SAN MARINO – L’imprenditore che decide di investire a San Marino deve sottostare oggi ai pareri della competente Commissione chiamata ad esaminare la pratica di licenza e ad esprimere valutazioni di tipo decisorio o consultivo e giudizi in merito al tipo di attività, la validità dei documenti, la rispondenza alle leggi vigenti.
Organismi che spesso si aggiungono ad Uffici della Pubblica Amministrazione già preposti a svolgere analoghe funzioni e che determinano ritardi a volte anche piuttosto onerosi per chi fa impresa.
Oggi, nell’architettura burocratica dello Stato, ce ne sono ben otto operative, di carattere autorizzativo, a cui si aggiungono il parere obbligatorio e non vincolante delle Giunte di Castello sulle licenze e le competenze autorizzative del Consiglio dei XII.
La volontà, espressa dall’esecutivo e compresa nel documento conclusivo del Gruppo di Lavoro per la semplificazione, istituito nel luglio scorso, è quella di procedere all’eliminazione di queste Commissioni, per trasferire compiti e funzioni all’Ufficio Attività Economiche, assegnando il compito di “riesame in seconda istanza” ad un’unica Commissione Economica, composta da tecnici designati dai vari Enti coinvolti nel processo economico.
In pratica spetterebbe a questa Commissione unica, valutare i ricorsi in caso di controversie sul rilascio di licenze.
Via dunque la Commissione Statale per l’Artigianato, la Commissione Congressuale per l’Artigianato, il Comitato d’Esame, il Comitato Tecnico Valutatore, il Comitato di Valutazione, il Comitato per l’Imprenditoria Giovanile e Femminile, il Comitato Tecnico Impiantisti, per assegnare tutto al costituendo Ufficio Attività Economiche con il supporto dell’ormai prossimo Ufficio Attività di Controllo, lasciando al Consiglio dei XXII, rispetto ai compiti odierni legati alle attività economiche, solo quello di valutare i casi di particolare entità e rilevanza.
Ovviamente questi suggerimenti del gruppo di lavoro andranno tradotti nella pratica con gradualità e valutando il modo più opportuno per introdurre queste modifiche, anche dialogando con le associazioni rispetto a come comportarsi rispetto a Commissioni particolarmente strategiche e partecipate.
Ma è indubbio che si tratta di un riordino che eviterebbe sovrastrutture e inopportuni cortocircuiti, completando un percorso già iniziato con la liberalizzazione del settore commerciale anche per i non residenti, che ha visto l’eliminazione della Commissione Commercio, mantenendo la competenza del Comitato d’Esame unicamente per le nuove licenze commerciali nei centri storici.