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San Marino, imprese ANIS: più fatturati e più occupazione

da Redazione

Aggiornati i dati dell’Osservatorio con i bilanci 2014-2017 di 205 aziende associate: si mantiene molto alta la propensione agli investimenti, in asset e nelle risorse umane.

tabella Selva

 

di Daniele Bartolucci

 

Fatturati in aumento e con essi anche l’occupazione: le aziende associate ANIS continuano a crescere anche per quanto riguarda l’analisi dei bilanci del quadriennio 2014-2017, secondo i dati dell’Osservatorio ANIS presentati in anteprima all’Assemblea Generale del 23 novembre dal Dott. Simone Selva.

“Il quadro generale”, ha spiegato il consulente di ANIS, “evidenzia una situazione positiva non solo considerando il trend di crescita dei fatturati, ma anche la propensione all’investimento, che nel 2017 mostra un ulteriore incremento in valore assoluto e percentuale (dal 5,66% dei ricavi nel 2016 al 7,15% dei ricavi nel 2017)”. E’ “una situazione sicuramente incoraggiante dal punto di vista della solidità e della crescita delle imprese”. Inoltre, “si conferma il trend relativo alla capitalizzazione. Il capitale netto cumulato (Equity) cresce per tutto il quadriennio, a testimonianza della propensione a mantenere importanti quote degli utili in azienda. Allo stesso modo si evidenzia una progressiva contrazione del grado di indebitamento (Leva Finanziaria), a dimostrazione di una crescente stabilita e sostenibilità delle imprese”. Dall’analisi più approfondita, emerge anche che “un maggior indebitamento”, quindi il ricorso al finanziamento bancario, per esempio, “sempre controllato, da parte delle imprese, non pregiudicherebbe la sostenibilità delle stesse ma garantirebbe probabilmente uno sviluppo più rapido”. La riduzione dell’indebitamento, comunque, è accompagnata da una redditività che cala leggermente nel 2017 passando dal 6,42% al 6,11%”. E’ un dato che va spiegato, perché non è prettamente negativo: “Si denota un lieve deperimento della redditività nell’ultimo anno, comunque crescente nel periodo 2014-2017, dovuto in parte al grande investimento in risorse umane effettuato nel 2017, in parte ad un incremento dei costi di approvvigionamento”. Altro tema che viene sviluppato nell’analisi dell’Osservatorio. Interessante infine “la crescita dei costi del personale che, come di seguito evidenziato, e determinato sia da un incremento delle assunzioni che da un incremento del costo pro-capite”. Dati positivi, quindi, come il trend di medio periodo: infatti “si conferma la tendenza già evidenziata per il periodo 2013-2016: le aziende associate investono il capitale proprio in risorse umane, asset materiali e immateriali”. Da qui la conclusione dell’Osservatorio ANIS: “Il dato di crescita, unitamente alla volontà di reinvestire gli utili generati in asset e risorse umane da testimonianza di un contesto imprenditoriale che insiste nella crescita produttiva e commerciale delle proprie aziende”.

 

FATTURATI, INVESTIMENTI, OCCUPAZIONE E GETTITO


Dai primi dati analizzati emerge subito “la crescita dei fatturati e la disponibilità ad investire in asset materiali e immateriali”. Nello specifico le aziende investono in media il 6,56% del fatturato nel triennio 2015-2017. Allo stesso modo il dato relativo all’occupazione media annua generata dalle imprese nel periodo di osservazione (dato fornito dall’Ufficio di Statistica) è anch’esso positivo: il numero di occupati e cresciuto complessivamente del 8,26% nel quadriennio, con un costo del personale pro-capite cresciuto del 2,04%. Insomma, “le imprese associate investono in modo continuativo in risorse umane”, ha spiegato Selva. E questo torna loro indietro: “Il costo del personale rappresenta la quota preponderante nella distribuzione del valore aggiunto. In media il 63,13% del valore generato dalle aziende viene redistribuito ai lavoratori”.

Altro aspetto interessante, anche perché “conferma la tendenza già riscontrata nell’analisi 2014-2016”, è che “le aziende producono utili che tendono a “lasciare in azienda”, aumentando di fatto il patrimonio netto. Tale dato rappresenta un importante fattore di stabilita per tutto il tessuto imprenditoriale”. E questo si riflette anche nel livello di indebitamento, che denota una progressiva diminuzione del rapporto tra i debiti finanziari e i mezzi propri: “Le imprese associate effettuano investimenti attingendo prevalentemente a risorse proprie o comunque senza produrre uno squilibrio finanziario”.

A proposito di utili, è interessante anche il dato IGR: perché se è vero che “le aziende associate ANIS hanno contribuito in modo pressoché costante nel quadriennio 2014-2016, con una riduzione tra l’esercizio 2016 e 2017”, tale riduzione delle imposte d’esercizio “è dovuta principalmente agli sgravi fiscali concessi in relazione alle assunzioni, che sono cresciute in modo importante nel 2017, ma che probabilmente nel 2018 avranno effetti più contenuti in quanto sensibilmente ridotti”. Ancora più interessante il fatto che “le aziende del campione rappresentano il 6,21% dei soggetti giuridici ma contribuiscono per il 50,28% dell’IGR complessiva versata nel 2016”. Inoltre, dato non meno importante, “le aziende cedono più del 3% del proprio valore aggiunto all’erario”. In particolare il contributo e maggiore nel 2017: 3,09% contro il 2,97% del 2014.

 

REDDITIVITÀ IN LIEVE CALO: INVESTIMENTI E COSTI


Come detto, è possibile notare una situazione di buona redditività, crescente nel periodo, ma con un calo tra 2016 e 2017. “Il contesto imprenditoriale”, spiega la relazione dell’Osservatorio ANIS, “sta inserendo nuove risorse umane e nuovi asset. Tale percorso ha prodotto, nel 2017, una crescita dei fatturati con lieve deperimento della redditività”. Ma non è solo questo: “Mediante l’analisi è possibile evidenziare come il calo del valore aggiunto è da rintracciare non tanto in un incremento dei costi per servizi e GBT, che se pur crescenti si contraggono in rapporto al valore della produzione, quanto piuttosto ad un incremento dell’incidenza dei consumi di materie prime e merci”. In questo senso, “le performance medie realizzate nel 2017 sono inferiori solo alle performance realizzate nel 2016”. In particolare “il 2017 è l’anno che presenta la maggior rotazione del capitale investito, che supera 1,22, ma rispetto al 2016 mostra una marginalità (ROS) in calo. Gli effetti di questo calo sono stati identificati nella crescita di consumi per materie prime e merci e nell’incremento dei costi del personale”. L’analisi della redditività operativa evidenzia dunque che “gli investimenti si sono rivelati efficaci in termini di crescita dei fatturati, la rotazione è infatti aumentata, ma la crescita dimensionale non è stata ancora assorbita dall’operatività della struttura, che presenta una minor efficienza”. Ciò evidenzia anche “la necessità di tenere sotto controllo i consumi di materie prime e merci il cui incremento può essere stato dettato sia da un minor potere contrattuale esercitato dalle aziende del comparto verso i fornitori, sia da dinamiche legate alla liquidità operativa”. In effetti, nel 2017, “i tempi di circolante si contraggono (di 13 giorni circa) a testimonianza della volontà di generare liquidità riducendo i giorni di rotazione scorte e, soprattutto, incrementando i giorni di pagamento dei fornitori. Probabilmente l’incremento dei consumi di materie prime e merci è legato anche a questa richiesta di allungamento dei tempi di pagamento”. In pratica, “la liquidità necessaria all’effettuazione degli investimenti è stata ottenuta non tanto dal canale bancario, quanto dai fornitori”, impattando in parte sulla redditività delle aziende”.

 

LA NUOVA INDAGINE

 

Presentata il 23 novembre anche la nuova indagine dell’Osservatorio ANIS, sulle evidenze strategiche delle imprese, mettendo a confronto le scelte aziendali con l’effettiva crescita, per individuarne i driver.

Il campione Sempre con l’obiettivo di “disporre di dati il più possibile aggiornati, fruibili e significativi”, l’Osservatorio ANIS nel corso del 2018 ha portato avanti un percorso di selezione di 43 aziende rappresentative del comparto manifatturiero. Il restringimento rispetto al campione delle 205 originarie ha avuto lo scopo di sviluppare un vero e proprio coinvolgimento delle imprese selezionate nel progetto mantenendo comunque una forte rappresentatività delle informazioni raccolte.

Il questionario Al campione delle 43 aziende è stato somministrato un questionario allo scopo di approfondire e corroborare le analisi

quantitative effettuate sui dati di bilancio. Il questionario si concentra su tematiche organizzative e strategiche al fine di identificare le determinanti delle performance economico-finanziarie raggiunte. In particolare le aziende partner sono state intervistate su tre direttrici: Modello organizzativo e sviluppo HR; Modello di internazionalizzazione.

I risultati “Per la maggior parte del campione la presenza sui mercati esteri rappresenta una necessità. La presenza nei mercati esteri è più forte per le aziende che la dichiarano come primaria necessità. La modalità con la quale l’impresa si propone all’estero sembra essere rilevante in termini di quota di fatturato. La presenza nei mercati esteri non sembra però assicurare necessariamente una crescita di fatturati”. Per quanto riguarda il Modello di innovazione, invece, “le imprese associate investono sia sul fronte dell’innovazione nei confronti del mercato sia in innovazione di processo industriale. Il tasso di innovazione dei prodotti sembra essere la principale leva di crescita delle imprese intervistate”.

Organizzazione “Le imprese dotate di un impianto di controllo più sofisticato performano meglio. Un miglior coordinamento dell’organizzazione sembra produrre un effettivo incremento della redditività. In secondo luogo un approccio di sviluppo delle risorse umane basato sulla costruzione di percorsi di crescita su misura per le persone offre risultati crescenti in termini di redditività”.

Internazionalizzazione “Essere presenti sui mercati esteri è sempre più una primaria necessitù. Le imprese che hanno intrapreso tale percorso con scelte strutturali hanno ottenuto risultati più efficaci in termini di internazionalizzazione, ma non necessariamente in termini di crescita dei fatturati.

Innovazione “Le imprese innovano con intensità processi e prodotti, l’innovazione e prevalentemente portata avanti mediante autofinanziamento. L’innovazione dei prodotti sembra essere un essenziale driver della crescita dei fatturati.

 

NENI ROSSINI: “CRESCIAMO, NONOSTANTE TUTTI I LIMITI E I PROBLEMI”

 

“Abbiamo una economia reale”, ha annunciato il Presidente Neni Rossini in Assemblea, prendendo spunto dai dati esposti dal Dott. Selva, “fatta di aziende che occupano migliaia di dipendenti e che per restare competitive investono continuamente e generano fatturati importanti. Approfitto per ringraziare tutte le aziende che ci hanno aiutato in questo progetto, condividendo i loro dati e rispondendo con diligenza ai questionari. Il loro aiuto ci ha permesso di sviluppare questo importante monitoraggio. Dai dati salta agli occhi che è questa economia reale a tenere in piedi il Paese! E queste imprese crescono, nonostante tutte le limitazioni e i problemi di San Marino. Dall’analisi è facile capire dove si dovrebbe intervenire: le nostre aziende investono in risorse umane e assumono ogni anno nuove competenze per svilupparsi, quindi ci aspettiamo che il mercato del lavoro e le politiche di sostegno al lavoro vadano in questa direzione; più si investe in organizzazione interna, formazione e innovazione, più le aziende crescono. Va da sé che, se di vero sviluppo si vuole parlare, occorrono interventi volti a favorirequesti investimenti”. Altro tema, l’utilizzo dei capitali: “Il più delle volte si tratta di capitali propri perché mai come oggi l’accesso al credito è stato tanto impervio. Questo non ha impedito alle nostre aziende di crescere comunque e di raggiungere livelli di redditività di tutto rispetto. Un esempio trainante della volontà, della passione e del coraggio degli imprenditori. È bene ricordare però”, ha avvertito Neni Rossini, “che i dati non si riferiscono al 2018. Anno in cui una nuova patrimoniale ha colpito il patrimonio netto delle società. Patrimonio che, quando manca un sistema bancario efficiente, rappresenta la sua unica prospettiva per finanziare i propri investimenti. Vederla ulteriormente tassata potrebbe spingere gli imprenditori a scelte diverse, di minor capitalizzazione, con effetti negativi sui prossimi bilanci. Speriamo che ciò non accada ma il rischio è alto”.

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