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Assemblea ANIS: Piano per lo Sviluppo, riforme e condivisione

da Redazione

Dal confronto con l’Esecutivo alle preoccupazioni per il Bilancio dello Stato e i progetti da concludere: IVA e Spending Review su tutti.

neni spalle assemblea

 

di Daniele Bartolucci

 

Da una parte le “mancate riforme”, dall’altra l’assenza di “un vero Piano per lo Sviluppo del Paese”: un mix che si riflette inesorabilmente nel Bilancio dello Stato e nel suo debito pubblico, che il Presidente ANIS Neni Rossini, riferendosi ai probabili 888 milioni di euro di cui si parla in questi giorni, non ha potuto che etichettare come “mostruoso”. Nel mezzo, o per meglio dire, sotto tutto questo a reggere l’economia e il Paese stesso, “c’è l’economia reale, che noi rappresentiamo, fatta di imprese che investono e occupano migliaia di dipendenti, generando reddito, consumi e gettito per lo Stato”. Parte da questa consapevolezza l’attesa relazione di Neni Rossini, che ha evidentemente soddisfatto la platea, stante il lungo applauso tributatole. E anche l’ospite d’onore, Emma Marcegaglia, che non ha lesinato complimenti (“coraggiosa, puntuale, appassionata”), invitandola a proseguire su questa strada, perché “questo fanno gli imprenditori, con l’obiettivo del bene comune”.

 

“SERVE UN VERO PIANO PER LO SVILUPPO DEL PAESE”


La via maestra, in questo senso, è lo stimolo (anche con qualche decisa tirata d’orecchi in verità) alla politica perché “occorre proseguire sulla strada delle riforme senza perdite di tempo, ma anche e soprattutto senza forzature”. Il problema, però, è che “non c’è un progetto complessivo per il Paese. Da tempo – anni in verità – abbiamo avvertito i Governi che si sono succeduti dei cambiamenti in atto, fuori e dentro San Marino, stimolando il più ampio dibattito per ridisegnare lo sviluppo del Paese e giungere alla formulazione di un piano strategico. Dunque non mancherà il nostro appoggio all’idea di un Piano di Stabilità Nazionale e per lo Sviluppo in cui realizzare tutte le riforme. Ma perché questo possa risultare efficace, dovrà essere condiviso un metodo di lavoro nuovo, sicuramente diverso da quello che abbiamo visto – e subìto – fino ad oggi. Peccato che l’unico sviluppo che possiamo leggervi al momento sia solo nel titolo. Perché, come più volte spiegato, in quel documento non si parla quasi mai esplicitamente di industria. Nonostante sia dimostrato con la forza dei numeri quanto valore crei questo settore e quali e quante siano le sue necessità oggi. Nonostante sia un punto di forza del nostro sistema Paese, in grado di generare occupazione, reddito e gettito. Nonostante tutto questo l’industria viene relegata in qualche capitoletto generico”. “Restiamo fermamente convinti che sia invece l’economia reale, che noi rappresentiamo ampiamente, a reggere l’economia del Paese oggi e che anzi è grazie a questa economia reale che la Repubblica di San Marino potrà costruire il suo futuro.

Per questo auspichiamo che il metodo di lavoro e il sistema delle relazioni fra la politica e il mondo dell’impresa cambi quanto prima. Qui serve un altro tavolo di coordinamento con tutte le parti sociali per individuare le priorità e condividere la responsabilità delle decisioni. È inutile girarci attorno: nessuno può tirarsi indietro e nessuno può continuare a difendere solo i propri interessi, bloccando di fatto le riforme. Ogni giorno di ritardo è un passo indietro che si infligge al Paese!”

 

“BANCHE, ACCOGLIAMO LA PROPOSTA DI ABS”


“Tutta la filosofia del progetto”, ha ammonito il Presidente Rossini, “ruota attorno ad altro e il sistema finanziario fa la parte del leone. Più volte ci siamo chiesti e abbiamo chiesto: se il traguardo è la stabilità, come si può pretendere di far sostenere il Paese da quella delle sue gambe che in questo momento è più debole? Purtroppo, a fronte del continuo preoccupante calo della raccolta interna, ancora oggi registriamo l’assenza della necessaria profonda riorganizzazione del comparto bancario e di piani industriali per il futuro delle banche. Da molti anni ANIS propone un tavolo di lavoro sul settore bancario, e quindi accogliamo l’iniziativa di ABS di un tavolo tecnico, con l’auspicio che tutti gli interlocutori si adoperino per restituire al comparto bancario e finanziario la forza per tornare a svolgere l’indispensabile ruolo di supporto alle imprese e alla società”.

 

“RIFORME, LOTTA ALLA BUROCRAZIA, INVESTIMENTI”


Più volte il Presidente ANIS ha ribadito quanto si vitale “accelerare il processo di ammodernamento”. Tra i temi trattati l’introduzione di un sistema IVA, un mercato del lavoro più efficiente, le pensioni (che vengono ancora una volta posticipate), la spending review e ovviamente “gli interventi per semplificare l’avvio e la vita delle imprese”, ha spiegato Neni Rossini citando il Doing Business: ” C’è stato un miglioramento relativo, ma basta leggere la classifica generale per capire quanta strada ci sia ancora da fare. E – non me ne voglia la nostra illustre ospite – essere dietro all’Italia per burocrazia, tasse e avvio di un’impresa, è un dato che deve far riflettere”. In questo senso, “apprezziamo gli sforzi e l’impegno, in questi ultimi mesi, del gruppo di lavoro costituito ad hoc. Siamo fiduciosi che dal confronto avviato sulle proposte illustrateci – che condividiamo in larga parte – scaturiranno gli interventi necessari a improntare alla massima collaborazione il rapporto tra le imprese sammarinesi e la Pubblica Amministrazione”.

 

“ABBASSARE I TONI: SERVE UNA SOLUZIONE CONDIVISA”

 

Come spiegato più volte, gli effetti di queste mancate riforme e correttivi, si vedono anche nel Bilancio dello Stato, gravato però da un indebitamento pazzesco determinato dalla partecipazione in Cassa di Risparmio: “La situazione è grave, sono state fatte scelte molto discusse perché considerate unilaterali, spesso affrettate e poco o per nulla condivise. Oggi la Cassa di Risparmio è di proprietà dello Stato e il suo bilancio si riflette in quello statale. A maggior ragione tutti dovremmo essere coinvolti nella ricerca di soluzioni. Non è questa la sede per individuare responsabilità, colpe o errori. Occorre invece trovare una soluzione politica! E questo è il momento di costruirla tutti assieme. Come imprenditori siamo ottimisti per natura e confidiamo che tutti riescano a comprendere l’eccezionalità e l’urgenza di questo tema cruciale mettendosi a disposizione nell’interesse di tutta la nostra comunità”. Ma per farlo, occorre anche cambiare toni e atteggiamenti: “Rinnoviamo il nostro invito a tutte le componenti della nostra comunità, e in particolare ai partiti e movimenti politici, compreso il Governo e i suoi rappresentanti, a trovare il dialogo imprescindibile per fare squadra verso il solo, unico e fondamentale obiettivo a cui dovremmo tutti aspirare: far uscire il Paese dalla crisi più profonda della sua era moderna. I toni da guerra civile che si stanno alzando ormai in tutte le sedi sono quanto di peggio la politica possa esprimere, anche agli occhi di un osservatore esterno, o peggio ancora di un investitore”.

 

“ITALIA PARTNER NATURALE, EUROPA DELLE OPPORTUNITÀ”

 

L’ultimo tema toccato dal Presidente Rossini è stato quello della reputazione internazionale e dello sviluppo delle relazioni, in particolare con l’Italia, “nostro partner naturale” e con cui si è aperto un tavolo di lavoro per rinnovare i vecchi Accordi, e con la Commissione dell’UE con cui si sta trattando un Accordo di Associazione: “Per noi, ovviamente, è l’Europa delle opportunità”.

 

MARCEGAGLIA: “L’EUROPA È LA NOSTRA CASA, ITALIA E SAN MARINO NON HANNO ALTERNATIVE”


Tema Europa, con qualche accenno alla realtà sammarinese, per Emma Marcegaglia, già Presidente di BusinessEurope e Confindustria nel quadriennio 2008-2012. Dopo aver sottolineato il peso dell’industria nel PIL del Titano (32%) e aver “bocciato” l’aliquota sulle assunzioni dei frontalieri (il famoso 4,5%, definito da Emma Marcegaglia “una forma di protezionismo”), si è concentrata sullo stato di salute dell’economia mondiale, che “sta crescendo ancora molto bene, sull’ordine del 3%”, anche se “all’orizzonte ci sono molte nubi”. Mentre gli USA viaggiano a tassi di crescita poco sotto al 3%, l’Europa tra il 2 e il 2,2% e la Cina attorno al 6%, i pericoli derivano dalle “politiche protezionistiche volute dal Presidente statunitense Donald Trump” che ha imposto dazi piuttosto aggressivi sul commercio. Dazi che, questo il pensiero di Emma Marcegaglia, “nel breve aiutano ma nel medio termine rappresentano un problema”.

L’export dell’UE, nel 2018, chiuderà in contrazione rispetto alla performance del 2017.

Emma Marcegaglia poi ha spiegato le attuali difficoltà dei Paesi emergenti: Turchia, Brasile, Argentina, Venezuela e Russia lo scorso anno sono cresciute ma nel 2018 hanno registrato un rallentamento.

Tra le “nubi” individuate dalla Past President di BusinessEurope e Confindustria anche “la fine delle politiche espansive delle banche centrali, compresa quella europea” che “possono avere un impatto” importante “sull’economia”, così come “le tensioni geopolitiche”, negative “sia per le persone che per la stessa economia”. Il Qatar – giusto per portare un esempio – è isolato dall’Arabia Saudita e dagli Emirati Arabi. “Le diseguaglianze sociali sono aumentate in tutto il mondo e stanno portando a nuove tensioni politiche che impattano sulla crescita” ha commentato.

Ampio spazio poi all’Europa. “La crescita nel 2017 è stata del 2,4%, un buon tasso, incoraggiato dalla politica monetaria. Le previsioni per il 2018 sono del 2%, quelle per il 2019 dell’1,9%, inferiori ma comunque discrete. La disoccupazione in Europa è sui livelli pre-crisi, attorno al 6,8%, mentre quella dell’area-Euro è all’8,1%, con una certa disparità tra i singoli Paesi. La Germania si avvicina alla piena occupazione, come alcuni Paesi del Nord Europa, altri invece hanno tassi di disoccupazione e due cifre”.

In Italia “è poco di moda parte di Europa”, però per le imprese “è il mercato interno, libero e senza barriere, dove operare e trovare competenze per crescere. L’Europa – un mercato che conta 500 milioni di persone e che registra livelli di innovazione importanti e di professionisti capaci – è la nostra casa. E averne accesso è un vantaggio. Non c’è alternativa, né per l’Italia né per San Marino, che auspico si possa integrare progressivamente sempre di più”. “L’Ue ci aiuta a lavorare meglio” anche se, ha ricordato, “non è perfetta: le tasse e i contributi che devono versare le imprese (circa il 42%) sono più pesanti rispetto a quelle delle aziende USA (32%) e a quelle giapponesi (30%)”.

“San Marino è il Paese più industrializzato al mondo – ha concluso Emma Marcegaglia -. Ho colto un grande coraggio nella relazione della vostra Presidente e concordo con lei che in questo momento così difficile, l’unica via sia quella di costruire assieme le migliori soluzioni, tendendo, come tendono gli imprenditori, al bene e alla crescita del proprio Paese”.

 

ZAFFERANI: “SOLO SE CRESCONO LE AZIENDE CRESCONO ANCHE IL REDDITO E L’OCCUPAZIONE”


“Il settore dell’industria, estremamente rappresentato da ANIS che rappresenta il 32% del PIL del Paese, è pronto per crescere ancora, come dimostrano i progetti che stanno portando avanti”. Si è aperto con queste parole l’intervento del Segretario di Stato Andrea Zafferani. “Solo se crescono le aziende cresce il reddito e l’occupazione” ha proseguito. “Il Governo ha aiutato le aziende attraverso il credito agevolato, una misura non facile per il Bilancio, cercando di ridurre il gap con i competitor e con la detassazione degli utili reinvestiti in innovazione. Oggi San Marino è il linea con i Paesi UE: le nostre aziende possono assumere le migliori professionalità e hanno meno vincoli rispetto al passato nella fase di avvio di un’impresa. Un imprenditore deve poter scegliere le risorse umane più adeguate e in tempi ridotti: la tempestività è importante per un sistema economico”.

Zafferani poi si è soffermato sulle peculiarità del Sistema-Paese: San Marino è “uno Stato sicuro”, con un ottimo welfare ma anche interessante dal punto di vista dell’ubicazione. Negli ultimi tempi inoltre è stata avviata la liberalizzazione delle residenze per gli imprenditori che investono nel territorio. Tra gli altri punti di forza rimarcati dal Segretario di Stato, “la vicinanza delle Istituzioni per risolvere le eventuali problematiche” e “la possibilità di ‘aggiustare’ le normative con estrema velocità”. Tutti elementi, questi, “che possono rappresentare una serie di valori aggiunti” se “ci integriamo con l’esterno”.

Nel suo intervento il Segretario all’Industria si è poi soffermato sul mercato unico europeo (“un’opportunità da cogliere”), sulla “revisione degli accordi con l’Italia del 1939, oggi non più attuali”, sul negoziato per l’Associazione all’Unione europea (“stiamo arrivando al sodo”) e su Fondo Monetario Internazionale. “La crescita economica del nostro Paese è più alta rispetto a quella stimata dal FMI”. In merito alla crisi delle banche, Zafferani ha spiegato che “è un problema che deve essere risolto altrimenti non c’è sviluppo”. La medicina non sarà indolore: “Non esistono soluzioni senza conseguenze” ha rimarcato. “Per noi Cassa di Risparmio è un investimento per il futuro. La banca deve essere ristrutturata per farla tornare in utile”.

In chiusura un commento alla posizione del Monte nella classifica “Doing Business 2019” stilata da World Bank (“La nostra posizione, la 88esima, non può essere soddisfacente”) e una promessa: “L’IVA sammarinese entrerà in vigore nel 2020”.

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