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Imprese sempre più green ma non lo comunicano

da Redazione

Legambiente: “Solo l’11% attiva una politica di comunicazione”. Italia, rifiuti marini: in sei mesi ne sono stati recuperati quasi 5 tonnellate.

 

La comunicazione ambientale ha un ruolo sempre più importante nel panorama italiano sulla scia non solo della crescita della sensibilità green da parte della popolazione, ma anche del sentiment delle imprese: le aziende italiane, infatti, si mostrano sempre più sensibili al tema della sostenibilità ambientale, come emerso anche da una recente indagine dell’Osservatorio Permanente su Sostenibilità e Comunicazione promossa dalla Società Italiana di Comunicazione. Se ne è parlato nel corso dell’incontro dedicato alla comunicazione ambientale che si è tenuto a Ecomondo di IEG, organizzato da FIMA e Ecomondo. Una delle questioni emerse nel corso della tavola rotonda riguarda proprio la crescente necessità di comunicare l’impegno del mondo economico nei confronti dell’ambiente. Un impegno documentato sempre più spesso dai bilanci di sostenibilità che però ancora stentano ad essere comunicati efficacemente verso l’esterno. Solo l’11% delle aziende ha una politica di comunicazione verso l’esterno delle proprie performance economiche, ambientali e sociali, è emerso dalla ricerca dell’Osservatorio del Sic.

 

RACCOLTE 4,8 TONNELLATE DI RIFIUTI MARINI


In sei mesi sono state recuperate 4,8 tonnellate di rifiuti, la maggior parte dei quali in plastica e in particolare sotto forma di oggetti monouso. E’ il risultato dei primi dati dei progetti sperimentali del “fishing for litter made in Italy”, progetto volto rendere evidente l’urgenza del problema dei rifiuti marini. I dati sono stati presentati da Legambiente nell’ambito del partecipatissimo convegno “Plastica monouso e rifiuti marini nel Mar Mediterraneo: problemi e soluzioni”.

Nell’arcipelago toscano, da maggio a settembre 2018, sono state 1,8 le tonnellate di rifiuti raccolte dai fondali marini. Altre 1,6 tonnellate sono state recuperate a Terracina (Lt) nel Lazio, in due mesi di attività.

Passando dal Tirreno all’Adriatico, anche a Manfredonia, in Puglia, va in scena questa particolare attività di pesca a strascico: oltre a catturare pesci, i pescatori sollevano infatti rifiuti di ogni tipo, dalle reti per la coltivazione delle cozze a bottiglie di plastica, addirittura pneumatici. In una sola giornata sono stati oltre 390 i chili di rifiuti riportati a terra. A Porto Garibaldi (Fe), in Emilia-Romagna, a oggi si contano già 23 giornate di questo tipo che hanno portato al recupero di oltre una tonnellata di rifiuti.

“Il settore della pesca è il più minacciato dal problema del marine litter, ma anche quello che può ricoprire un ruolo da protagonista nella pulizia del nostro mare, proprio come dimostrano le attività di ‘fishing for litter’ che stiamo contribuendo a moltiplicare lungo le coste italiane” ha dichiarato Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente.

“L’Italia giochi un ruolo da protagonista nella lotta al marine litter approvando subito una legge nazionale sulle plastiche monouso e per consentire ai pescatori di fare gli spazzini del mare” è l’appello lanciato da Legambiente nel corso del convegno riminese.

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