Home FixingFixing Industria 4.0 imprescindibile per poter competere

Industria 4.0 imprescindibile per poter competere

da Redazione

Nuove opportunità da intelligenza artificiale, formazione e Internet of Things. Successo per il convegno di Banca CIS in collaborazione con The European House-Ambrosetti.

convegno Banca CIS Ambrosetti

 

di Daniele Bartolucci

 

“Adattarsi o scomparire. La trasformazione digitale dell’azienda”. E’ questo il titolo del convegno promosso da Banca CIS in collaborazione con The European House Ambrosetti, svoltosi il 28 novembre al Grand Hotel San Marino e che ha attirato diversi imprenditori e professionisti, dall’antica Repubblica e anche dalla vicina Italia. Complice la presenza di relatori d’eccezione, quali Daniele Vacchi (Direttore Corporate Communications di IMA SpA e Segretario Generale dell’associazione Emilia-Romagna Advanced Mechanics and Industrial Automation Technology) e il Prof. Alfonso Fuggetta (docente di Informatica presso il Politecnico di Milano e Amministratore Delegato di CEFRIEL), oltre al Dott. Alessandro De Biasio (Partner, Head of the Strategy Practice, The European House-Ambrosetti) che ha unito i loro due mondi, mettendo in relazione la pratica con la teoria dell’innovativa Industria 4.0, parlando di “Intelligenza artificiale e scelte strategiche: nuovi paradigmi nella competizione tra imprese”.

Ovunque, infatti, si percepisce una fase di intensa accelerazione e di cambiamento. Dopo la stagione del digitale, saranno le applicazioni dell’intelligenza artificiale a guidare la nuova epoca dell’Industria 4.0. Le ‘macchine che imparano’ ridisegneranno i processi aziendali, dal marketing alla produzione. Di questo ne è consapevole anche lo storico gruppo bancario sammarinese, che “nel promuovere un appuntamento a questo livello”, ha spiegato Pier Paolo Fabbri, Vicepresidente di Banca CIS, “intende rappresentare al mondo delle imprese i cambiamenti in atto, così da accompagnarle negli investimenti necessari per avere un ruolo da protagonisti nella competizione internazionale. Abbiamo ascoltato i termini e le prospettive di quella che viene definita la quarta rivoluzione industriale”. Banca CIS, infatti, ha voluto riunire intorno a queste convinzioni i protagonisti del cambiamento, ossia gli imprenditori più innovativi, così da comprendere potenzialità e limiti delle nuove tecnologie digitali, ma anche come sia corretto impostare il processo di trasformazione delle aziende verso il nuovo paradigma. Proprio delle “dinamiche aziendali e le esigenze organizzative e formative per l’industria 4.0”, ha parlato l’imprenditore Daniele Vacchi, che oltre ad essere il Direttore Corporate Communications di IMA SpA è anche Segretario Generale dell’associazione Emilia-Romagna Advanced Mechanics and Industrial Automation Technology, che rappresenta un distretto industriale che fattura 5 miliardi di euro con circa 15.750 dipendenti. Vacchi ha quindi ben rappresentato quel mondo imprenditoriale che già oggi vive questa trasformazione e, anzi, la sta cavalcando, cogliendone tutti i vantaggi.

In rappresentanza del mondo accademico, è poi intervenuto il Prof. Alfonso Fuggetta (docente di Informatica presso il Politecnico di Milano) che ha parlato del “Come ridisegnare l’impresa grazie alle nuove tecnologie digitali”. Il Prof. Fuggetta è anche Amministratore Delegato di CEFRIEL, Consorzio fondato 30 anni fa dal Politecnico di Milano e centro di eccellenza per l’innovazione digitale, cui sono associate anche tre Università, Regione Lombardia e 18 imprese multinazionali. “Le tecnologie digitali sono pervasive e incidono profondamente sulle dinamiche, sulla struttura e sulla missione di ogni impresa”, ha spiegato il Prof. Fuggetta. “Esse sfidano lo status quo e richiedono una reazione decisa e consapevole, sia per evitare di essere tagliati fuori dalla concorrenza, sia – e soprattutto – per cogliere in positivo le innumerevoli possibilità che queste tecnologie offrono per migliorare e innovare prodotti, servizi, processi e il funzionamento stesso dell’impresa. Un’onda maestosa si manifesta di fronte a noi: non possiamo evitarla né immaginare che non ci colpisca. Possiamo solo cavalcarla, sfruttandone e valorizzandone forza e velocità al fine di trarne tutti giovamento”. Ma quali sono le dimensioni e le aree dove tutto ciò si manifesta in modo più netto? “Sottolineerei tre percorsi. Il primo è quello della Data Value Chain. Grazie a IoT, tecnologie di rete e analytics è possibile raccogliere dati, consolidarli, elaborarli e utilizzarli per creare valore, cambiando in modo radicale tutti gli aspetti del funzionamento di un’impresa. Il secondo è quello relativo alla costruzione di ecosistemi digitali all’interno e all’esterno dell’azienda, cioè lo sviluppo di nuove relazioni e rapporti digitali tra le diverse componenti aziendali e tra l’impresa e l’insieme dei suoi partner, clienti, fornitori, interlocutori. Gli ecosistemi digitali sono una straordinaria opportunità per ripensare, rinnovare e rivitalizzare in chiave digitale concetti importantissimi come distretto, filiera produttiva e territorio. Il terzo percorso attiene allo sviluppo del capitale umano e delle capability organizzative che ogni azienda deve sviluppare per essere in grado di perseguire le innovazioni suggerite e in qualche caso imposte dall’avvento delle tecnologie digitali. È quello che chiamiamo Digital Employability. Si tratta di direzioni strategiche”, ha concluso Fuggetta, “con le quali ogni azienda moderna non può evitare di confrontarsi”.

Il Dott. Alessandro De Biasio, del team Ambrosetti, ha poi messo in relazione la pratica con la teoria dell’innovativa Industria 4.0, sottolineando che “viviamo in un’epoca caratterizzata dall’accelerazione esponenziale del cambiamento. I cicli di vita di un’idea, di una soluzione, di un prodotto tendono a comprimersi in modo sempre più rapido. In parallelo, stiamo assistendo ad un fenomeno di convergenza tra settori industriali – reso possibile dalla tecnologia – che rende sempre meno difendibili le posizioni. Spesso, comprendere i confini dell’arena competitiva in cui si è collocati e la fisionomia dei propri competitor è un’operazione complessa”.

“Ma come si compete in questa nuova realtà, così esasperata nelle sue dinamiche di cambiamento?”, ha chiesto De Biasio ai presenti: “Innanzitutto concentrandosi sugli elementi di stabilità che caratterizzano il mercato e l’arena competitiva. Anche nelle situazioni più confuse, esistono sempre punti di aggancio solidi cui aggrapparsi. Scoprirli, però, non è sempre facile. In secondo luogo, gestendo l’evoluzione del patrimonio di competenze aziendali, “prendendo posizione” rispetto alle tendenze future. E’ rischioso? Certamente, ma lo è di più non farlo, perché la costruzione delle competenze distintive richiede tempo. Terzo, occorre ragionare in ottica sempre più sistemica, contribuendo alla costruzione di eco-sistemi (al tempo stesso competitivi e cooperativi) complessi, posti al servizio dei segmenti di clientela capaci di garantire la generazione di valore nel medio e lungo termine. Oggi più che mai la capacità di non concepirsi isolati ma immersi in relazioni di partnership che possono essere definite “costellazioni del valore” appare fondamentale. Le tecnologie digitali, che sono le principali cause di queste dinamiche di cambiamento, sono – se adottate correttamente – anche una possibile risposta, perché supportano efficacemente ognuna di queste dinamiche strategiche, di breve, medio e lungo termine. Occorre però iniziare già oggi”, ha avvertito De Biasio, “ad immaginare un nuovo mondo dove 5G, intelligenza artificiale, machine learning sposteranno l’asticella della nostra conoscenza e, quindi, della competizione tra imprese”.

Al termine degli interventi, come previsto dal format studiato da Banca CIS e The European House Ambrosetti, ampio spazio è stato dato alle domande dei presenti, che si sono poi intrattenuti a discutere di temi più specifici con i tre relatori, avendo a disposizione tali esperienze e competenze. “Non è stata una lezione teorica”, ha commentato Fabbri al termine dei lavori, “ma un incontro fra imprese per parlare delle loro necessità, a colloquio con professionisti che quotidianamente si misurano con ciò che rappresenta l’Industria 4.0. Abbiamo invitato imprenditori sammarinesi ed italiani, crediamo sia stato un momento di confronto e riflessione particolarmente utile a tutti i partecipanti”.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento