativo. Si propone, pertanto, di attivare dal prossimo anno scolastico, a partire dalla Scuola Elementare e fino alla Scuola Secondaria Superiore, l’insegnamento di “Etica, cultura e società”, che si svolgerà per un’ora alla settimana, contemporaneamente con l’IRC. Nel momento della prima iscrizione ad un ordine scolastico, ai genitori o agli stessi studenti, se maggiorenni, verrà richiesto di esprimere un’opzione fra gli insegnamenti di “Religione cattolica” e di “Etica, cultura e società”. Tale scelta avrà effetto per l’intero anno scolastico e si considererà tacitamente confermata per gli anni successivi, per i quali è prevista l’iscrizione d’uffido. Sarà, comunque, fatto salvo il diritto di modificare la scelta iniziale tramite un’espressa dichiarazione dei genitori, che dovrà pervenire alla scuola entro il 30 giugno di ogni anno.

E’ opportuno precisare che la scelta effettuata con l’approvazione deIl’O.d.G. nella seduta del Consiglio Grande e Generale del 22 febbraio 2017 si differenzia dalla normativa attualmente in vigore in Italia in materia di attività alternativa all’IRC, mentre si avvicina maggiormente alle legislazioni dei sistemi scolastici tedesco e spagnolo. Nella Repubblica italiana ogni istituto scolastico è tenuto a predisporre un insegnamento alternativo, progettato dal Collegio dei Docenti su tematiche attinenti ai valori dell’esperienza umana e della convivenza civile, ai diritti e ai doveri dell’uomo e del cittadino. Tuttavia lo studente può anche scegliere di svolgere, durante l’ora di IRC, un’attività di studio o di ricerca a livello personale, con o senza l’assistenza di docenti, oppure entrare posticipatamente od uscire anticipatamente dall’edificio scolastico. Il Consiglio Grande e Generale ha, invece, previsto che lo studente debba comunque svolgere un’attività formativa in quella determinata ora e che l’opzione possibile sia fra due tipologie di insegnamento. la decisione assunta con l’approvazione deIl’O.d.G. è maggiormente fondata a livello pedagogico, perché lo studente sarà posto di fronte a due percorsi di pari impegno e dignità.

Con l’istituzione dell’insegnamento di “Etica, cultura e società” verrà prevista un’opzione fra due discipline, che contribuiscono entrambe alla formazione dell’uomo e del cittadino e all’approfondimento dei sistemi valoriati che fondano l’esistenza umana. Verranno, in questo modo, anche a decadere le differenze attualmente esistenti in materia di calcolo della media del voti fra studenti, perché dal prossimo anno scolastico essi otterranno una valutazione o per IRC o per “Etica, cultura e società”.

Entro l’anno scolastico 2018/2019 verranno predisposte dal Consiglio del Dipartimento Istruzione, avvalendosi del contributo di esperti del settore e di docenti dei vari ordini scolastici, le indicazioni curricolari di “Etica, cultura e società”, In cui saranno esplicitati i traguardi di competenza e gli obiettivi di apprendimento, specifici per ogni ciclo scolastico, e forniti utili suggerimenti didattici e metodologici. I percorsi didattici che verranno proposti saranno finalizzati, in particolare: •all’approfondimento, attraverso il confronto e il dialogo interculturale, dei valori fondamentali dell’esperienza umana e della convivenza civile; alla costruzione del senso di legalità e allo sviluppo di un’etica della responsabilità; alla maturazlone della consapevolezza che le persone umane hanno diritti riconosciuti da documenti nazionali ed Internazionali, ma anche doveri corrispondenti da adempiere. Le indicazioni curricolari saranno adottate In via sperimentale a partire dall’anno scolastico 2019/2020 e sino all’anno scolastico 2021/2022: in tale Intervallo di tempo verrà attivata un’azione di monitoraggio coinvolgendo i docenti che stanno effettuando tale insegnamento, allo scopo di verificare la validità delle scelte effettuate nella Indlviduazione dei tragUardi di competenza e degli obiettivi di apprendimento. Al termine della sperimentazione e dopo aver apportato le necessarie correzioni e integrazloni, il testo delle indicazioni curricolari verrà adottato definitivamente. L’insegnamento di “Etica, cultura e società” verrà svolto nella Scuola Elementare dal docente titolare della classe, che attualmente presta servizio In compresenza con l’insegnante di Religione cattolica. Nel secondo ciclo, analogamente a quanto succede nella Repubblica Italiana, tale Insegnamento verrà impartito da docenti in servizio con ore a disposizione nell’ambito del loro orario scolastico. Nell’individuazione del personale docente verrà data precedenza a coloro che insegnano Italiano, Storia e Geografia nella Scuola Media Inferiore; Filosofia, Italiano, Storia, Geografia, Diritto, Latino e Greco nella Scuola Secondaria Superiore. Il progetto di legge prevede anche la possibilità di accedere alle graduatorie come ultima istanza e qualora non siano presenti docenti con ore a disposizione. Il Consiglio del Dipartimento Istruzione, valutato Il percorso culturale ed educativo delineato nelle indicazioni curricolari, potrà predisporre, su richiesta anche dei docenti coinvolti nel nuovo insegnamento, moduli di formazione su tematiche che verranno definite durante il periodo di sperimentazione.

Mara Valentini, Rf

L’introduzione dell’insegnamento “Etica cultura e società” rappresenta una grande opportunità per tutti i nostri studenti che sceglieranno l’ora alternativa a quella della religione cattolica. Finalmente viene superato il ‘vuoto’ per lo studente che non frequenta questa disciplina, vuoto che ha creato solo penalizzazione e discriminazione. Infatti, pur non volendo avvalersi di questo insegnamento, il giovane ha diritto all’istruzione e alla cultura, ben venga questa riforma che intende impegnare gli studenti per il riconoscimento del senso delle regole della convivenza civile, della legalità e della giustizia, per un percorso di educazione verso scelte responsabili e consapevoli.

Pasquale Valentini, Pdcs

Siamo in prima lettura, il progetto avrà bisogno di una riflessione nel momento in cui entreremo nell’articolato, vorrei soltato in questa prima lettura cercare di far rifletter sulla questione, perchè è un po’ più complessa di quello che ci risulta in apparenza. Intanto è un atto conseguente all’Accordo con la Santa Sede che prevede che l’insegnamento della religione cattolica sia garantita in ogni ordine della scuola pubblica sammarinese e ha introdotto la possibilità di avvalersi o non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica. E’ cambiato l’ordinamento, fino a quell’accordo c’era la possibilità di esonero e non di scegliere una alternativa, quindi ha dato il via alla necessità di pensare l’alternativa all’ora di religione cattolica. Tra l’altro c’era anche Odg che andava in questa direzione. La relazione dice che è una scelta diversa dalla vicina Italia sul tema, nell’accordo italiano l’insegnamento della religione cattolica non partecipa alla media della valutazione, non viene organizzato un insegnamento a hoc alternativo nella situazione italiana. La nostra Segreteria ha fatto questa scelta, in parte inevitabile, vista la scelta dell’Accordo, siccome la religione cattolica a San Marino produce una media, c’è l’esigenza che alcuni ragazzi non siano svantaggiati, avendo una materia in meno in cui essere valutati.

A mio avviso adesso quello che è più problematico e andrà più approfondito è la definizione di una materia chiamata “Etica cultura e società”; un conto è dire ‘organizziamo una alternativa’, un conto è dire ‘ci stiamo inventando una materia che non c’è da nessuna parte nell’insegnamento’. Inventarsela e trovare chi la insegna diventa una questione abbastanza problematica, si possono avere soluzioni certo, ma biosgna capire cosa significa. Un approfondimento da fare è l’elenco delle problematiche: il contenuto di questo insegnamento, quando diciamo ‘etica, cultura e società’ diciamo di fatto quello che c’è in ogni insegnamento. Definire qual è il contenuto di una materia di questo genere è a mio avviso un’impresa un po’ difficile.

Marina Lazzarini, Ssd

Sono particolarmente soddisfatta di vedere questo Pdl in prima lettura perchè risponde alle esigenze manifestate dalla cittadinanza da tempo. Il progetto nasce da diverse Istanze d’arengo presentate dalla cittadinanza da cui è scaturito un Odg approvato in Consiglio Grande e generale il 22 febbraio 2018 che dava mandato al Congresso a procedere al superamento dell’esonero per gli studenti che intendevano avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica, proponendo un percorso alternativo relativo ad ambiti attinenti alle divere culture religiose. Quindi un percorso alternativo ma di pari dignità e con una valutazione che rientri a pieno titolo nel calcolo della media dei voti per l’accesso a borse di studio nella nostra scuola superiore. Non è importante solo perchè finalmente mette fine a disparità e differenze e mette gli studenti tutti sullo stesso piano, ma perché porta nella scuola temi urgenti e necessari, vista l’evoluzione della società che vede sempre più cittadini non solo di San Marino ma del mondo, una società interculturale, interreligiosa, aperta e accogliente, necessaria condizione per la convivenza civile.

Giuseppe Maria Morganti, Ssd

Chi vede nella necessità di adeguare i percorsi che uniscono il mondo cattolico al nostro modo della scuola, sa che questi processi devono essere affrontati con ponderazione, calma e con una maturazione culturale che non possono essere imposti ideologicamente, ma devono trovare una loro via. All’interno di un mondo sensibile come la scuola, c’è necessità di far maturare i processi, e negli ultimi anni si sono seguite maturazioni nel rapporto tra mondo cattolico e quello laico dello Stato nei contenuti didattici. Sono due mondi che devono integrarsi ed evolversi. Alcuni processi molto significativi e molto importanti sono stati introdotti nella materia della religione, materia che si è sempre più trasformata dal vecchio catechismo, in cui si è inserito l’insegnamento da parte di docenti laici. Un ulteriore tassellooggi è quello di riempire l’ora alternativa in cui si parla di cultura, società, filosofia. Anche questo passo si inserisce nel ragionamento e immagino che nel tempo necessario i due insegnamenti tenderanno sempre più ad avvicinarsi e diventeranno un’unica cosa ad espletamento di una nuova epoca e di nn nuovo approccio del mondo religioso alle problematiche dell’informazione.

Sds Marco Podeschi, replica

Per la prima volta Sa Marino ha un accordo con la Santa sede, prima l’accordo era tra Diocesi e Stato sammarinese. Qui parliamo di un insegnameto in tutti gli ordini scolastici . Il tema è capire quante persone aderiranno a questo nuovo insegnamento prossimi anni, capisco le preoccupazioni di Valentini, potrebbe essere necessario reclutare nuovo personale docente. Il problema è anche come strutturare questo insegnamento, il titolo può essere difficile calarlo nella realtà. Nell’istanza d’Arengo si chiedeva di superare il fatto che chi non seguiva l’ora di religione alle superiori avesse un voto in meno, anche su questo si è cercato di organizzare un Pdl che portasse a parità di media. Stiamo cercando di impostare un modello nazionale nuovo, è una sfida per il sistema scolastico interessante e vorremo dare autonomia ad insegnanti e al sistema scolastico per organizzare questi corsi e verificare le ricadute anche in termini organizzativi. Dovremo licenziare il pdl in tempi brevi per far iniziare le lezioni in un nuovo anno scolastico e ricordo siamo già in ritardo di un anno.

Comma 35. Progetto di legge “Integrazioni alla legge 30 novembre 2000 n.114, legge sulla cittadinanza”.

Guerrino Zanotti, Sds Affari Interni dà lettura della relazione illustrativa

Il presente progetto di legge intende adeguare la normativa in materia di cittadinanza all’attuale realtà, pur salvaguardando le piccole dimensioni territoriali e le tradizioni statuall e culturali della nostra Repubblica. La predisposizione del presente Progetto di Legge ha tenuto conto del precedente progetto di legge di iniziativa popolare presentato a suo tempo dal Presidente della Consulta del Sammarinesi all’Estero, Sig. Otello Pedini, le Cui disposizioni sono state valutate, rielaborate ed integrate, al fine di renderle maggiormente rispondenti alle esigenze manifestate anche in occasione dei periodici insediamenti della Consulta dei Sammarinesi all’Estero. Gli interventi previsti dal presente progetto di legge intendono, pertanto, modificare, ed in alcuni casi, integrare la Legge 30 novembre 2000 n. 114 e successive modifiche.

In particolare, viene modificato l’articolo 1 della Legge n. 114/2000, prevedendo, per i figli di cui un solo genitore è cittadino sammarinese, l’aumento del termine perentorio per la dichiarazione di mantenimento della cittadinanza sammarinese, da 12 (dodici) mesi a 7 (sette) anni, decorrenti dal raggiungimento della maggiore età. L’intendimento è quello di ampliare il periodo temporale per la dichiarazione di mantenimento della cittadinanza, consentendo tale possibilità ad una più ampia fascia di interessati. Al fine di colmare un vuoto normativo creato, probabilmente inavvertitamente, con l’emanazione della Legge 22 marzo 2016 n. 38, viene reintrodotto il principio secondo cui è possibile, per coloro che, per almeno diciotto anni continuativi abbiano dimorato effettivamente nel territorio della Repubblica dalla nascita e senza interruzione, richiedere di assumere la cittadinanza sammarinese per naturalizzazione, secondo il procedimento di cui all’articolo 2 ter della Legge n. 114/2000. Tenuto conto che nella prassi si sono verificate situazioni in cui il procedimento di rinuncia della cittadinanza di origine, seppur avviato, non si sia potuto perfezionare entro i 12 (dodici) mesi dalla data del giuramento o, per i minori di genitore naturalizzato, dalla data del compimento della maggiore età, si è ritenuto opportuno prevedere che tale termine possa essere prorogato direttamente da parte dell’Ufficiale di Stato Civile, anziché con delibera dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio Grande e Generale e successivamente del Congresso di Stato. La possibilità di proroga del termine viene comunque limitata ad ulteriori 12 (dodici) mesi, entro cui presumlbilmente dovrebbe potersi perfezionare il procedimento di rinuncia.

Prevendendo, inoltre, la possibilità del verificarsi di situazioni in cui, la rinuncia alla cittadinanza di origine possa comportare, per Il richiedente ed i suoi familiari, possibili situazioni di pericolo, viene previsto che l’Ufficiale di Stato Civile non proceda, in tali casi, alla cancellazione dai registri di cittadinanza, nonostante il richiedente non abbia formalizzato in maniera definitiva la perdita dellale cittadinanzale possedutale entro il termine perentorio di un anno dal giuramento o dal compimento della maggiore età, eventualmente prorogato da parte dell’Ufficiale di Stato Civile di ulteriori 12 (dodici) mesi. In tali casi, l’interessato deve dichiarare che il Paese di origine non consente di presentare la domanda di rinuncia alla cittadinanza; tale dichiarazione deve essere giurata, avere forma scritta ed essere rilasciata sotto la responsabilità civile e penale di colui che la rilascia . In linea con le disposizioni attuative della Legge 22 marzo 2016 n. 38 dettate dal Regolamento del Congresso di Stato del 15 aprile 2016 n. 8, viene ampliata la definizione di “dimora”, comprendendo anche il periodo di possesso del previgente permesso di soggiorno speciale continuativo rilasciato ai sensi della legislazione in materia all’epoca vigente. In tal modo il requisito della dimora effettiva in territorio per l’acquisizione della cittadinanza sammarinese per naturalizzazione, prevede che venga preso in considerazione anche i l periodo di possesso del permesso di soggiorno speciale continuativo rilasciato precedentemente ai sensi della normativa vigente. Con l’articolo 5 del presente progetto di legge, si procede con la modifica dell’articolo 5 della Legge n. 114/2000 e successive modifiche, prevedendO la possibilità, per i figli maggiorenni di un solo genitore cittadino sammarinese, di assumere la cittadinanza sammarinese, purché, al momento della domanda, siano residenti anagraficamente ed effettivamente in Repubblica: da almeno un anno, nel caso in cui abbiano dimorato per almeno cinque anni continuativi nel territorio della Repubblica;

da almeno sei anni, nel caso in cui non abbiano precedentemente dimorato nel territorio della Repubblica.

In entrambi i casi, la cittadinanza sammarinese si trasmette anche ai figli minori, purché sia residenti sul territorio della Repubblica.

Al fine di snellire il procedimento di assunzione della cittadinanza, viene eliminato il passaggio deLla pratica in Consiglio Grande e Generale, prevedendo che la richiesta di assunzione della cittadinanza sammarinese venga presentata direttamente all’Ufficiale di Stato Civile o avanti all’Autorità diplomatica o consolare sammarinese, che provvede all’inoltro all’Ufficiale di Stato Civile. La modalità procedurale viene prevista anche per il cittadino per origine, divenuto forense a seguito di matrimonio: in tale caso, pertanto, la richiesta di riassunzione della cittadinanza sammarinese, non è più inoltrata al Consiglio Grande e Generale per la relativa presa d’atto, ma viene presentata all’Ufficiale di Stato Civile o avanti all’Autorità diplomatica o consolare sammarinese, che provvede all’inoltro all’Ufficiale di Stato Civile.

Resta ferma la previsione in base alla quale, per l’accoglimento delle istanze di assunzione o riassunzione della cittadinanza sammarinese, è necessario che il richiedente non abbia riportato, in Repubblica o all’estero, condanna per reato non colposo alla pena della prigionia o della interdizione superiore ad un anno.

Con l’articolo 6 del presente progetto di legge viene dettata una norma di sanatoria, in base alla quale, su specifica istanza, possono essere reiscritti/Iscrittl al Registro di Cittadinanza:

– coloro che sono stati cancellati per non aver reso, entro i termini richiesti dalla legge, la dichiarazione di mantenimento della cittadinanza prevista all’articolo 1 punto 3 della Legge n. 114/2000 e successive modifiche;

coloro che non hanno utilmente inoltrato domanda di accertamento di discendenza o la cui domanda non è stata accolta per la decorrenza dei termini previsti per rendere la dichiarazione di mantenimento della cittadinanza di cui al precedete punto;

I figli di madre sammarinese e padre non sammarinese che, all’entrata in vigore della Legge 30 novembre 2000 n. 114, avevano già compiuto da oltre dodici mesi la maggiore età e che non hanno quindi potuto beneficiare della possibilità di scegliere la cittadinanza materna; in tale caso l’istanza per l’iscrizione può essere presentata, oltre che avanti all’Ufficiale di Stato Civile, anche avanti all’Autorità diplomatica o consolare sammarinese che provvede all’inoltro all’Ufficiale di Stato Civile.

In tutti i casi elencati, la dichiarazione di voler ottenere la cittadinanza materna deve essere avanzata, personalmente dall’interessato, entro due anni dall’entrata in vigore del presente progetto di legge, avanti all’Ufficiale di Stato Civile oppure avanti all’Autorità diplomatica o consolare sammarinese che provvede all’inoltro all’Ufficiale di Stato Civile. La cittadinanza così acquisita si trasmette ai figli, anche maggiorenni, che presentino, nello stesso termine, dichiarazione analoga a quella presentata dal loro genitore.

Con l’articolo 7 del presente progetto di legge si procede ad abrogare esplicitamente la seguente normativa, sebbene già abrogata implicitamente dal legislatore: Legge 30 marzo 2012 n. 35 ” Disposizioni straordinarie sulla naturalizzazione”; Legge 30 novembre 2000 n. 115 “Disposizioni straordinarie sulla naturalizzazione Decreto-Legge 3 agosto 2012 n. 113 “Modifica alla Legge 30 marzo 2012 n. 35 – straordinarie sulla naturalizzazione”. Nell’evidenziare come tale Progetto di Legge costituisca la risposta alle numerose richieste di intervento sulla normativa in materia dì cittadinanza, allo scopo di superare le differenziazioni create dalla normativa di settore stratificatasi nel tempo, pur mantenendo le specificità e le tradizioni culturali e geopolitiche della nostra Repubblica, confido che l’iter dì approvazione dell’allegato Progetto di Legge possa concludersi in tempi brevi e che possa trovare favorevole accoglimento con la più ampia maggioranza possibile.

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