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“ALLAPARI”, per promuovere la sicurezza personale femminile

da Redazione

Si è concluso il corso di Cassa di Risparmio organizzato assieme alle Istituzioni. Le parole di una parte delle partecipanti, tutte soddisfatte: “Ora sappiamo come difenderci”.

Carisp Alla pari

 

di Alessandro Carli

 

“ALLAPARI”, senza spazio. Per annullare i “generi” e allo stesso tempo, come ha spiegato il Direttore Generale di Cassa di Risparmio Dario Mancini, per “affrontare attivamente il tema della sicurezza personale femminile, sostenendo e proponendo attività che possano migliorare la percezione e le conoscenze in materia di difesa personale”. Il primo corso organizzato in Repubblica, realizzato da Cassa in concerto con l’Authority Pari Opportunità e la Commissione Pari Opportunità di San Marino e in partnership con le Segreteria di Stato agli Affari Esteri e alla Sanità, ha fatto centro: 50 donne iscritte suddivise in due corsi, a testimoniare l’attenzione e la sensibilità – sia dell’istituto bancario che delle stesse corsiste – verso questa delicata tematica sociale e, purtroppo, estremamente attuale. Un progetto che, calendario alla mano, si presenta come un fil rouge: partito a ottobre (il mese dedicato alla prevenzione della donna), si concluderà a novembre, più precisamente nella settimana della giornata mondiale contro la violenza sulle donne (25 novembre). Un corso di “raccordo” quindi, quasi a volerci dire che l’attenzione deve sempre essere ai massimi livelli e soprattutto “destagionalizzata”.

 

LE SEI LEZIONI


Carisp teoria


Un percorso scandito da sei appuntamenti, due di natura più tecnica e che hanno visto la partecipazione del Corpo della Gendarmeria e di Laura Muratori, psicologa e psicoterapeuta nonché componente dell’Authority Pari Opportunità, e quattro invece di “pratica”, tenute dall’istruttore Giacomo Bologna nella palestra Fesam a Fiorentino.

Siamo andati quindi “sul campo” per raccogliere impressioni, riflessioni e pensieri di una rappresentanza delle partecipanti.

 

“MI SONO ISCRITTA PERCHÉ”

 

Nel breve tempo che separa l’uscita dallo spogliatoio all’inizio delle lezioni, la carta e la penna sono strumenti meno “aggressivi” rispetto a un microfono e a una telecamera.

“Il corso è andato molto bene – racconta Alice Grifoni, 35 anni -. È abbastanza faticoso, la sera quando torno a casa ho le braccia distrutte – aggiunge sorridendo -. Bisogna essere preparati, soprattutto dal punto di vista fisico e da quello del fiato. Pensavo di avere più forza, e invece…”.

Alice, come Elisa Rastelli e tutte le altre partecipanti che ci hanno rilasciato le loro impressioni, sono concordi su un aspetto. Compatte e unite come opliti (la simbolica e valorosa falange greca composta da cittadini-soldato in difesa della polis), parlano di un corso che “consigliano a tutte le donne”. Elisa Rastelli, 43 anni, si è iscritta “per curiosità. Non avevo mai fatto un corso di autodifesa. Io e altre amiche abbiamo deciso di frequentarlo. È stato divertente anche se impegnativo. Credo che sia importante essere preparate ad affrontare un’eventuale aggressione. È un tema, a mio parere, molto attuale e che deve essere approfondito”.

“Oggi è utile avere una minima consapevolezza quando ci si muove – racconta Ilenia Leardini, 19 anni -. Studio a Padova e come molte mie coetanee universitarie esco la sera. Credo che sia fondamentale che le ragazze si sappiano difendere in caso di aggressione. È importante, da quanto ho capito al corso, saper fare poche cose ma saperle fare bene: è quel ‘poco’, spesso, a fare la differenza”.

Francesca Pragliola, 47 anni, è stata spinta “dalla curiosità. Era un corso che volevo fare sin da bambina ma non avevo tempo. Ho deciso di partecipare per essere più sicura di me stessa. Qualche corsista già la conoscevo, altre invece le ho incontrate qui, e abbiamo fatto ‘squadra’. È mia intenzione proseguire questo percorso, anche in maniera privata, coinvolgendo anche i miei due figli”.

Rita Righi e Sabrina Riccio sono mamma e figlia. “Un corso utile, ma anche un’occasione per fare qualcosa insieme” sottolineano. “Conoscevo già Giacomo, l’istruttore” aggiunge Rita “e mi era piaciuto il suo modo di insegnare”.

Elisa Montanari, classe 1981, il corso se lo aspettava proprio così. “Le aspettative sono state pienamente confermate. Le lezioni mi hanno dato più consapevolezza sia del problema sociale che delle possibilità che abbiamo per difenderci. Oggi sappiamo cosa fare in caso di bisogno”.

Per Paola Piccioni, 44 anni, “l’argomento mi incuriosiva da diversi anni ma non trovavo un corso ad hoc. Con sei lezioni complessive abbiamo imparato l’essenziale. Oggi abbiamo quella prontezza e quell’occhio in più in grado di capire e ‘leggere’ le eventuali situazioni di pericolo”.

“Ho deciso di partecipare al corso perché mi è sembrata una buona opportunità offerta dalla mia banca” dice Maria Cristina Conti. “Sono soddisfatta anche se forse sarebbero servite più lezioni. Abbiamo avuto un’infarinatura, importante, piccole tattiche e tecniche per saper gestire un’emergenza e saperci difendere in maniera adeguata”.

 

MARK ERCOLANI: “L’INTENZIONE È QUELLA DI AMPLIARE LA PROPOSTA ANCHE AD ALTRE FASCE SOCIALI”


“La risposta ha superato le nostre aspettative”. Mark Ercolani, il promotore del progetto sammarinese e responsabile Marketing & Pianificazione Commerciale di Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino, è soddisfatto. “Abbiamo avuto richieste anche dal circondario, a testimonianza dell’attenzione che suscita questa tematica”.

Un entusiasmo che ha coinvolto sia le partecipanti che gli stessi organizzatori. “Un primo ciclo di ‘ALLAPARI’ – ricorda il responsabile Marketing & Pianificazione Commerciale di Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino – lo abbiamo dedicato, in primavera, alle dipendenti del nostro istituto bancario: un’esperienza che ci è servita per mettere in campo una serie di ulteriori accorgimenti che lo hanno reso ancor più qualificato per i corsi successivi” spiega Mark Ercolani.

“Non è stato facile organizzarlo – ammette – soprattutto per le tempistiche. L’intenzione è comunque quella di replicare il corso, cercando di evolverlo anche in base ai feedback che abbiamo ricevuto. Siamo ben consapevoli che non si tratta di un ‘prodotto finito’. Lavoreremo, sempre in concerto con le realtà istituzionali – che ci hanno creduto dall’inizio – per ampliare la proposta, declinandola in base alle necessità e rivolgendoci, con un altro progetto parallelo, ad altre fasce sociali per contribuire insieme alle istituzioni a sensibilizzare a tutto tondo la cittadinanza sul tema, delicato ed estremamente attuale, della sicurezza personale”.

 

Carisp Ercolani

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