Home NotizieSan Marino Consiglio Grande e Generale: la costituzione della società “Public NetCo”

Consiglio Grande e Generale: la costituzione della società “Public NetCo”

da Redazione

Nell’ultimo giorno della sessione consiliare il clima si distende nel dibattito sulle telecomunicazioni. il report di San Marino News Agency.

 

SAN MARINO – Dopo gli scontri avuti nei giorni scorsi in comma Comunicazioni e sul nodo della giustizia (concluso ieri in seduta notturna con l’ok da parte della maggioranza all’invio dei verbali all’Avvocatura di Stato), nell’ultimo giorno della sessione consiliare il clima si distende nel dibattito sulle telecomunicazioni. Come da ordine del giorno, i lavori si aprono infatti al Comma 18 che affronta due punti: 1) la ratifica del Decreto delegato n.109 che prevede la costituzione della società “Public NetCo” e dell’Autorità ICT; 2) La nomina dell’Autorità della tecnologia dell’informazione e della Comunicazione (ICT).

Nel suo intervento illustrativo al Decreto, il Segretario di Stato Andrea Zafferani spiega l’importanza dell’introduzione di “una autorità a garanzia nel mercato delle Tlc della Repubblica di San Marino” per il superamento del monopolio del settore. E proprio sulla regolamentazione, definizione e composizione dell’Authority ICT, nelle scorse settimane, chiarisce di aver aperto il confronto con tutte le forze politiche, opposizione inclusa. Il Segretario di Stato illustra anche le funzioni di Public NetCo, società al 100% pubblica, che “dovrà interfacciarsi all’Aass, proprietaria della Rete, e agli operatori che ne usufruiranno”. Scende poi nei dettagli del business plan e dei costi calcolati su un orizzonte temporale di 25 anni: “Sulla base delle condizioni di mercato di questi settori- chiarisce- si è stimato un costo iniziale e per la manutenzione della rete di 80-90 mln di euro, a fronte di ricavi per 135 mln di euro”. Ma sono proiezioni, chiosa. I costi immediati sono comunque più bassi, circa 6-7 mln di euro. E il progetto non partirà, assicura Zafferani, senza un pre-contratto firmato da almeno un nuovo operatore, come previsto dal Memorandum con il partner tecnologico Zte. Con il pre-accordo infatti “c’è un ritorno immediato di 2-3 mln di euro- spiega- per il servizio di gestione della rete”. Il Segretario anticipa poi che il piano Polab- e quindi l’ubicazione sul territorio delle antenne per la telefonia mobile- sarà rivisto alla luce dell’ingresso nella partita di Aass. Infine Zafferani offre disponibilità a compiere un riferimento dettagliato in Commissione Finanze sullo stato dell’arte delle Tlc e sugli accordi in essere.

Nel dibattito, l’inquilino di Palazzo Mercuri incassa il plauso dei consiglieri di maggioranza per il decreto ma anche quelli di minoranza, in particolare per aver condotto il confronto sulle Tlc in queste settimane allargato a tutte le forze politiche. Dalle file del Pdcs viene sollecitato a fornire un riferimento più dettagliato in Commissione Finanze sui contenuti del Memorandum con Zte e sul business plan. “Per uno Stato con un indebitamento importante- manda a dire Francesco Mussoni- mi pare serva più attenzione nell’investire 135 o 90 mln di euro. Facciamo un bel confronto su numeri e business plan, se i conti tornano ben venga”. Concluso il dibattito, il decreto 109 viene ratificato e si procede alle nomine dell’Authority ITC: sono approvate quella dell’opposizione (Stefano Mele)e i due nominativi della maggioranza (Daniele Cutolo e, come presidente, Gianni Orlandi).

L’Aula procede con il Comma 19 e la ratifica dei Decreti Delegati: dopo il via libera a quelli scorporati si esaminano e ratificano tre decreti in tema di recepimento delle direttive europee per l’attività finanziaria: il n. 110 “Disposizioni in materia di sistemi di indennizzo degli investitori in recepimento della direttiva 97/9/CE “, il n. 112 “Disposizioni in materia di risanamento e liquidazione degli enti creditizi in recepimento della direttiva 2001/24/CE” infine il 113 “Disposizioni in materia di contratto di garanzia finanziaria in recepimento della direttiva 2002/47/CE”.

Si apre così il Comma 9, con il Progetto di legge in seconda lettura di iniziativa legislativa popolare “Regolamentazione delle Unioni Civili”su cui si apre il dibattito, nel corso del quale Davide Forcellini, Rete, presenta un ordine del giorno sottoscritto dai gruppi di Dim, Psd e Ps per integrare l’articolo 4 della Dichiarazione dei diritti dei cittadini e dei principi fondamentali dell’ordinamento sammarinese. La seduta si interrompe e il dibattito e l’avvio dell’esame dell’articolato proseguiranno in seduta notturna.

Di seguito un estratto degli interventi della seduta pomeridiana.

Comma 18.

a) Ratifica Decreto Delegato 30/08/2018 n.109 “Disciplina dei servizi pubblici di telecomunicazioni – Costituzione della società “Public NetCo” e della “Autorità ICT” b) Nomina dell’Autorità della Tecnologia dell’Informazione e della Comunicazione

Andrea Zafferani, Sds Industria

Con l’istituzione di una Authority per le telecomunicazioni il decreto finalmente prevede l’introduzione di una autorità a garanzia nel mercato delle Tlc della Repubblica. Ad oggi il quadro regolamentare sulla materia è scarno ed è basato per lo più sull’azione della Segreteria di Stato politica, cosa che non garantisce imparzialità agli operatori. Si è ritenuto così fondamentale realizzare l’Autorità tlc e il decreto definisce in modo dettagliato cosa deve fare, le dà ampie e dettagliate funzioni. Si demanda inoltre all’Authority un regolamento attuativo delle funzioni che ne disciplini meglio il funzionamento, quindi nella sua prima fase di vita ci sarà un lavoro regolamentare importante che sarà recepito da decreti. Sono contento che si è potuto lavorare in queste settimane anche con i gruppi di opposizione e che le tre persone da indicare per l’Authority abbiano profili con competenze diverse e complementari, spero le proposte possano avere ampio consenso. Abbiamo fornito all’aula i curricula, spero si possa arrivare a una nomina ampiamente condivisa. Abbiamo deciso lunedì scorso, con delibera del congresso, i compensi, li abbiamo presi pari pari a quelli dell’Autorità per la regolazione dei servizi pubblici ed energia, senza disparità.

Su Public NetCo: questo intervento crea la parte che mancava per realizzare al meglio il progetto Tlc, ovvero avere una società che si interfacci all’Aass, proprietaria della Rete, e agli operatori che ne usufruiranno, con logiche privatistiche e di mercato. Sarà interamente partecipata dall’Azienda dei servizi, abbiamo preferito non avere privati nella società, in modo che tutti gli utili vadano all’Aass che è parte attiva del progetto.

C’è poi corrispondenza tra l’avvio del progetto e la chiusura dell’accordo preliminare con un nuovo operatore. Non si partirà infatti con il progetto prima di avere un pre-contratto scritto con almeno un operatore per non spendere soldi senza un guadagno certo. La quantità dell’investimento: la storia dei 90 mln di euro dei costi previsti ha creato polemiche strumentali. C’è un business plan, lo richiedeva il Memorandum con Zte e una manifestazione di interesse scritta da parte di almeno un operatore, in questo caso ‘3’, sono arrivati entrambi. Il business plan è elaborato su un orizzonte temporale di 25 anni, e su questo orizzonte si è argomentato, sulla base delle condizioni di mercato di questi settori, che un costo iniziale e per la manutenzione della rete potesse essere di 80-90 mln di euro, a fronte dei quali si sono stimati ricavi per 135 mln di euro. Qualcuno ha sorriso su questa cifra. Sono proiezioni, scenari che ovviamente non sono la bibbia. I costi immediati sono enormemente più bassi di 90 mln di euro. Sono sempre disponibile a fare un riferimento dettagliato in Commissione Finanze, riferimento che alcuni consiglieri di opposizione hanno chiesto, ma mi risulta non ci sia mai stato tempo. Non appena possibile fornirò tutti i dati del caso, oggi dirò qualche linea: sono 6-7 mln di euro i costi immediati della rete mobile. Con il preaccordo ‘è un ritorno immediato di 2-3 mln di euro per il servizio di gestione della rete. Il resto sono proiezioni. Queste sono novità, rispetto gli investimenti da tempo accantonati e previsti dall’Aass sulla fibra ottica. Sulle ubicazioni dei siti delle antenne per la rete mobile è possibile intervenire: si sta pensando a una revisione del piano Polab, ora che l’Aass è parte della partita, è infatti possibile utilizzare sue strutture. Con Zte il progetto non è andato avanti: aspettavamo l’istituzione dell’Authority e la messa in funzione di NetCo. Dopo la nomina sono convinto si possa accelerare, percèh Zte sarà partner tecnologico della partita. Gli emendamenti contengono modifiche non sostanziali al decreto, ringrazio i gruppi consiliari per i confronti positivi degli ultimi mesi.

Matteo Ciacci, C10

Obiettivo di Adesso.sm è creare un settore delle Tlc efficiente, per farlo è necessario creare concorrenza in territorio. Se vogliamo concorrenza, bisogna che si giochi sulla base delle regole di enti terzi, che vigilino sugli operatori. E’ un settore che sta facendo passi avanti, ma ha anche bisogno di innovarsi in modo repentino. Il percorso quindi prevede di avviare un percorso concorrenza nel settore, rispettando l’operatore esistente. L’Authority è il punto focale per vigilanza, controllo e sviluppo. Il nostro movimento C10 da sempre si batte per costituire un organo terzo che possa regolamentare settore tlc. Esprimiamo grande soddisfazione per l’istituzione di questo organismo. D’altra parte abbiamo la public company, per l’impegno preso sullo sviluppo delle tlc. La public company che sarà al 100% dello Stato, grazie alla importante collaborazione con l’Azienda dei servizi. L’infrastruttura quindi è dello Stato, gli operatori per ‘entrare’ pagano per usufruirne. E’ l’impegno che ci siamo presi e la Public NewCo persegue questo risultato. L’impegno con Zte va avanti. Zte è un fornitore, ed un colosso cinese che ha avuto la possibilità di interfacciarsi con il nostro Paese, per noi è un vanto che non possiamo farci scappare. La Newco avrà una infrastruttura pubblica ad alto valore aggiunto e gestirà il suo utilizzo che si interfaccerà con gli operatori. Stiamo portando avanti obiettivi programmatici, avere al nostro fianco un partner come Zte ci consente di aggredire il mercato e capire dinamiche di innovazione e sviluppo. Alla base c’è un business plan prudente, ci sono costi parallelamente compensati da impegni precisi previsti dall’Accordo con Zte che prevede un contratto preliminare con almeno un operatore e consente di poter raggiungere la concorrenza. Con l’ingresso di un nuovo operatore in territorio, ci sarà incasso per lo Stato. Le Tlc che devono funzionare ma anche generare utili per lo Stato. Quindi ci saranno sì costi, ma anche entrate, entrambi certi. Il progetto parte nel momento in cui sussiste un contratto preliminare con un operatore e anche io sono positivo che ciò avvenga.

Alessandro Bevitori, Ssd

Questo progetto è estremamente importante per la Repubblica, non solo perché deve risolvere l’annoso problema dei telefoni che non funzionano. Costituisce un volano per molti altri ambiti, a partire da quello turistico, risolve- per esempio- il problema del roaming per i visitatori. Ci sono possibilità che possiamo sviluppare con nuove tecnologie, lo stesso operatore attivo a San Marino, Telecom San Marino, ha sperimentato il 5G e andiamo ad essere il primo Paese interamente 5G nel mondo. A dimostrazione che dobbiamo portare avanti il solco intrapreso. Nelle Tlc è possibile raccogliere importanti risorse nelle casse pubbliche.

Iro Belluzzi, Psd

Esprimo il mio compiacimento per un progetto iniziato e non portato avanti nella precedente legislatura perché il governo era caduto. L’impostazione di una rete unica è da sempre condivisa dal Psd, che non fosse solo quella legata alla fibra, ma anche alla telefonia mobile. Il partner Zte era già stato incontrato, un plauso al Segretario che ha portato avanti il confronto per realizzare la partnership con un soggetto internazionale. A quel tempo c’erano grosse frizioni per il piano Polab, fortemente sponsorizzato da Ap. Complimenti al Segretario che è riuscito a spostare la maggioranza su una posizione che sarà di grande utilità, non solo in termini di ricadute economiche, ma per la sicurezza e connessioni con le reti del resto del mondo. Positivo che si possano avere più concessioni, importante anche in termini di costo delle tariffe.

Marco Gatti, Pdcs

Le Tlc sono un settore su cui San Marino può investire molto, è un settore complesso, e come Stato abbiamo iniziato investimenti nelle infrastrutture tlc nell’ultimo decennio, per le reti in fibra della Pa e creando condizioni per avere una rete in fibra ottica che copra tutto il territorio, obiettivo ambizioso e indispensabile per la nostra economia che, se vuole diventare attrattiva, deve offrire qualcosa di più come infrastruttura in fibra ottica, che a sua volta crea le condizioni per una seconda infrastruttura tlc, le antenne wi-fi.

Anche se l’Authority è sicuramente importante e serve per i controlli del settore, partiamo dalla costituzione di una società della quale io personalmente non ho visto nei documenti quali finalità avrà. Fino ad oggi c’era un’azienda che aveva investito nelle infrastrutture, qui viene costituito um soggetto ad hoc. Che tipo di servizio intendiamo lanciare, che partner- oltre Zte- vogliamo approcciare perché il piano possa avere successo? L’investimento che noi faremo- condivido che sia a farlo lo Stato- ma come è stato studiato? Affinchè sia un investimento libero, abbiamo studiato contratti con Zte che ci danno la possibilità di usare in futuro tecnologie di altri partner o siamo obbligati a restare legati a Zte? Sarebbe interessante capire come questo progetto è stato affrontato.

Marina Lazzarini, Ssd

E’ importante per uno Stato come San Marino essere proprietario di infrastrutture fondamentali, tra queste le reti di telecomunicazione. I decreti che oggi si stanno affrontando vanno nel senso delle direttive del programma di coalizione anche in questi settori. Il ritorno dell’investimento sarà molto veloce per quanto riguarda nuovi operatori, il precedente piano Polab sarà rivisto, la collocazione delle antenne nella loro collocazione andrà quindi rivisitata dall’autorità Tlc, la pubblic newco si confronterà con tutti i soggetti operatori. Sono contenta di un progetto che consente al nostro Stato di superare il monopolio di un unico operatore.

Alessandro Mancini, Ps

Riconosco il lavoro del Segretario Zafferani nel coinvolgere le forze di opposizione per giungere a una nomina dell’autorità più condivisa. L’argomento Tlc è importante e per un paese piccolo come il nostro lo è ancor di più. Non so se si arriverà mai da avere un’autonomia energetica, ma avere autonomia nelle tlc è un valore aggiunto per la nostra sovranità e indipendenza. Questo decreto delegato purtroppo è figlio di una vecchia legge del 1988, in una materia in cui l’evoluzione tecnologica necessita di aggiornamento tutti i giorni. Comunque si va a riorganizzare tutto il settore e ad introdurre l’Autorità garante per l’erogazione di servizi e per la loro qualità. Dall’altra parte viene costituita la società Newco che avrà nei suoi principi fondativi l’impegno di gestire la rete pubblica. Una cosa quindi saranno i gestori, che potranno avvalersi dell’infrastruttura, e mi auguro siano quanti più possibili in regime di concorrenza, altra cosa è l’infrastruttura che deve essere e rimanere pubblica. E’ giusto che sia data in capo all’Aass e che l’Aass resti pubblica. Non a caso in questi mesi abbiamo proposto un quesito referendario che va a rafforzare questo principio. Per una volta, Segretario, anche le opposizioni le fanno i complimenti.

Dalibor Riccardi, Indipendente

Anche io ringrazio il Segretario per la modalità, inusuale per questo governo, di collaborazione con cui è stato portato in Aula questo decreto che introduce sicuramente possibilità migliorative per operatori privati e per chi utilizza servizi di tlc. L’unica osservazione da fare è sull’investimento. Lo Stato deve investire su se stesso, ma basarsi su investimenti con ritorno certo. Sul ritorno certo di un investimento da 90 mln di euro, rispetto ad un territorio ristretto come il nostro, non ne sarei così sicuro. In questo momento particolare del Paese, andare a investire su qualcosa rispetto cui non siamo sicuri di un ritorno paritario, è un rischio. Ma si rischia almeno per qualcosa che potrà migliorare il servizio. Mi auguro i valori che lei fa sul business plan riescano ad essere mantenuti.

Pier Luigi Zanotti, Rf

Un sistema aperto alla concorrenza e dinamico non può più dipendere da una segreteria politica, ma da un organismo come l’autorità che risponda all’esigenza di neutralità e sia formata da persone di alto profilo. I curriculum selezionati per l’Authority sono di persone con esperienza, che hanno lavorato all’Agcom in Italia. Sottolineo il buon clima degli incontri avuti con i gruppi di opposizione, è stato fatto un buon lavoro.

Lorenzo Lonfernini, Rf

Siamo tutti consapevoli quanto sia importante una rete Tlc efficiente, in un Paese che si dichiara moderno e vuole basare su queste infrastrutture strategiche le sue direttive di sviluppo. Rimanere indietro su queste infrastrutture vuole dire compromettere la possibilità di sviluppo. Noi salutiamo favorevolmente un progetto che va avanti con buona condivisione da parte di tutta l’Aula consiliare. I costi: ci sono investimenti importanti, per larga parte stanziati negli anni scorsi, in particolare per la cablatura della fibra ottica Aass ha stanziato un investimento pluriennale, questo ci sta, è una priorità per il nostro paese. A questi si aggiungono investimenti immediati intorno 9-10 mln per la rete mobile. La raccomandazione che faccio al governo e all’Azienda è quella di un continuo controllo e feedback sul fatto che il business plan redatto si mantenga in linea con quelli che sono i ritorni economici previsti. Tutti sappiamo quale siano il momento del Paese e le sofferenze del bilancio dello Stato, a maggior ragione serve attenzione ai costi affinché non lievitino e restino sotto controllo. Importante poi che la rete resti in capo allo Stato.

Francesco Mussoni, Pdcs

Qui stiamo parlando di un investimento di oltre 90 mln di euro, e se confrontiamo questo dibattito tranquillo e sereno a quelli che facciamo su banche, finanza, spending review, etc. forse c’è qualcosa che non va. Va bene finchè ratifichiamo il decreto, nominiamo l’Authority. Ieri il mio partito attraverso una interpellanza ha chiesto conto sugli investimenti e sul business plan. Lei Segretario parla di un investimento pari a 135 mln e di entrate sicure, noi vorremmo studiare per benino il progetto in commissione Finanze, mi sembra ci si sia approcciati- spero di no- con superficialità. Sicuramente è un investimento infrastrutturale fondamentale per lo Stato, ma non si può affrontare con questa scontatezza questo tipo di progetto. Complimenti per il lavoro fatto su nomine e regolamentazione, mettiamo un punto sulla realizzazione degli obiettivi. Per uno Stato con un indebitamento importante, mi pare serva più attenzione nell’investire 135 o 90 mln di euro. Facciamo un bel confronto su numeri e business plan, se i conti tornano ben venga.

Davide Forcellini, Rete

Nei confronti precedenti avuti con la Segreteria, come gruppo abbiamo presentato le nostre domande. Siamo favorevoli al coinvolgimento dell’Azienda e alla modifica rispetto il piano originario Polab. Rispetto al discorso dell’investimento: bene sia un investimento quando riguarda un settore così importante, bene che arrivi dopo anni in cui le tlc sono rimaste molto indietro, altrettanto importante è il fatto che comunque l’infrastruttura resti pubblica, come da quesito referendario che stiamo promuovendo. Unico neo che possiamo rilevare è il fatto che quando si fa un investimento così importante, siccome ci siamo impegnati con 90 mln di euro, è bene capire e avere un’analisi costi-benefici. Questo approccio necessariamente tecnico deve passare: il Paese deve avere in mano strumenti tecnici su benefici e costi. Sicuramente questo progetto ha il fine di aumentare l’indipendenza dai paesi limitrofi ed è su questa direzione che dobbiamo spingerci.

Pasquale Valentini, Pdcs

La sostenibilità economica del progetto non può avere una durata di 25 anni, serve un’arco temporale più limitato, di 3-5 anni, se vogliamo dare le gambe a un progetto che è positivo. Ci aspettiamo benefici spalmati su tutto il territorio, poi portare l’efficienza di questo settore come elemento di attrattività e competitività, la capacità di costruire un’effettiva authority con autonomia nelle sue funzioni e di instaurare rapporti corretti in cui la politica fa il suo ruolo e l’autorità il suo. C’è poi possibilità di creare competenze. Tutto questo non è secondario rispetto percorsi di integrazione che il paese sta facendo. Il tema dei monopoli sarà sul tavolo del negoziato ed è importante che San Marino chiarisca come intende i servizi, sarà molto importante avere elementi di chiarezza.

Oscar Mina, Pdcs

Su questo decreto, il Segretario ha dato disponibilità al confronto che mi conforta perché ciò possa avvenire anche su altri temi, oltre che questo settore strategico per San Marino. Il confronto mi ha dato la possibilità di valutare l’entità degli aspetti tecnici per regolamentare la disciplina dei servizi pubblici tlc, la costituzione della Newco e dell’Autorità e la sua nomina. Nel decreto ho accolto positivamente la diversificazione di una nuova Authority rispetto a quella della regolazione dei servizi pubblici. Sul decreto ci sarà qualche modifica e l’accoglimento di proposte, spero diventi il modus operandi di ogni tema. Sottolineo le finalità del decreto: la regolazione dei servizi Tlc, la vigilanza a garanzia attuata da un organo indipendente e infrastrutture dedicate alle tcl. Poi la pubblic newco, di cui Aass sarà supporto, per la parte materiale di realizzazione e gestione dei servizi per operatori. Il Pdcs ha presentato interpellanza a scopo informativo per avere chiarezza sul business plan con Zte e sull’avvento di un nuovo operatore. Sui profili dell’authority: ne erano arrivati una dozzina, siamo arrivati a definire la nomina che faremo a seguito di questo dibattito.

Giuseppe Maria Morganti, Ssd

Il Segretario di Stato Zafferani ha trovato sostegno da parte di tante forze, ciò indica che è e che siamo sulla strada giusta. Non possiamo permetterci di fare passi sbagliati. Il punto fermo: la rete deve essere pubblica e gli operatori possono essere privati. Contemporaneamente c’è un fattore chiave su cui occorre discutere e che oggi non è neanche alla nostra portata, dato che non conosciamo tutti gli sviluppi possibili della tecnologia nel medio-lungo periodo: bisogna essere al passo con gli altri Paesi e sperimentale innovazione. Per questo si deve aprire una riflessione per sviluppare a San Marino un centro ricerca su questo specifico argomento in collaborazione con l’università, questo per preparare figure che devono gestire queste tecnologie ad oggi non presenti in Repubblica. E per creare nuove opportunità di impresa. Si aprono scenari, ma ci vuole una mentalità innovativa e anche acquisire un minimo di rischio.

Bene che si superino modalità obsolete del nostro sistema, legate al monopolio. Mi fa piacere ci sia consapevolezza che il progetto partirà quando la manifestazione di interessi di un nuovo operatore si concretizzerà. I Business plan non nascondono gli impegni futuri ma indicano anche le reali potenzialità. Qui stiamo parlando non di spese ma di investimenti. Cercherei di fugare i dubbi sollevati dal consigliere Mussoni: probabilmente partire su un settore strategico così significativo può generare qualche dubbio, ma i dubbi possono essere fugati dicendo che le opportunità che si aprono sono superiori alle spese previste. Aass sono anni che sta investendo sulla fibra ottica.

Andrea Zafferani, Sds Industria, replica

Mi fa piacere sentire visioni finalizzate nel cercare di mettere in piedi un sistema Tlc del Paese che riesca a garantire molti obiettivi insieme, un mercato aperto, ben regolamentato, performante e che parimenti garantisca la remunerazione degli investimenti fatti. Vorrei replicare su alcuni aspetti, il primo quello delle cifre. Ribadisco: il business plan è una stima su un periodo certamente lungo, ma un periodo che su un investimento pluriennale deve essere preso in considerazione. E’ un settore forse con un’evoluzione più rapida di altri, ma una valutazione di questo tipo va fatta. Il business plan non è bibbia, è ovvio, ma si fa sulla base di parametri e analisi iniziali che non necessariamente sono verificate sul mercato reale. Io ho invitato a riflettere sui dati reali che abbiamo: le cifre messe a disposizione dall’Azienda su fibra ottica e mobile, gli accordi che vogliamo avere prima di partire perché vogliamo certezza del ritorno, un ritorno che non sarà in uno o due anni. Solo su basi certe faremo valutazioni. Dato certo è anche vedere quello che avviene nel mercato vicino con le sole frequenze telefoniche- da noi cedute sempre senza una reale remunerazione- da dividere in rapporto alla popolazione sammarinese rispetto quella italiana. Tutti elementi che analizzeremo una volta che avremo qualcosa di scritto in via preliminare. La crisi non ci deve impedire di investire sul futuro, e nei ricavi non abbiamo mai considerato gli introiti derivati dal fatto che potrebbero crescere in numero e fatturato le imprese interessate da questo sviluppo. Sul piano Polab abbandonato: a volte ci sono situazioni che si vengono a creare per delle circostanze, la possibilità di partnership con Zte è stato un elemento che si è manifestato a inizio del percorso e che imponeva una riflessione. Questo ha portato a soluzioni tecnologiche prima non considerate e, visto la volontà reciproca da parte di governo e Aass, tutto ciò ha portato a un’evoluzione.

Le finalità di Newco, partner e servizi: la newco è una reatà che si mette in mezzo tra pubblico e operatori privati. Dovendosi interfacciare con operatori privati e players che necessitano risposte veloci, abbiamo pensato che una gestione privata, seppure in capo all’Aass, fosse una soluzione migliore. A Gatti: quello che può offrire Zte, potrebbe essere preso in carico ad altri partner. Il Memorandum ha una durata e non è finito, ci auguriamo al termine di essere abbastanza grandi da poter fare da soli e speriamo che il centro di ricerca citato da Morganti ci consenta una formazione tale affinché sia così.

Comma 9. Progetto di legge di iniziativa legislativa popolare “Regolamentazione delle Unioni Civili” (presentato dalla Signora Valentina Rossi ed altri) (II lettura)

Monica Zafferani, C10, dà lettura della relazione di maggioranza in sostituzione di Marica Montemaggi

Il presente progetto di legge è stato esaminato dalla Commissione Consiliare Permanente competente il giorno 26 settembre 2018 ed è stato approvato con voti favorevoli 12 e 2 voti contrari.

Con l’approvazione in seconda lettura di questo progetto di legge di iniziativa popolare, che ha visto sviluppare nel corso dei mesi un confronto aperto tra politica, comitato promotore e cittadinanza, si giunge a regolamentare, anche nella Repubblica di San Marino, le Unioni Civili tra persone dello stesso sesso o di sesso diverso. E’ questo il punto di forza del provvedimento normativo e che, all’art. l, ne sancisce la definizione. Si intende finalmente dare corpo ad un progetto di legge su un argomento che tocca da vicino i temi etici e civili e che fino alla passata legislatura poteva difficilmente vedere anche solo imbastito un dibattito aperto e propositivo nonostante le molteplici istanze d’Arengo presentate, espressione della forte esigenza di provvedere a riconoscere forme di convivenza diverse da quelle riconosciute dalla legge sul diritto di famiglia e che quindi non potevano contare su nessuna forma di tutela.

La maggioranza ha condiviso dal principio le finalità del progetto di legge ed ha approfondito ed esaminato l’articolato con l’intenzione di garantire ai contraenti l’Unione civile diritti e doveri finora non riconosciuti nel nostro ordinamento anche attraverso diversi momenti di confronto con il comitato promotore e con la ferma volontà di mantenere il progetto di legge chiaro e snello, come anche fuori dai nostri confini diversi ordini professionali ed istituzionali hanno avuto modo di apprezzare.La maggioranza ha ritenuto positivo introdurre un emendamento in materia di formalità precedenti alla costituzione dell’unione civile attraverso la pubblicazione in apposito albo al fine di garantire maggiore tutela ai contraenti, anche in virtù delle cause impeditive elencate all’art. 3 e nel rispetto della trasparenza. Il commissario della legge potrà comunque dispensare dalle pubblicazioni sulla base della valutazione di specifiche richieste. A seguito di pubblicazioni, due persone maggiorenni potranno costituire un’unione civile mediante dichiarazione resa all’ufficiale di Stato Civile, altresì potranno essere riconosciute unioni civili o matrimoni paritari contratti all’estero anche nel nostro paese, sempre sottoforma di unione civile (art.2).

L’art.4 viene ampliato nella descrizione prevedendo l’obbligo per entrambe le parti del reciproco rispetto, all’assistenza morale e materiale e alla collaborazione oltre alla coabitazione. Si ritiene inoltre di aver meglio definito l’articolo relativo al regime patrimoniale (art.6) che, se non specificatamente precisato dai contraenti, viene inteso in separazione dei beni. Vengono specificate le regole in caso di contraenti di nazionalità diversa o non sammarinese, che in mancanza dichiarazione della legislazione secondo la quale intendono regolare i propri rapporti patrimoniali, si adotterà la legislazione sammarinese. AlI’art.8 vengono esplicitate le disposizioni applicabili ai contraenti le unioni civili per quanto riguarda la regolamentazione di aspetti della vita comune che risultano particolarmente necessari di tutela e, segnatamente, il diritto alla residenza e alla cittadinanza, la disciplina previdenziale e pensionistica, compresa la pensione di reversibilità e indiretta nonché i diritti e doveri relativi all’assistenza sanitaria.

Sono state infine introdotte disposizioni concernenti le vicende successorie dei contraenti, in modo tale che, anche per quanto riguarda la tutela degli aspetti economico-patrimoniali successivi alla morte di uno dei contraenti, l’ordinamento Sammarinese possa fornire un adeguato presidio a diritti maturati, di fatto e, oggi, di diritto, in virtù del rapporto di unione civile. Si è ritenuto non opportuno il rimando generale, per tutto quanto non esplicitato, alle disposizioni che si riferiscono al matrimonio o ai coniugi. Questa scelta si esplicita secondo la convinzione che l’istituto delle unioni civili, previsto per tutte le persone maggiorenni, sia dello stesso sesso che di sesso diverso, non possa e non debba sovrapporsi né all’istituto del matrimonio né alla regolamentazione relativa all’istituto del more uxorio. Si opta invece per una norma di coordinamento che prevede il riconoscimento, al fine di garantire l’efficacia di applicazione della legge stessa, di tutti i diritti ed i doveri derivanti dalle leggi, dagli atti aventi forza di legge, dai regolamenti nonché dagli atti amministrativi per tutte le materie che sono contemplate dalla legge. Altro aspetto importante della provvedimento è la disciplina dei minori (art.9) che punta a metterne al centro la tutela, nel primario interesse del minore, e che sancisce in maniera chiara la regolamentazione di tutte le eventuali situazioni esistenti nel momento in cui due persone decidono di costituire un’unione civile. E’ sulla base di questi principi e considerazioni che la maggioranza può ritenersi soddisfatta dell’andamento collaborativo dei lavori consiliari ed è convinta che questo progetto di legge possa essere uno dei provvedimenti che contribuirà ali’ evoluzione e allo sviluppo dello stato civile del nostro Paese. Potremo finalmente iniziare a riconoscere e a tutelare quei cittadini che fino ad ora si sono trovati a vivere situazioni di maggiore fragilità e che ora potranno sentirsi maggiormente supportati dal proprio Stato.

Marianna Bucci, Rete, relatore di minoranza

Il fatto che un tema così delicato come quello relativo alla regolamentazione delle Unioni Civili venga portato all’attenzione dell’Aula consiliare attraverso un progetto di legge di iniziativa popolare, sottoscritto da migliaia di cittadini, è sintomatico di quanto interesse rivesta all’interno della comunità sammarinese. Un tema probabilmente sottovalutato dalla classe politica per lo più perennemente concentrata a rincorrere un’agenda politica fatta di emergenze che si accavallano inesorabili e che non riesce, per varie ragioni, a confrontarsi in maniera serena sulle tematiche relative ai diritti civili. Fuori dai confini sammarinesi, il testo del progetto di legge ha ottenuto il plauso dell’AlGA-Associazione Italiana Giovani Avvocati ed è stato definito “migliore di quello italiano”. Fatta questa breve premessa, occorre sottolineare che non è possibile redigere una relazione che possa esprimere in maniera univoca le posizioni espresse dalle forze politiche di opposizione che, durante il dibattito che ha avuto luogo all’interno della Commissione Consiliare Permanente Affari Costituzionali, hanno manifestato opinioni diametralmente opposte riguardo l’opportunità di inserire nella normativa sammarinese un provvedimento sulle Unioni Civili. Da un lato i Commissari di Rete, Psd e Ps hanno sostenuto con forza il progetto di legge così come depositato dal Comitato Promotore con il supporto della Commissione Pari Opportunità; dall’altro lato i Commissari del Pdcs hanno depositato per lo più emendamenti soppressivi di ogni articolo ed espresso voto sfavorevole nel momento della votazione complessiva. Tutti i membri di opposizione hanno invece manifestato perplessità e in qualche caso apertamente osteggiato, pur adducendo motivazioni differenti, alcuni degli emendamenti presentati dalla coalizione di Maggioranza: in particolare si tratta dell’emendamento aggiuntivo dell’articolo 1 bis, quello abrogativo dell’articolo 8 comma 6 e l’emendamento aggiuntivo dell’articolo 10 bis. l restanti emendamenti della Maggioranza hanno interessato più che altro questioni di forma e non sono intervenuti sulla sostanza del progetto di legge. Pertanto non sono stati oggetto di osservazioni degne di nota.

Andando invece nel dettaglio degli emendamenti che hanno acceso la discussione all’interno della Commissione, l’emendamento aggiuntivo dell’articolo 1 bis è stato più volte identificato come un copia-incolla degli articoli l0, 11, 12, 13, 14, 15,16, 17, 18, 19 della Legge n. 49/1986 “Riforma del diritto di famiglia” riguardanti le formalità per la celebrazione del matrimonio. Nello specifico l’emendamento della Maggioranza prevede che chi voglia costituire una Unione Civile debba procedere alla formalizzazione delle Pubblicazioni nell’albo presso l’Ufficio di Stato Civile. Una parte dell’opposizione – RETE, PSD, PS – ha quindi rilevato l’appesantimento del progetto di legge originario che si caratterizzava invece per la sua snellezza e per un iter diverso, meno burocratizzato, rispetto a quello previsto per il matrimonio. Le stesse forze politiche hanno difeso altresì le ragioni evidenziate nel parere contrario del Comitato Promotore su questo emendamento, del quale non si ravvisa la necessità e che potrebbe configurarsi come grave violazione della privacy riguardo l’orientamento sessuale delle persone coinvolte. l membri del Pdcs invece hanno evidenziato l’incongruenza della Maggioranza nell’asserire di voler ben differenziare le Unioni Civili dal Matrimonio, per poi copiare di sana pianta una serie di formalità afferenti a quest’ultimo previste dalla Legge n. 49 del 1986.

Vale la pena soffermarsi anche sull’emendamento abrogativo del comma 6 dell’articolo 8 che conteneva una norma di coordinamento, contenuta anche in altri ordinamenti, che avrebbe permesso di dare una risposta automatica a tutta una serie di diritti, ma soprattutto di doveri derivanti dalla costituzione di Unione Civile. Assodato che sarebbe stato impossibile elencare compiutamente ogni singolo aspetto burocratico e settore che tocca la convivenza e gli effetti che ne derivano, così come sarebbe impossibile richiamare ogni Legge o Decreto che attualmente regolamenta le coppie sposate o conviventi per più di 15 anni, il comma 6 dell’articolo 8 così come formulato nella stesura del Comitato Promotore prevedeva che le disposizioni riferite alle parole “coniuge”, “coniugi” o termini equivalenti ricorrenti nella normativa sammarinese venissero applicate ad ognuna delle parti dell’unione civile. Il Comitato Promotore aveva addirittura manifestato la disponibilità ad inserire, eventualmente, delle esclusioni che circoscrivessero singoli casi, ben delineati. L’emendamento della Maggioranza invece va nella direzione opposta in quanto non si limita ad abrogare il comma 6 dell’articolo 8 ma va ad includere, con l’emendamento aggiuntivo dell’articolo 10 bis, una norma di definita “di coordinamento” che però ha una stesura vaga, non comprensibile, che rischia di creare difficoltà nell’applicazione della legge da parte degli organi deputati. Anche in questo caso le riflessioni sulla sostanza dell’emendamento e sulla inopportunità di inserirlo in quanto elemento che va a compromettere la chiarezza del progetto di legge sono state sostenute dagli esponenti di RETE, PSD, PS mentre gli esponenti del PDCS hanno incentrato il loro orientamento contrario all’emendamento della Maggioranza sottolineando la mancanza di chiarezza nella stesura del testo, quindi opponendo un rilievo puramente formale. Preme sottolineare come al dibattito in Aula sia avvenuto alla presenza di un membro della Commissione Pari Opportunità che, su richiesta dei Commissari, ha espresso pareri riguardanti il testo del progetto di legge e gli emendamenti in fase di discussione. Una figura molto utile che ha permesso di valutare i singoli interventi con un punto di vista avulso dalle ideologie caratterizzanti i vari gruppi politici. Il dibattito in Aula è avvenuto altresì alla presenza di numerosi cittadini e membri del Comitato Promotore in tribunetta, elemento che segnala l’elevata attenzione della popolazione sul tema delle Unioni Civili.

Fabrizio Perotto, Rf, dà lettura della relazione illustrativa del Pdl, a firma delle prima promotrice Valentina Rossi

La Repubblica di San Marino, come tutti i paesi occidentali, sta vivendo una profonda trasformazione sociale. Una trasformazione che mette al centro dei legami interpersonali gli affetti in tutte le loro sfumature e specificità. Gli affetti rappresentano, infatti, la forza gravitazionale che spinge le persone a creare fanne di convivenza anche quando ciò non sia espressamente riconosciuto dalla legge. Sono state le coppie omosessuali a mostrare nel modo più eclatante questa esigenza, ma anche le coppie eterosessuali sempre più spesso vivono i propri legami in un modo non previsto dalla legge, e quindi, di fatto, in assenza di qualsiasi tutela. In tutti i grandi paesi in cui la libertà e la cultura sociale sono dei valori fondamentali sono state istituite forme di riconoscimento di queste unioni, per dare a ogni cittadino e cittadina tutele e stabilità, diritti e doveri. La presente proposta di legge di iniziativa popolare intende introdurre nell’ordinamento sammarinese norme che riconoscano le unioni civili, sia eterosessuali che omosessuali, come forma di consolidamento sociale e di istituzione di reciproci diritti e doveri. Queste norme sono intese come uno strumento di gestione della vita in comune, che vada a regolamentare i rapporti tra i conviventi stessi e tra di essi e lo Stato.

Tradizione libertaria e necessità di integrazioni

In forza del portato di libertà della nostra storia millenaria molti cittadini e cittadine, sulla base dei legami e degli affetti, creano dei nuclei sociali fondati sulla convivenza, nuclei vissuti come “familiari”. Questa situazione è già in parte accettata dall’attuale legislazione che, trascorsi quindici anni, equipara la libera convivenza eterosessuale al matrimonio, anche se solo per alcuni aspetti. La legge esistente perciò attribuisce valore alla convivenza e ne incentiva la stabilità, riconoscendola sostanzialmente come matrimonio “in potenza” che si realizza nel tempo. In questo senso la Repubblica si è dotata di aspetti innovativi originali e avanzati nel panorama mondiale. Questa modalità di riconoscimento, tuttavia, mostra delle carenze in quanto – fintantoché i diritti matrimoniali non vengono maturati – la coppia coinvolta gode di una tutela limitata da parte dello Stato, e questo è in contrasto col valore attribuito alla stabilità della convivenza e ai doveri di uno Stato che sostenga i propri cittadini. La realtà delle coppie non coniugate che convivono stabilmente, con o senza prole, si sta affermando in misura sempre crescente anche a San Marino, ma rimane ancora priva di una disciplina organica; anzi, come notano anche recenti studi, nell’ordinamento sammarinese si è accumulato un complesso di norme che risultano eterogenee e disorganiche.

Lo Stato dalla parte delle parti deboli

Obblighi e tutele reciproci sono ancora più importanti nei momenti di difficoltà: qualora uno dei due componenti della coppia dovesse venire a mancare o fosse impossibilitato a prendere decisioni per sé, l’altra parte della coppia dovrebbe avere il dovere e il diritto di prendersene cura e di mantenere la continuità parentale. Si tratta di quegli elementari presìdi legali che uno Stato deve porre in atto per sostenere i propri cittadini e cittadine che si vengano a trovare in situazioni di fragilità imprevista.

Le coppie omosessuali e la situazione internazionale

Da decenni ormai si sta affermando in tutti gli Stati occidentali un’altra importante evoluzione sociale, quella del riconoscimento legale delle coppie omosessuali attraverso lo strumento delle “unioni civili”. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità sarebbe omosessuale dal 5 a 10% della popolazione mondiale; a San Marino, quindi, le persone potenzialmente interessate sono dalle 1.700 alle 3.300. La prima forma di riconoscimento legale delle coppie omosessuali venne istituita in Danimarca nel 1989 e, da allora, decine di Stati hanno seguito la stessa strada. In molti Paesi è in vigore il matrimonio egualitario, ma noi siamo convinti che sia prioritario dare tutele anche alle coppie eterosessuali che per le più diverse ragioni non ritengano di volersi ancora sposare. In un contesto internazionale globalizzato, di grande mobilità, è necessario pensare anche ai numerosissimi cittadini sammarinesi residenti all’estero. Nel caso volessero tornare a risiedere in Repubblica, costoro vorrebbero trovare nella propria terra gli stessi diritti di cui godono nel luogo in cui vivono, ma l’attuale lacuna legislativa potrebbe in molti casi rendere difficile anche solo pensare a un ritorno in patria

Conclusione

L’esperienza pluriennale di decine di Paesi nel mondo è che le unioni civili hanno prodotto miglioramenti generalizzati alla società, senza comprometterne gli aspetti storici e tradizionali, anzi, per certi versi, valorizzandoli. Il Comitato promotore ritiene, pertanto, che una legge sulle Unioni Civili rappresenti un passo importante per San Marino, che potrebbe contribuire al benessere e alla sicurezza dei suoi cittadini ovunque essi vivano, e che permetterebbe alla Repubblica di inserirsi a pieno titolo, e anzi in una posizione avanzata, nel contesto internazionale dei paesi che tutelano e promuovono i diritti civili.

Guerrino Zanotti, Sds Affari Interni

E’ necessario dare il giusto peso a un Pdl come questo che segna un passaggio importante per il riconoscimento di diritti civili, come ne sono venuti pochi nella nostra storia (ricordo il riconoscimento di cittadinanza alle donne). Forse perchè la nostra Repubblica è anche in ritardo a quello che è accaduto in tantissimi altri Paesi e forse siamo già abituati al dibattito suscitato altrove per leggi di questo tipo. Forse perché il dibattito interno al Paese è stato assolutamente pacato, mai con toni accesi, non ho sentito voci discordi che siano andate oltre modo contro questo provvedimento che ritengo sacrosanto e ringrazio ancora una volta il Comitato che si è impegnato a presentare questo Pdl. Forse è anche un segno di maturità dimostrato dal nostro Paese di fronte a temi così importanti come il riconoscimento di diritti civili a tutti che non limitano diritti ad altre categorie di cittadini. Le Unioni civili, sia che siano rivolte a coppie dello stesso sesso, o diverso, sono una conquista che il nostro Paese fa e sono felice che all’interno dell’Aula ci sia stata ampia maggioranza per accoglierlo. Questo Pdl riconosce a persone che si amano e vogliono vivere insieme diritti ad oggi negati, come il diritto all’assistenza per esempio. Ciò che conta è la sostanza e questo Pdl credo ne introduca tanta. Sono felice sia stata colta l’essenza di questo progetto, al di là di qualche emendamento presentato alla maggioranza che può dare un valore aggiunto al progetto e una dignità maggiore.

Davide Forcellini, Rete, dà lettura di un Odg sottoscritto da Rete-Mdsi-Psd-Ps

“Il Consiglio Grande e Generale, in relazione alla Dichiarazione dei diritti dei cittadini e dei principi fondamentali dell’ordinamento sammarinese, Legge 8 luglio 1974 n.59, considerando che il primo comma dell’articolo 4 della legge recita “tutti sono uguali davanti alla legge sena distinzione di sesso, condizioni personali economiche e sociali, politiche e religiose “,

impegna il congresso ad attivare entro 30 giorni dall’approvazione del presente Odg, una modifica del suddetto comma con la seguente ‘ tutti sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, orientamento sessuale – questa l’aggiunta- condizioni personali economiche e sociali, politiche e religiose”.

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