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Dentro la nuova società dei misuratori del tempo

da Redazione

La Lectio Magistralis di Carlo Ossola per l’apertura dell’anno accademico. Il Rettore Petrocelli: “L’Università crea benefici per tutto il territorio”.

UNIRSM Petrocelli Ossola

 

di Alessandro Carli

 

Aumentano gli iscritti all’Università di San Marino, un Ateneo che “non porta benefici solo per chi la frequenta, ma anche per il territorio, per esempio nei sistemi produttivi e nelle aziende che contribuisce al progresso del Paese, con un impatto positivo sulla comunità”. Queste le parole pronunciate dal Rettore Corrado Petrocelli durante la cerimonia di inaugurazione dell’Anno Accademico 2018 – 2019 avvenuta alla presenza degli Eccellentissimi Capitani Reggenti Mirco Tomassoni e Luca Santolini.

Nel 2017-2018 gli iscritti sono stati 870, a fronte dei circa 250 di 5 anni fa, mentre per il 2018-2019 le nuove immatricolazioni sono 336. L’Ateneo sammarinese, ha rimarcato il Rettore Petrocelli, “è una delle poche realtà del Titano che incamerano cifre pari o superiori al contributo ricevuto dallo Stato”.

 

LA LECTIO MAGISTRALIS DEL PROFESSOR OSSOLA

 

Ospite d’onore alla cerimonia, Carlo Maria Ossola del Collège de France di Parigi, che ha tenuto la Lectio Magistralis dal titolo “Le libertà dell’improbabile”.

Un viaggio nei secoli, da Dante a Calvino, passando per Pascal e San Tommaso.

“Dobbiamo esercitare un pensiero libero” perché “l’improbabile si esercita lì dove c’è il probabile” ha esordito il professore. “L’improbabile è ciò che è sempre paradossale ma che non ha ancora esaurito il proprio possibile”, quello cioè che “non ha più bisogno di dimostrazione perché si è fatto presente”. “L’improbabile, un’esigenza in essere, è il potenziale umano che sfugge alla misura ma che rimane probabilità ricca di avvenire”. Il Novecento, ha ricordato Ossola, “ha rotto le unità aristoteliche di tempo e spazio e ha liberato una quantità enorme di pensabile. La crisi della logica classica non è un elemento di preoccupazione ma una coscienza di fecondità”. Per Giovanni Scoto, ha spiegato il professore, “l’impossibile non è mai da solo ma è la misura di molti possibili semplici”.

L’improbabile, questa l’esortazione del relatore, “deve essere preso come uno strumento di lavoro”.

Nel Medioevo “si doveva dimostrare con argomenti coerenti che il probabile, per essere tale, doveva accadere a più soggetti. Quello che accadeva quindi doveva essere condiviso. Le eccezioni non fanno una regola ma una somma di eccezioni”.

L’escursus di Ossola si è poi soffermato su Dante che nel “Paradiso” scrive: “Quel sol che pria d’amor mi scaldò ‘l petto/ di bella verità m’avea scoverto/ provando e riprovando, il dolce aspetto”.

Italo Calvino nel racconto “Le conchiglie e il tempo”, spiega che “a partire dalle nostre spirali interrotte avete messo insieme una spirale continua che chiamate storia. Non so se avete tanto da stare allegri, non so giudicare di questa cosa non mia, per me questo è solo il tempo-impronta, l’orma della nostra impresa fallita, il rovescio del tempo, una stratificazione di resti e gusci e necropoli e catasti, di ciò che perdendosi si è salvato, di ciò che essendosi fermato vi ha raggiunto. La vostra storia è il contrario della nostra, il contrario della storia di ciò che muovendosi non è arrivato, di ciò che per durare si è perso: la mano che modellò il vaso, gli scaffali che bruciarono ad Alessandria, la pronuncia dello scriba, la polpa del mollusco che secerneva la conchiglia…”.

Oggi “il pensabile ha perso la sua forza di valore civile, l’improbabile anche la sua forza etica” ha aggiunto Ossola. “Non si esercita il pensiero ma il calcolo”. La verità, se è verità, “è unitiva e crea una società. Si è passati da una logica di argomentare per provare e per confutare – quella di Galileo Galilei – a una di sperimentazione. Oggi la società pone grande attenzione non tanto al tempo quanto ai misuratori”.

Pascal ci chiede “se è forse probabile ciò che la probabilità assicura. Più ci esercitiamo nel probabile più abbiamo la conferma del probabile ma non del certo. Nel calcolo delle probabilità ciascuno può aggiungere ma nessuno può togliere. Più avanza il probabile più l’improbabile diventa affascinante”.

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