La “UEFA Nations League” non è solo match tra i top team del calcio europeo. In campo non vediamo esclusivamente palloni d’oro e squadre plurititolate. È vetrina internazionale anche per le rappresentative di piccoli stati e federazioni sportive. Quelle senza milioni di tesserati alle spalle. Soprattutto, lo è per i giovani talenti, i prospetti considerati con maggiore margine di crescita. Ragazzi, ancora poco noti al grande pubblico del football, su cui punta però l’attenzione dei tecnici. Uno di loro è il numero 1, il portiere, della selezione di San Marino: Elia Benedettini (classe 1995), attualmente tra i pali del Novara (C1 italiana), è cresciuto nella scuola portieri “Numero Uno” di Giuseppe De Fidio, per poi passare alle giovanili del Cesena e spiccare il salto nel professionismo, lo scorso anno in serie B, sempre con il Novara.
Il calcio non è scienza esatta ma le sue statistiche e le prestazioni di Benedettini nel girone D di “Nations League” con la maglia biancoazzurra, hanno acceso l’attenzione di osservatori e media. Il tedesco Michael Skibbe, attuale CT della Grecia, alle spalle panchine in Bundesliga con Bayern Leverskusen, Eintracht Francoforte e Herta Berlino, lo ha inserito (noz.de/sport/) tra i tre più promettenti giovani del girone. A colpire Skibbe i numeri e le percentuali raccolte da Benedettini: in 6 partite ha parato 41 tiri nello specchio della porta. Come ricorda il sito UEFA (www.uefa.com), l’ultimo match della nazionale sammarinese con la Bielorussia si è chiuso con un passivo di sole due reti per la Repubblica della Libertà, proprio per la sua ottima prestazione. Non è quindi casuale che dal Portogallo il sito di informazione, score e statistiche di rendimento “GoalPoint” (goalpoint.pt), lo collochi tra i 10 talenti emergenti della “Nations Legaue”.
Del resto, per Elia Benedettini il lavoro del numero 1 è un vero e proprio affare di famiglia. Ha seguito le orme dello zio “Gigi”, da cui ha raccolto il testimone a guardia della porta della nazionale del Titano. Quel “Gigi” Benedettini passato allo storia del calcio sammarinese per avere parato un rigore al fuoriclasse inglese David Platt nel primo match mai giocato dalle due rappresentative. La porta, febbraio 1993, era quella del tempio del calcio mondiale: Wembley. Secondo i tecnici Elia Benedettini esprime in pieno le caratteristiche e potenzialità del modo contemporaneo di interpretare il ruolo del numero1. Grandi doti fisiche, 1,90 d’altezza e 90 kg di peso, grande potenza e buona reattività.
“Elia è un portiere moderno con una naturale predisposizione per le uscite alte. Gesto fondamentale nel calcio dei nostri giorni” spiega Giuseppe De Fidio, direttore della scuola per giovani portieri “Numero Uno”, in cui si è formato anche Mattia Perin, attuale portiere della Juventus. “Ritengo debba ancora migliorare sul piano dell’agilità, una qualità comunque facilmente allenabile, che gli permetterebbe ulteriori miglioramenti. Sulle palle alte, invece, azione che richiede gesti tecnici complessi e più difficili da allenare, ritengo sia già pronto. Un aspetto, questo, non di poco conto in un calcio sempre più deciso dalle palle inattive, dove il portiere deve essere sempre in grado di intervenire e rappresentare una costante guida e aiuto per il reparto difensivo”.