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Editoriale: Patrimoniale, un’imposta “imposta” nel tempo

da Redazione

Sembra infatti che attraverso una specifica delega il Governo ne potrà emanare una nuova già nella prima metà del 2019.

patrimoniale

 

di Alessandro Carli

 

Quella che è stata annunciata come una Finanziaria “tecnica” in realtà contiene anche qualche intervento straordinario.

Ad oggi il testo della Legge non è noto ma negli incontri avvenuti con le parti sociali e dalle prime indiscrezioni risulterebbe vera l’intenzione di riproporre una imposta patrimoniale.

Sembra infatti che attraverso una specifica delega il Governo ne potrà emanare una nuova già nella prima metà del 2019.

E’ la stessa maggioranza targata Adesso.sm a darne conferma, ma la giustifica spiegando che si tratta di “un provvedimento straordinario legato espressamente alla necessità dello Stato di tenere in equilibrio i conti pubblici in un momento particolarmente complesso della vita economica del Paese”.

I conti non tornano, insomma, ma questo si sapeva anche prima.

La novità, semmai, è che la nuova imposta straordinaria potrebbe colpire anche gli immobili, in particolare quelli che non costituiscono attività d’impresa.

Al di là degli interventi specifici, su cui siamo certi ci sarà un confronto serrato con le parti sociali, è evidente che il Governo continua ad aumentare la pressione fiscale di anno in anno, mentre non agisce con altrettanta puntualità sulla riduzione della spesa corrente.

Sentire parlare di una nuova patrimoniale quando i cittadini e le imprese non hanno ancora finito di pagare quella del 2018 (la scadenza è prevista per il 30 novembre), fa riflettere.

E preoccupare: se non ci saranno inversioni è prevedibile che le patrimoniali diventino permanenti. L’unica strada per evitarle è recuperare risorse con una rigorosa spending review e se si vogliono aumentare le entrate, queste devono arrivare dallo sviluppo. Per la crescita, semmai, servirebbero interventi straordinari. Piuttosto sarebbe opportuno mettere in campo vere politiche dedicate alla crescita. Favorire cioè lo sviluppo del Paese attraverso l’attrazione di nuove attività imprenditoriali e la conseguente implementazione dell’occupazione.

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