Ne “L’emozione scolpita. S/Cultura R/Accolta” i Maestri del Novecento. Il Direttore Dario Mancini: “Veicolo di divulgazione anche di capitale reputazionale”.
di Alessandro Carli
Un fattore moltiplicativo, all’apparenza, che nella grana sottile di una pellicola cela messaggi molto più profondi. Non è solo un “riprodurre” opere d’arte, quello che “racconta” il calendario 2019 di Cassa di Risparmio, bensì un aprire idealmente (ma anche nei fatti) un patrimonio artistico custodito nelle sale e nei corridoi dell’istituto bancario alla cittadinanza: immagini di sculture quindi che, nell’attimo in cui vengono “catturate” dall’obiettivo, diventano duplice arte.
Due linguaggi, quello materico delle forme dei Maestri che le hanno cesellate, e quello della fotografia. Due come i modi che ha lo spectator di fruire una fotografia. Per Roland Barthes (“La camera chiara”) lo studium difatti è “l’aspetto razionale e si manifesta quando il fruitore si pone delle domande sulle informazioni che la foto gli fornisce” mentre il punctum è il lato emotivo, ove lo spettatore viene irrazionalmente colpito da un dettaglio particolare della foto. Aspetti che Paolo Crocenzi, l’autore degli scatti, ha fatto propri: a lui Cassa di Risparmio ha affidato il compito di trasferire in fotografia le opere così come sono nella realtà. Razionalità ed emozione, per tornare a Barthes, un binomio che può essere trasferito anche in altri ambiti extra-artistici: in fondo la vita, ma anche il lavoro, non sono che l’evoluzione, rimodulata, di queste due parole. Lo chiediamo al Direttore Dario Mancini.
Il calendario sintetizza alcuni concetti che appartengono anche alle banche: razionalità ed emozione.
“L’altra metà della razionalità è l’emozione. La razionalità è il dialogo incessante della mente con le strutture logiche, l’emozione è ciò che scolpisce l’animo umano. Tra i ruoli di un’importante banca come Cassa c’è anche quello di innescare un dialogo speculare tra i due ambiti che abbia ricadute espansive e filantropiche sul territorio e di essere inoltre un ponte tra la logica imprenditoriale e la bellezza artistica. Certamente la ‘collezione artistica’ di Cassa è un concreto, unico e solido ponte tra arte e impresa che si è costruito nel tempo e che si riconosce nel territorio. Non dimentichiamoci che l’arte è da sempre un bene legato all’immagine delle banche e dei territori e il connubio di lungo corso tra arte e banche, fatto di committenze e acquisizioni, ne è espressione. Sin dal ‘500 molti artisti hanno lavorato su committenza dei banchieri e numerose e prestigiose collezioni artistiche sono tesori raccolti dalle più importanti banche”.
Una finestra su un patrimonio che può essere ammirato dalla collettività.
“La rassegna di sculture che possiamo ammirare nel calendario 2019 ‘L’emozione scolpita. S/Cultura R/Accolta’ ci offre l’occasione di contemplare l’espressione dei più celebri Maestri della tradizione scultorea del ‘900: Igor Mitoraj, Francesco Messina, Aligi Sassu, Leonardo Lucchi, Jorio Vivarelli, Floriano Bodini, Giacomo Manzù, Innocenzo Vigoroso, Antonio Merente, Angela Micheli. La sezione scultura, insieme alla sezione dipinti, è parte della collezione artistica esposta nelle sedi della banca e del territorio. Negli anni ’90 Cassa decise di ampliare la collezione pittorica con un orientamento specificatamente rivolto alla scultura italiana del ‘900, che venne presentata al pubblico in occasione di mostre personali degli importanti autori. Con questo percorso virtuoso Cassa, insieme alla Segreteria di Stato per la Cultura, agli Istituti Culturali e alla Commissione per la Conservazione dei Monumenti, ha scelto di valorizzare e consolidare il patrimonio artistico nazionale della Repubblica, affinché possa essere da tutti conosciuto e amato. Molti di questi capolavori, grazie alla sensibilità della nostra banca, sono divenuti simboli del centro storico e rientrano nel circuito d’arte cittadino. Pensiamo al ‘Cavallo Rampante’ di Sassu che con la sua impennata troneggia nella Città, a ‘Grande Nudo Femminile’ di Messina quale emblema della grazia femminile all’ingresso della Galleria della Banca, o al volto solenne ed estasiato del ‘Cristo Risorto’ di Lucchi in Pieve. Queste icone di bellezza e molte altre sculture presenti nel calendario che si potranno cogliere più intimamente grazie allo sguardo artistico del fotografo Paolo Crocenzi, sono patrimonio dei sammarinesi che Cassa con lungimiranza ha collezionato per noi tutti”.
Il calendario è anche un veicolo di comunicazione “istituzionale”.
“I calendari della Cassa sono un encomiabile veicolo di divulgazione, non solo culturale. Negli anni Cassa ha sempre reso protagonisti i sammarinesi e il territorio attraverso diverse tematiche. Nel calendario 2019, legato alla cultura sammarinese, emerge la fiducia che Cassa ha riposto nel tempo nell’arte in quanto ‘strumento’ capace di veicolare attributi di valore universalmente apprezzabili, riconoscibili traducibili in capitale reputazionale, testimoniando la sensibilità al tema della responsabilità sociale e al consolidamento del rapporto con il proprio territorio. Opere che, assieme a quelle pittoriche ma non solo, sono un patrimonio culturale dei sammarinesi. Come la stessa Banca…”.
Un progetto che adotta, per essere completo, una molteplicità di linguaggi…
“Sì. ‘L’emozione scolpita. S/Cultura R/Accolta’ è molto più di un calendario, o meglio è un ‘Calendario Narrante’ poiché ognuna delle tredici sculture presenti è illustrata in tredici brevi video da diverse figure legate alla cultura sammarinese. Ad esempio, l’opera in copertina, ‘Grande Nudo Femminile’, è raccontata dal Presidente della Commissione per Conservazione dei Monumenti, Leo Marino Morganti e poi, via via, nello scorrere dei mesi, lo spettatore potrà restare incantato dalle narrazioni delle sculture grazie ai contributi di Paolo Rondelli, Rosolino Martelli, Stefano Mularoni, Valentina Rossi, Milena Zanotti, Francesca Michelotti, Marino Rossi, Rita Canarezza, Iris Cervellini, Laura Rossi, Patrizia Di Luca, Francesco Zingrillo. La peculiarità e l’inedito del calendario è racchiuso nei video visionabili attraverso i qrcode presenti in ogni mese dell’anno, che mediante smartphone, rendono fruibili al pubblico le interviste in tempo reale. Inoltre i brani musicali che accompagnano i brevi documentari d’arte sono ad opera di docenti dell’Istituto Musicale Sammarinese, grazie alla collaborazione che lega Cassa a questa storica istituzione”.
La definizione “Calendario Narrante” porta a un’idea di movimento, a un racconto che avanza nel tempo. Dove sta “camminando” Cassa?
“Cassa sta mantenendo fede al suo ruolo di banca del territorio attraverso le attività che le filiali, tutti i giorni, svolgono a favore della clientela. Siamo consapevoli della responsabilità e del compito che abbiamo nell’economia del Paese. A maggior ragione abbiamo avviato un processo di rinnovamento e di rafforzamento per mantenere la funzione che abbiamo sempre svolto negli anni. Alcuni obiettivi li abbiamo raggiunti, altri li raggiungeremo. Siamo consapevoli che il cammino sarà ancora lungo ma sappiamo anche che stiamo accelerando sul piano industriale, ponendo le basi affinché Cassa possa avviarsi verso un percorso virtuoso e duraturo”.
SINTESI PERFETTA DELLE FORME DELLE ARTI SAMMARINESI
Assieme all’équipe di Cassa di Risparmio che ha curato il progetto – Valentina Garavini (Comunicazione Esterna), Mark Ercolani e Chiara Gatti (Ufficio Marketing) -, entriamo nelle pieghe del calendario per capire il percorso effettuato finalizzato alla realizzazione dell’iniziativa.
Come e quando è nata l’idea del calendario?
“L’idea del calendario 2019, da subito sostenuta sinergicamente dalla Presidenza e dalla Direzione, è nata nella quotidianità di una giornata di prima estate, durante la quale, attraversando il Salone di Cassa dove ‘abitano’ da sempre insieme a noi parte delle sculture che sono in calendario, ne siamo rimasti ‘distratti’ e ‘attratti’, le abbiamo colte con sguardo diverso ed abbiamo avuto l’intuizione che nel 2019, l’anno del centenario della prima legge sammarinese sui beni culturali, esse avevano una storia importantissima da raccontare ai sammarinesi. Cassa aveva il dovere intellettuale di narrarla e divulgarla, noi tutti avevamo il compito di scriverne un nuovo capitolo da tramandare”.
Sculture, fotografia, musica e video, con il coinvolgimento, nel progetto, di alcune eccellenze locali.
“Il calendario 2019 ‘L’emozione scolpita. S/Cultura R/Accolta’ è una sintesi perfetta di molteplici forme d’arte di matrice sammarinese. Il progetto è stato sviluppato grazie a un team di professionisti che hanno realizzato gli scatti fotografici (Paolo Crocenzi), curato il progetto grafico (Loretta Montironi di Bear Communication), coordinato la regia (Fabrizio Raggi), girato le immagini (Luca Lazzari) e anche accompagnato i video con musiche composte o interpretate (Marco Capicchioni, Ensemble Giostremia, Roberto Stefanelli & Simonetta Agarici, Michele Selva, Dario Giovannini, Matteo Ramon Arevalos, Francesco Stefanelli, Martina Grossi & Anselmo Pelliccioni). Meraviglioso è stato vedere l’anteprima delle fotografie, dei documentari d’arte ed ascoltare in sottofondo alle narrazioni delle opere delle melodie che richiamano le note dell’inno di San Marino ed hanno come titolo ‘2392’ (brano composto da Marco Capicchioni) che, specchiato, diventa ‘spes’ (speranza). La stessa speranza che questo progetto possa contribuire ad innescare una nuova consapevolezza, profondità di sguardo e sensibilità culturale che insieme sono premesse di tutela e valorizzazione di qualunque patrimonio tangibile o intangibile, personale o nazionale”.
“LA FOTOGRAFIA SA METTERE IN LUCE TUTTI I PARTICOLARI”
Il suo nome, a San Marino, è particolarmente conosciuto: le immagini di Paolo Crocenzi sono esposte all’Ambasciata della Repubblica di San Marino in Roma e nell’Ufficio di Stato per il Turismo della Repubblica di San Marino. Nel 2014 la sua mostra “(Fra) me. Visive memorie di viaggio” è stata ospitata nella Sala Fondazione San Marino, a Palazzo S.U.M.S.
Le immagini del calendario giocano su due aspetti: il totale – e quindi la foto intera dell’opera – e il particolare… Qual è la forza e quale il limite della fotografia che si confronta con la scultura?
“Il limite e la forza, ‘artisticamente’ sono la stessa cosa e cioè il riuscire o meno a comprendere e a rendere in fotografia il sentimento che l’artista vuole trasmettere con la sua opera. Materialmente parlando, il limite della fotografia è che non può rendere e riprodurre la sensazione fisica e tattile di un’opera materica, la forza è che può evidenziare, mettere in luce particolari che guardando l’opera nella sua interezza difficilmente vengono messi in risalto. Non a caso nelle mostre d’arte le sculture spesso vengono accompagnate da immagini fotografiche per questo motivo”.
Fotografare significa tradurre o tradire?
“Fotografare significa interpretare, osservare, immaginare. In questo contesto significa tradurre, capire cosa l’artista voleva comunicare con l’opera”.
Quale messaggio esce, secondo lei, dalle immagini?
“Il messaggio è di un nuovo punto di vista accentuando, se sono riuscito nel mio intento, la caratteristica principale delle opere scultoree, drammaticità, dolcezza, eleganza, imponenza”.